La studentessa Beatrice Puzzovio, al quinto anno dell’indirizzo scienze umane del Liceo Moscati di Grottaglie (TA), conquista il primo posto del podio a Venezia nella competizione nazionale MSP pole and aerial day tessuti avanzato 18-29.
Condividiamo con tutti le sue parole, senso per lei di questa affascinante disciplina sportiva.
“Queste ali della libertà non sono state facili da conquistare. Quasi come un bruco, che si è rinchiuso nel suo bozzolo per poi uscirne più bello di prima. Ma non parlo di scudo…no. Parlo di quella farfalla che è uscita dal bozzolo, che non sapeva di avere queste grandi ali, con cui riuscire a volare. Queste ali le ho acquistate da ormai 6 anni, grazie a quella che chiamo “terapia”, ovvero la mia disciplina, affascinante ma allo stesso tempo creativa e fuori dal comune. È conosciuta poco e in pochi sanno arrivare fino alla fine. Il mio percorso lo sto costruendo da sola, con le mie forze, soprattutto in questo periodo, in cui la voglia di allenarsi oscilla tra un “ok poi lo faccio” (quando alla fine, non si conclude niente)e un “non so che fare, ora mi alleno”. Allenarsi in palestra è un altro mondo, in cui essendo motivata, dalla sola presenza delle mie insegnanti ma anche dal luogo stesso, sapevo che ogni volta avrei potuto dare tutta me stessa, per riuscire a scaricare tutte le preoccupazioni o pensieri negativi avuti nel corso della giornata…c’è quell’odore che riconosco, l’odore di pece, di tessuti…quei tessuti dormienti, che aspettano me, per essere risvegliati.eccomi… sono davanti a lui: il mio tessuto verde petrolio che aspetta me e il via della musica per iniziare quella salita. Oggi mi sento triste? Mi sento arrabbiata? Ecco, parte tutto dallo stato d’animo che ho, per scegliere il modo di allenarmi. Oggi mi sento abbastanza serena e felice, cerco di fare il più possibile, anzi, mi metto in testa che devo fare sempre di più, ogni volta che sono qui sopra. È quasi finita l’ora, la maestra sceglie la canzone, non conoscendola, bisogna improvvisare! È un qualcosa che nasce spontaneo, in cui ogni volta mi sento un’ onda in piena che aspetta di scontrarsi contro lo scoglio per arrivare più in alto che può. È il momento della caduta, quella che fa impressionare tutti. Mi diverto un mondo vedere per quell’attimo, tutto sottosopra! Sentire quel vuoto nello stomaco a volte, ti fa sentire libera oppure quella frase che devi ricordare: “non lasciare quella mano, altrimenti cadi”; ci si potrebbe impressionare, ma è la pura realtà. Quando sei lì sopra, sei soltanto tu e il tuo amico, quello con cui ti trovi meglio, quello con cui sai di poter essere te stesso e quello di cui ti puoi fidare, che non ti giudica, ma ti aiuta a spiccare il volo. Ecco, il mio amico è il tessuto, che forse meglio degli altri attrezzisa’ valorizzarmi ancora di più…Tolgo le mani dal tessuto, ho il fiatone, mi sdraio a terra per quei pochi secondi per prendere ariae…guardo il mio tessuto, con quelle macchie bianche che ho lasciato di pece; poi guardo le mie mani e i miei piedi, rossi come un peperoncino, appiccicose e tremolanti, per l’adrenalina e per la stanchezza. Emozioni pure, che pian piano ho scoperto e sto riscoprendo. Dopo queste due parole, devo ringraziare prima voi, le mie maestre, le quali mi hanno fatta arrivare dove sono ora…a un po’di metri da terra. Grazie per avermi insegnato a cadere, a “bruciarmi”, ma facendomi rialzare e iniziare una nuova salita, più dura, ma con più fiducia in me stessa .Grazie a te, amico, ho imparato a controllare il mio corpo, la mia mente e, mi hai aiutata a sbocciare…In poco tempo tutto questo mi ha circondata, diventando la mia seconda casa. Mi avete vista piangere, scoraggiarmi, innervosirmi e il più delle volte felice…felice di aver portato a termine una dura lezione. Grazie.”
di Beatrice Puzzovio
Redazione Corriere di Puglia e Lucania