Principale Economia & Finanza Fisco, Giustizia & Previdenza Corte dei Conti, report sul bilancio della Fondazione Centro sperimentale cinematografia

Corte dei Conti, report sul bilancio della Fondazione Centro sperimentale cinematografia

Nino Sangerardi

“Si segnala, anche per il 2019,una crescita dei costi per “altri accantonamenti” che passano da euro 2.840.054 nel 2018 e euro 6.067.716 nel 2019,con un incremento del 113,6%–peraltro già aumentato del 110,3% dal 2017 al 2018—costituiti da voci che permangono da molto tempo non movimentate e che rappresentano di fatto delle riserve. Si invita l’Ente a una nuova e puntuale verifica del rispetto dei criteri civilistici per la corretta appostazione dei fondi di bilancio”.

E’ quanto si legge nella relazione della Corte dei Conti (presidente Andrea Zacchia, relatore Maria Laura Prislei) sulla gestione finanziaria, anno 2019, della Fondazione Centro sperimentale cinematografia.

Nata nel 1935 è tra le più antiche istituzioni di alta formazione, insegnamento ricerca e sperimentazione nel campo della cultura cinematografica. Assoggettata al controllo del Ministero della cultura da cui riceve un contributo annuale(2019) di euro 12.300.000 che rappresenta la più importante  forma di sostentamento.

Sede principale in Roma, presente sul territorio nazionale con residenze distaccate in Lombardia, Sicilia, Abruzzo, Piemonte e Puglia.

I costi, compresi quelli per il personale, sono sostenuti con contributi a rimborso dalle Regioni sulla base di accordi. Negli ultimi anni sono state messe in opera convenzioni per l’apertura di succursali a Seoul (Corea del Sud), Valencia e Matera per la Regione Basilicata.

La Fondazione riferisce che i rapporti con le Regioni hanno scontato, nel 2019,difficoltà di natura economico-gestionali connesse sia alla contrazione dei finanziamenti accordati sia ai ritardi registrati nelle rimesse delle relative sovvenzioni da parte dei medesimi Enti regionali .

Nel corso dell’anno esaminato presso il Centro sperimentale cinematografia hanno prestato servizio 157 unità, 6 in più rispetto al 2018,con un costo complessivo di 7.116.146 euro.

Il valore della produzione registra un aumento di 3.035.027 euro,passando da euro 19.230.374 a euro 22.265.401, ed è formato essenzialmente dal contributo ordinario disposto dal Ministero della cultura e da quelli per il funzionamento delle succursali regionali.

L’attivo circolante aumenta del 28,7% e comprende rilevanti disponibilità liquide di euro10.139.283 nonché crediti per 6.817.997 anch’essi in crescita del 44,7% a fronte della precedente gestione : di questi  4.980.347 euro sono riferiti a crediti scadenti oltre esercizio successivo con un incremento di euro 1.688.956 e “ i cui presupposti di permanenza in bilancio andranno nel tempo opportunamente monitorati”.

In merito al Fondo rischi e oneri, pari a euro 13.490.097, si rileva un’espansione di 4.232.714 euro tenuto conto dell’esercizio 2018.

”Questa Sezione—scrivono i Magistrati—sollecita l’Ente a tener presenti le indicazioni del MEF in ordine alla redazione dei bilanci per missioni e programmi”.

Organi gestionali della Fondazione sono presidente e consiglio di amministrazione e collegio dei probiviri e comitato scientifico. Per il direttore generale è stato stabilito un compenso annuo lordo di 110.000,00 euro.

Il Centro sperimentale cinematografia si avvale anche di specifiche professionalità esterne per le esigenze didattiche—docenti scuola del Cinema, registi, esperti recitazione,montaggio,fotografia,scenografia,sceneggiatura,eccetera—per una spesa totale di 3.009.118 euro : nel 2018 euro 3.415.154.

L’anno 2019 è risultato particolarmente proficuo visto lo sviluppo delle attività istituzionali di restauro preservazione e digitalizzazione del patrimonio filmico, affiancate alle mansioni di diffusione e promozione della cultura cinematografica e di educazione formazione del pubblico.

“Come già evidenziato nel precedente referto—sostiene la Corte dei Conti—non risultano pubblicati sul sito istituzionale dell’Ente nella sezione Amministrazione Trasparente né il piano della performance né il piano triennale anticorruzione”.

La determinazione della Corte è stata inviata ai presidenti di Senato e Camera dei deputati.

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