Principale Arte, Cultura & Società Un giorno a Taranto

Un giorno a Taranto

Un giorno a Taranto

di Evelyn Zappimbulso 
Non tutti sanno che Taranto vanta uno dei lungomari più belli d’Italia che si affaccia su quello conosciuto come il Golfo delle sirene. La città pugliese è indissolubilmente legata al mare. A partire dal suo trafficatissimo porto commerciale, uno dei più importanti del Mediterraneo, fin dai tempi della Magna Grecia, quando era un fiorente centro culturale, economico e militare.

E oggi ancor più, essendo diventata una delle nuove tappe delle crociere turistiche delle principali compagnie di navigazione. Prima fra tutte MSC, le cui navi hanno dovuto cambiare le rotte per via della pandemia e hanno iniziato a fare tappa per la prima volta proprio a Taranto. Un’ottima occasione per questa città del Salento che può essere scoperta da un numero sempre maggiore di turisti. È stata anche scelta come tappa del SailGP, un gran premio del mare seguitissimo dagli appassionati di vela, che si è svolto il 5 e 6 giugno scorsi.

Sono tantissimi gli itinerari turistici che si possono seguire a Taranto e tante le attrazioni da visitare. Non tutti sanno, infatti, che è la terza città più grande del Sud Italia. È soprannominata la “città dei due mari” per la sua peculiare posizione. A cavallo tra il Mar Grande e il Mar Piccolo, attorno ai quali si trovano la maggior parte degli insediamenti abitativi. Nel Mar Grande, nei pressi delle Isole Cheradi, un piccolo arcipelago che comprende le due isole di San Pietro e San Paolo (l’isola di San Pietro è stata di recente aperta al pubblico che ama frequentare la sua splendida spiaggia), vive e prospera una storica popolazione di delfini e altri cetacei.


La Taranto storica

I crocieristi che sbarcano dalle navi possono visitare Taranto anche in un solo giorno. Ma naturalmente per esplorare tutti i suoi segreti un giorno non basta. La città salentina ospita architetture che testimoniano la sua importanza storica e culturale. Dagli antichi luoghi di culto, tra i quali i resti del Tempio Dorico, i resti archeologici delle necropoli greco-romane e delle tombe a camera, la Cripta del Redentore, ai palazzi appartenuti alle famiglie nobili e alle personalità illustri della città, tra i quali Palazzo Pantaleo e Palazzo d’Ayala Valva, il palazzo più prestigioso della Città Vecchia.

La città offre uno dei panorami architettonici più ricchi e vari della nostra Penisola. Si va dal romanico-gotico della Chiesa di San Domenico Maggiore, costruita sui resti di un tempio greco del VI secolo a.C., ai palazzi in stile rinascimentale del Borgo umbertino, al Barocco della Cattedrale – o Duomo – di San Cataldo, la più antica cattedrale pugliese, delle chiese e dei palazzi signorili della città vecchia, dalle rimanenze di strutture medievali (come la Torre del Gallo nel centro storico) alle forme decisamente più eleganti di palazzi e installazioni in stile Liberty e neoclassico.

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La Chiesa di San Domenico Maggiore a Taranto

Taranto è ricca anche di conventi e di monasteriche custodiscono chiostri secolari. Fino alla metà ‘800, momento della nascita del Borgo Nuovo, la città era ristretta alla odierna parte della città vecchia e sorgeva su una piccola lingua di terra.

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Il Castello Aragonese di Taranto

Ma l’edificio più imponente della città, imperdibile da visitare per un turista, è il Castello Aragonese o Castel Sant’Angelo. Costruito sui resti di altre fortificazioni, prima greche, poi bizantine, normanne e svevo-angioine, il castello è rimasto praticamente tale e quale nonostante i suoi 3000 anni di storia. Infine, da non perdere è il Museo archeologico nazionale, il MARTA, che espone una delle più grandi collezioni di manufatti risalenti alla Magna Grecia, tra cui i famosi Ori di Taranto, una collezione di gioielli unica nel suo genere.

La Taranto moderna

Così come curioso è un altro edificio estremamente moderno che merita una tappa. Si tratta della Concattedrale Gran Madre di Dio, progettata negli Anni ’70 da Gio Ponti. la sua architettura vuole rappresentare, in omaggio alla tradizione marinara della città, una “vela” che si specchia nell’acqua delle tre vasche antistanti l’ingresso, che simboleggiano il mare.

Per chi preferisce scoprire itinerari insoliti, la periferia di Taranto è un luogo tutto da scoprire, in particolare il quartiere Paolo VI. Qui, le palazzine una volta intonacate di bianco e divenute, col tempo, fatiscenti, sono state completamente colorate da giganteschi murales realizzati da artisti che hanno interpretato ciascuno la propria versione della città. Taranto è quindi una città d’arte antica, ma anche di street art contemporanea.

E poi ci sono le sirene. Sono molti i turisti che giungono per la prima volta a Taranto e che, camminando sulla passeggiata che si affaccia sul golfo, rimangono ammaliati dalle splendide statue di sirene che spuntano qua e là, appoggiate agli scogli. Le sculture, a opera dell’artista contemporaneo Francesco Trani, sono state realizzate in cemento marino affinché possano resistere all’azione erosiva del mare. Ce ne sono diverse, che spuntano dalle acque del Mar Ionio.

La leggenda delle sirene

Si narra che, ai tempi in cui Taranto era la Capitale della Magna Grecia, alcune sirene furono affascinate dalla città e decisero di costruire un castello fatato tra le acque che la lambivano. Nel paese viveva una splendida coppia: lei, una ragazza dalla bellezza incredibile, lui, un pescatore, spesso lontano da casa. A causa della sua assenza, la giovane sposa si trovò a cedere all’estenuante corte di un ricco signore locale. In preda al rimorso, confessò tutto al marito, il quale la portò con sé in barca e la spinse in acqua. Le sirene la salvarono e, rimaste incantate dal suo splendore, la incoronarono regina e le diedero il nome di Skuma (Schiuma).

Tempo dopo il pescatore, pentito del suo gesto, tornò in barca nel punto in cui credeva che sua moglie fosse annegata e si mise a piangere. Le sirene lo rapirono e lo condussero davanti alla loro regina, che naturalmente lo riconobbe immediatamente. Perdonandolo per il suo comportamento, convinse le sirene a lasciarlo in vita, e queste lo ricondussero a riva. Il pescatore capì l’enorme errore commesso e decise di riconquistare la moglie. Grazie all’aiuto di una fata, riuscì a sottrarla dal castello delle sirene e a condurla vicino alle acque del golfo di Taranto. Se vi è venuta voglia di visitare Taranto, cercate un hotel su Booking.

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Evelyn Zappimbulso vicedirettore Corrierepl.it 

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