Principale Attualità & Cronaca La Settimana Sociale dei Cattolici Italiani a Taranto

La Settimana Sociale dei Cattolici Italiani a Taranto

Alla fine, la pioggia che aveva bagnato la mattinata tarantina ha concesso una tregua sufficiente perché potesse svolgersi all’aperto, come programmato, la celebrazione conclusiva della 49a Settimana Sociale dei Cattolici Italiani.

La suggestiva cornice della Concattedrale (recentemente oggetto di restauro delle facciate e delle vasche a cinquant’anni dall’inaugurazione) ha dunque fornito il saluto ai delegati venuti da tutta Italia (da oltre duecento diocesi, la quasi totalità della penisola) per partecipare ai lavori.

Quattro giornate estremamente dense di temi e di interventi, quelle vissute a cavallo fra il PalaMazzola e la Gran Madre di Dio. Il tema guida della transizione verso un nuovo modello di sviluppo sociale ed economico, più attento alle esigenze dell’uomo e dell’ambiente, è stato sviscerato e analizzato nelle sue numerose sfaccettature da relatori provenienti da diverse esperienze, con diverse professionalità e sensibilità. Importante la partecipazione di esponenti politici, con i Ministri Enrico Giovannini (Infrastrutture e Mobilità Sostenibili) e Andrea Orlando (Lavoro) che hanno partecipato personalmente ai lavori, il Ministro Mara Carfagna e il Commissario Europeo Paolo Gentiloni che hanno inviato dei videomessaggi e i messaggi scritti del Presidente dell’Europarlamento David Sassoli e soprattutto del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ai decisori politici sono state simbolicamente consegnate le conclusioni dei tavoli di lavoro in cui i delegati delle diocesi hanno riflettuto sui temi cruciali della formazione, dell’ecologia, della rigenerazione urbana.

Le “piste di impegno”

Le conclusioni, presentate ieri mattina (domenica 24 ottobre) da mons. Santoro nella duplice veste di Arcivescovo di Taranto e di presidente del comitato scientifico delle settimane sociali, sono state racchiuse in quattro piste di impegno, indirizzate in modo particolare alle comunità ecclesiali, con un valore di impegno per ciascuna parrocchia, ma applicabili alla più ampia comunità civile.

La prima è la costituzione, a livello locale, di “comunità energetiche”. Si tratta di un concetto innovativo, che prevede di raggiungere un livello più alto di produzione di energia da fonti rinnovabili attraverso l’impegno di piccole comunità (parrocchie, condomini, aziende) ad implementare queste tecnologie nelle proprie strutture, diventando “prosumer”, ossia produttori e consumatori, con la possibilità di riversare nella rete nazionale le eventuali eccedenze di energia prodotta, fornendo così anche una fonte di reddito.

La seconda è la finanza responsabile o, secondo un’espressione che ha risuonato più volte nell’aula del PalaMazzola, il “voto con il portafoglio”. Si tratta di premiare con le proprie scelte di consumo (esempio che deve partire dalle comunità ecclesiali locali) le realtà produttive ed economiche “carbon free” o comunque esemplari nell’impegno per l’ambiente e la dignità dei lavoratori.

La terza pista, affine alla seconda, è il consumo responsabile, connesso in particolare alla filiera agroalimentare. Sempre più attenzione va posta all’acquisto di prodotti la cui filiera sia certificata come “caporalato free”.

La quarta e ultima pista è la sottoscrizione del “Manifesto dell’Alleanza” proposto da un’equipe nazionale di giovani, con al centro i concetti di alleanza sociale e inter-generazionale per il raggiungimento degli obiettivi di transizione economica, ecologica ed energetica.

Taranto, protagonista della Settimana

Taranto non è stata semplicemente la città ospitante delle Settimane Sociali. Essa ha rappresentato l’emblema della necessità di rivedere i passati modelli di sviluppo per raggiungere un nuovo equilibrio, più armonico, fra le esigenze dell’economia, quelle della dignità della persona e della salvaguardia della casa comune. E in quanto emblema degli errori del passato, Taranto è necessariamente stata posta dall’intera assise come necessario esempio positivo della transizione da completare. Un compito arduo per la comunità tarantina (non solo ecclesiale ma anche civile) e per l’intera comunità nazionale ed europea. I presupposti per far bene, però, non mancano.

Redazione Corriere di Puglia e Lucania 

Corriere Nazionale

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