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L’attacco di Salvini e Calenda a Cgil e Uil sulla scelta dello sciopero generale

Sono in pochi, tra i leader di partito, a schierarsi al fianco dei due sindacati, fatta eccezione per Sinitra italiana, che sta all’opposizione

© Aleandro Biagianti / AGF
I segretari nazionali Cgil, Cisl e Uil Maurizio Landini, Pierpaolo Bombardieri e Luigi Sbarra

Se dal governo viene fatto trapelare lo stupore per uno sciopero generale definito “non comprensibile”, la maggioranza accoglie la notizia della decisione presa da Cgil e Uil con un mix di forte irritazione e cautela. Matteo Salvini attacca a muso duro il sindacato di Corso d’Italia, lodando invece la scelta della Cisl di non aderire allo sciopero indetto per il 16 dicembre.

Il Pd mostra prudenza – anche se non mancano commenti non particolarmente morbidi – e insiste sulla necessità che si riprenda il dialogo. Ma, a conti fatti, sono in pochi a schierarsi al fianco dei due sindacati, fatta eccezione per Sinitra italiana, che sta all’opposizione. 

ll giudizio più tranchant è di Salvini, che prende direttamente di mira il sindacato guidato da Maurizio Landini: “È inspiegabile e irresponsabile la scelta della Cgil di indire uno sciopero poco prima di Natale, dopo che il governo ha tagliato le tasse anche per i dipendenti e i pensionati. Ringrazio la Cisl per il senso di responsabilità che dimostra”.

Meno netta ma comunque critica la posizione di Forza Italia, che giudica lo sciopero “un errore, soprattutto un danno per la ripresa economica. Credo che Cgil e Uil debbano ripensarci se veramente hanno a cuore la ripresa del nostro Paese”, afferma Antonio Tajani.

Il ministro del Lavoro Andrea Orlando non nasconde “una certa sorpersa”. Orlando ritiene “legittima la scelta del sindacato, rispettabile, ma non la definirei affatto scontata o dovuta”. E il reponsabile economico del Pd, Antonio Misiani, ricorda che “in queste settimane abbiamo lavorato costantemente per tenere aperto il confronto tra il governo e le parti sociali”, garantendo che “proseguiremo a farlo a maggior ragione dopo la proclamazione dello sciopero generale da parte di Cgil e Uil.

Le nostre stelle polari sono il dialogo sociale e l’unità sindacale”, sottolinea, ribadendo il “giudizio positivo” sulla manovra, che “è espansiva e finanzia misure sociali importanti”.

Meno ‘tenero’ il dem Dario Parrini, presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, secondo il quale “il saldo tra luci e ombre” della legge di Bilancio “a me pare decisamente positivo. Certo, si può fare di più. E in questo senso è del tutto legittimo il pungolo delle parti sociali, con le quali è importante dialogare incessantemente e intensamente. Sarei tuttavia insincero se dicessi che trovo lo sciopero generale indetto da Cgil e Uil una risposta comprensibile e in linea con le presenti esigenze del Paese, è una decisione che mi ha sorpreso negativamente”.

Sulla stessa linea Enrico Borghi, componente della segreteria dem: “Lo sciopero generale in questa fase è oggettivamente una scelta eccessiva. Si fatica, sinceramente, a comprenderne le ragioni”. Parla di sciopero “immotivato e ingiusto” Andrea Marcucci, mentre la capogruppo dem alla Camera, Debora Serracchiani spinge per la ripresa del dialogo “e confronto con le parti sociali, che devono essere rese pienamente protagoniste della ripresa. Lavoriamo tutti insieme, senza dividerci”.

Nessun commento dal leader dem, tanto che il vicesegretario della Lega Andrea Crippa, prova a ‘mettere zizzania’ e osserva: “Enrico Letta non ha nulla da dire sulla Cgil? Il sindacato di Landini scende in piazza pochi giorni prima di Natale contro il governo che ha abbassato le tasse, ma dal segretario del Pd silenzio assoluto e nemmeno un plauso alla responsabilità della Cisl. Ne sarà felice il ministro Orlando, che così resta isolato”.

Non usa mezzi termini il leader di Azione, Carlo Celenda, che lancia l’affondo: “Vogliono solo dimostrare di esistere. È una strategia sbagliata che li porterà all’irrilevanza, si dissolveranno”, pronostica l’ex ministro. “Lo sciopero indetto da Cgil e Uil è un errore clamoroso, sia nel merito che nel metodo”, incalza Camillo D’Alessandro di Italia viva. “La decisione di Cgil e Uil non può e non deve interrompere il dialogo tra il governo e i sindacati: una scelta che comunque va democraticamente rispettata”, commenta il capogruppo di Leu Federico Fornaro.

Per Benedetto Della Vedova, sottosegrtario agli Esteri e segretario di Più Europa, “lo sciopero generale in queste condizioni è inspiegabile e certamente controproducente per il Paese”. Di tutt’altra opinione il leader di Sinistra italiana, secondo il quale “i sindacati stanno facendo solo il loro mestiere”, sostiene Nicola Fratoianni.

Al termine della segretaria confederale, la Cisl conferma la presa di distanza e esprime “rammarico” per “la decisione unilaterale di Cgil e Uil”. Inoltre, si “considera sbagliato ricorrere allo sciopero generale e radicalizzare il conflitto in un momento tanto delicato per il Paese”. “Il dialogo non è interrotto. Si può dialogare, trattare e scioperare.

Le cose non sono in contrasto”, difende invece la scelta il segretario della Cgil Landini.  agi

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