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Quotidiano

PANE E  QUOTIDIANO

la Poesia è per tutti, rubrica culturale del Corriere di Puglia e Lucania, a cura di M. Pia Latorre ed Ezia Di Monte.

L’intento della rubrica è quello di sfatare l’idea che la poesia sia qualcosa di astruso e che possa piacere o non piacere.

In realtà la poesia è nelle nostre vite più di quanto noi possiamo immaginare. Basti pensare alla commistione della poesia con le altre forme artistiche, per esempio alla musica pop, di cui essa è un riflesso.

Proporremo, ogni giorno, pochi grammi di poesia, legati ad un fatto del giorno o ad una data da ricordare sperando che, tra le mille incombenze quotidiane, ogni Lettore, possa ritagliarsi qualche minuto per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi.

Buona Poesia!

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Il 23 ottobre 1943 nasceva a Campi Bisanzio Carlo Monni, attore e poeta italiano. Esordì con spettacoli in locali e nelle feste paesane, dove ebbe la possibilità di incontrare Roberto Benigni, con cui strinse un lungo sodalizio artistico e umano. Nel 1976 Monni e Benigni approdarono alla Rai.

Recitò in diversi film che gli diedero la notorietà, tra cui Berlinguer ti voglio bene, di Giuseppe Bertolucci. Nel corso della sua carriera ebbe l’opportunità di lavorare per molti registi impegnati, come Marco Ferreri, Troisi, Monicelli, Lizzani, Avati. Celebre nel 1984 il ruolo di “Vitellozzo”, interpretato nel film “Non ci resta che piangere”, al fianco di Benigni e Troisi.

Presenziò a oltre cento spettacoli pubblici, tra cui nel 1998 lo spettacolo teatrale di Alessandro Paci e Massimo Ceccherini “Fermi tutti questo è uno spettacolo” nel ruolo di Mastro Geppetto. Tra un impegno e l’altro amava dedicarsi al verseggiare libero nella tradizione toscana.

Fu fine conoscitore dei “Canti Orfici”, di Dno Campana.

Affetto da tempo da un male incurabile, muore il 19 maggio 2013 in ospedale all’età di 69 anni.

Nottecampana. Storie di Dino Campana e dell’urgenza della poesia

Noi semo quella razza
che non sta troppo bene
che di giorno salta fossi
e la sera le cene.

Lo posso grida’ forte
fino a diventa’ fioco
no’ semo quella razza
che tromba tanto poco.

Noi semo quella razza
che al cinema s’intasa
pe’ vede’ donne ‘gnude
e farsi seghe a casa.

Eppure, la natura ci insegna
sia su’ i monti, sia a valle
che si po’ nascer bruchi
pe’ diventa’ farfalle.

Noi semo quella razza
che l’è tra le più strane
che bruchi semo nati
e bruchi si rimane.

Quella razza semo noi
l’è inutile far finta:
c’ha trombato la miseria
e semo rimasti incinta.

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