Principale Estero Cina, flop elettorale a Macao dopo l’esclusione di 21 candidati democratici

Cina, flop elettorale a Macao dopo l’esclusione di 21 candidati democratici

Minimo storico di affluenza ieri alle elezioni legislative di Macao. Solo il 42% degli elettori si è presentato ai seggi per eleggere i 14 parlamentari scelti in modo diretto: nel 2017 la partecipazione è stata del 57%. Raddoppiate anche le schede bianche e quelle nulle, passate al 2,3% dei voti espressi.

Il flop elettorale nella città dei casinò arriva dopo che in luglio i giudici locali hanno escluso dalla competizione 21 candidati pro-democrazia. L’accusa nei loro confronti è di aver violato la Basic Law (la mini-Costituzione cittadina) ed essersi rifiutati di prestare giuramento alla regione speciale di Macao, ex colonia portoghese tornata sotto sovranità della Cina popolare nel 1999.

Come nella vicina Hong Kong, anche a Macao le autorità cittadine hanno preso di mira diversi esponenti democratici. Secondo la polizia, i politici squalificati hanno legami con esponenti filo-democratici di Hong Kong e hanno preso parte nell’ex colonia britannica a una veglia del 4 giugno per il massacro di Tiananmen. Essi avrebbero anche la “colpa” di aver visitato Taiwan durante le ultime elezioni presidenziali e di aver commemorato il dissidente premio Nobel Liu Xiaobo.

Le forze di area democratica sono riuscite a eleggere tre legislatori, tra cui il veterano José Pereira Coutinho; a parte un candidato indipendente, i restanti eletti sono schierati con partiti pro-Pechino. I settori professionali hanno scelto poi 12 rappresentanti con un’elezione indiretta, mentre gli ultimi sette saranno nominati da Ho Iat-seng, capo dell’esecutivo locale.

Le autorità elettorali di Macao hanno spiegato la scarsa affluenza con i timori della popolazione per la pandemia da Covid-19 e il grande caldo. Analisti fanno notare però che la città ha avuto l’ultimo caso di coronavirus sei settimane fa, e che in totale ne ha registrati 63, senza alcun decesso. Il giorno del voto la temperatura esterna è stata poi di 34 gradi centigradi, poco sopra la media stagionale.

A Macao si ripropone lo scenario visto nell’ultimo anno a Hong Kong, dove la recente riforma elettorale “patriottica” ha azzerato le possibilità di vittoria del campo democratico. Dal varo 14 mesi fa della draconiana legge sulla sicurezza voluta da Pechino, la polizia di Hong Kong ha arrestato 143 persone considerate una minaccia per la sicurezza nazionale; 84 di esse sono state incriminate e alcune hanno ricevute le prime condanne: tutte sono legate in qualche modo al movimento democratico.

Le forze filo-democratiche di Hong Kong sono in forte difficoltà. Oggi Albert Ho ha annunciato dalla prigione la sua uscita dalla Hong Kong Alliance in Support of Patriotic Democratic, il gruppo che organizza ogni anno la veglia in ricordo dei fatti di Tiananmen. L’ex presidente del Partito democratico deve scontare una pena di 18 mesi per aver partecipato nel 2019 a una protesta anti-governativa non autorizzata. La scorsa settimana le autorità giudiziarie hanno incriminato Ho e altri leader dell’Alleanza – tra cui il noto attivista Lee Cheuk-yan – per “sovversione”.

AGI

Redazione Corriere Nazionale

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

LASCIA UNA RISPOSTA

Inserisci il tuo commento, grazie!
Inserisci il tuo nome qui, grazie

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.