Principale Arte, Cultura & Società Scienza & Tecnologia Il passo del gambero

Il passo del gambero

Oggi voglio proprio divertirmi a spese di chi ha fatto di alcuni camici bianchi dei profeti qualunque cazzata dicano e di quelle organizzazioni che tornano a chiedere l’obolo per la “ricerca” intesa come oggetto totemico, anche se poi non si sognano nemmeno lontanamente di presentare bilanci o di dire dove sono effettivamente finiti i soldi.

Ma mi voglio divertire anche a mostrare come certi giornali siano cambiati dal giorno alla notte su tutto questo mondo quando è arrivato l’ordine di drammatizzare la pandemia e di cancellare qualsiasi rimasuglio di spirito critico.

Mi basta semplicemente pubblicare integralmente un articolo del Fatto Quotidiano, scritto da Gianni Barbacetto,  pubblicato il 28 novembre 2019 ovvero l’uno Ac, Avanti Covid il cui titolo sarebbe considerato oggi una intollerabile provocazione:

Ricerche mediche ‘aggiustate’, però la scienza tace

Dentro ci si trova tutto l’universo reale della medicina, ma anche un rimasuglio di indignazione per una scienza trascinata nel fango, per una magistratura che non osa colpire i luminari e persino per “comunità scientifica” accusata nemmeno troppo tra le righe di comportamenti ingiustificabili. Spero che sia una lettura interessante e proficua.

” Per la giustizia è tutto a posto. Ma per la comunità scientifica va bene così? Si possono falsificare le immagini degli esperimenti, o evitare di fare l’esperimento di controllo, senza che nessuno abbia nulla da dire? Queste le domande che restano, al termine di una lunga indagine giudiziaria della Procura di Milano su alcuni articoli dei più importanti scienziati italiani impegnati nella ricerca sul cancro.

Il professor Alberto Mantovani di Humanitas, Pier Giuseppe Pelicci di Ieo, Pier Paolo Di Fiore di Ifom, Marco Pierotti, con Maria Angela Greco, Elena Tamburini e Silvana Pilotti dell’Istituto dei tumori, sono stati indagati dai pm Francesco Cajani e Paolo Filippini per aver manipolato le immagini di alcuni loro studi pubblicati sulle riviste scientifiche internazionali.

Sono luminari della ricerca che manovrano milioni di euro provenienti da fondi pubblici, donazioni private, raccolta del 5 per mille. Hanno ricevuto, solo nel periodo analizzato dalla Procura (2005-2012), cifre altissime: 9,37 milioni Di Fiore; 3,06 Mantovani; 1,48 Pelicci; 3,60 Pierotti, per un totale di 17 milioni erogati dal Cnr, dal ministero della Salute e da quello dell’Università. E sono stati beccati ad “aggiustare” la documentazione delle loro ricerche.

Ora il giudice dell’indagine preliminare Sofia Fioretta ha chiuso l’inchiesta iniziata nel 2014, archiviando le accuse e sostenendo – con argomentazioni ardite – che i professori “non hanno attuato alcuna attività di falsificazione”.

Già i due pm avevano chiesto l’archiviazione, sostenendo che le manipolazioni sono accertate, ma che non esiste in Italia il reato di “frode scientifica” (come c’è invece quello di frode assicurativa e di frode sportiva), dunque non è possibile perseguire i comportamenti dei sette oncologi eccellenti.

La gip è stata più creativa: ha ravvisato “un falso innocuo e innocente”, realizzato “perché non c’era tempo o denaro per eseguire la replica, o perché concorrenti stavano arrivando prima” (che stupidi gli scienziati che invece fanno tutto per bene). Sono stati dunque commessi “errori poco significativi”. Non sono state eseguite le repliche degli esperimenti, ma questo “non inficiò il contenuto” delle ricerche e “non minò la validità scientifica della tesi pubblicata”. Insomma: i luminari hanno sbagliato, ma in modica quantità.

Eppure gli esami dei periti della Procura hanno accertato le manipolazioni: tre nei lavori di Pelicci-Ieo, quattro in quelli del gruppo di Pierotti-Istituto dei tumori (e cioè due di Pilotti e una a testa di Greco e Tamburini), una nei lavori di Di Fiore-Ifom e una in quelli di Mantovani-Humanitas. Ma niente di male, va tutto bene così, ci rassicura la gip Fioretta. Chiusa la partita giudiziaria, a questo punto rivolgiamo alcune domande alla comunità scientifica:

1. Esistono, nella pratica scientifica, falsi “innocui e innocenti”, manipolazioni, ma “poco significative”?

2. È normale che sette luminari della ricerca oncologica pubblichino sulle riviste scientifiche internazionali delle immagini che risultano manipolate in 21 casi su 27 analizzati?

3. È compatibile con il metodo scientifico che, eseguito il primo esperimento, si tarocchi la replica, “perché non c’era tempo o denaro” per eseguirla, “o perché concorrenti stavano arrivando prima”?

4. Poiché è impossibile, sul piano giudiziario, stabilire la connessione diretta tra ricerche eseguite e fondi ottenuti, è comunque normale, sul piano scientifico ed etico, ottenere soldi, pubblici e privati, con il prestigio guadagnato (anche) con ricerche taroccate?

C’è un ulteriore domanda che l’autore del pezzo rivolge ai lettori e forse a se stesso non accorgendosi di auto contraddirsi:  “La comunità scientifica è sicura che fare quadrato (corporativamente) e gioire per i “falsi innocenti” sia il modo migliore per difendere la scienza e il metodo scientifico, oggi minacciati da ciarlatani, cialtroni e no-vax?”. 

E’ evidente che è se la” comunità scientifica” ammesso che esista. accetta delle ricerche falsificate, allora non si può mai dire a priori chi sia il cialtrone o il ciarlatano. Oppure che senso abbia il vaccinismo acritico che tra l’altro è frutto solo di una profonda ignoranza sul tema.

Criticare per poi cadere nello stesso errore non porta a dei passi avanti, anzi ne fa fare parecchi all’indietro.  Come posiamo vedere dal fatto che oggi qualunque evidente ciarlataneria è accolta a braccia aperte.

LASCIA UNA RISPOSTA

Inserisci il tuo commento, grazie!
Inserisci il tuo nome qui, grazie

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci