Principale Arte, Cultura & Società Tokyo 2020, Italia da record, un Paese “felice”

Tokyo 2020, Italia da record, un Paese “felice”

Decimo posto in classifica mondiale per il medagliere azzurro, col bronzo nella ritmica che porta a 40 i premi ottenuti. Il CONI di Malagò ora auspica un "futuro istituzionale" per lo sport italiano

Terminano i Giochi olimpici del 2020, posticipati di un anno e senza pubblico a causa del Co.Vi.D./19, che per l’Italia restano, comunque, un trionfo. Le 40 medaglie conquistate – 10 ori, 10 argenti e 20 bronzi (oltre ai 12 quarti posti) – hanno segnato un nuovo record per il carniere azzurro, con l’edizione risultata, per noi, la più ricca e proficua di sempre.

livello intercontinentale l’Italia dello sport è stata nettamente staccata solo dagli Stati Uniti (113 medaglie di cui 39 d’oro, 41 d’argento e 33 di bronzo) e dalla Cina (con 89 riconoscimenti, di cui 38 ori, 33 argenti e 18 bronzi), con un bilancio appena aggiornato che ha segnato un momento leggendario nella storia sportiva del nostro Paese, obiettivo centrato con tanto sudore ed epica fatica.

XXXII Olimpiade, nostri medagliati e statistiche

Premettendo un applauso e un ringraziamento generale a tutto il team della spedizione azzurra segnaliamo, a malincuore ma ad onor di cronaca, solo una minima parte dei traguardi italiani raggiunti in Giappone.

Vito Dell’Aquila è stato il primo atleta classe 2000 a vincere una medaglia – d’oro – nella disciplina del Taekwondo.
Nel nuoto – che ha eguagliato il numero di podi in vasca (6) di Sydney 2000 – la 4×100 stile libero maschile ha conquistato il primo podio olimpico con un argento, la 4×100 misti ha invece vinto la medaglia bronzea con Federico Burdisso – il più giovane premiato nell’Italia Team di Tokyo con meno di 20 anni, mentre il più “anziano” (42 anni) è stato lo schermidore argento Aldo Montano -, terzo anche nella specialità della “farfalla”. Gregorio Paltrinieri è stato poi il primo medagliato a vincere sia in vasca (un argento negli 800m stile libero) sia nel fondo (un bronzo).

Vanessa Ferrari, bresciana alla quarta partecipazione olimpica, ha conquistato la prima medaglia individuale al femminile nella ginnastica artistica a corpo libero (unico precedente fu un argento a squadre nel 1928). Maria Centracchio è stata la prima atleta molisana a vincere un bronzo olimpico nel Judo, mentre annoveriamo il primo podio di sempre al femminile per Giorgia Bordignon, con un argento nel sollevamento pesi (sport che, con tre premiazioni, ha eguagliato il bilancio di Parigi 1924).

Primo podio storico – e per lo più d’oro – nel canottaggio femminile per Federica Cesarini e Valentina Rodini (di coppia, in doppio pesi leggeri), primo nel tiro con l’arco per Lucilla Boari (bronzo), primo nel pugilato con Irma Testa nei 57 kg (bronzo). E prima medaglia d’oro nella vela “Nacra 17 mista – disciplina con equipaggio formato da una donna e un uomo – per Caterina Banti e Ruggero Tita (primo storico oro di sempre ai Giochi estivi per un atleta trentino).
Ancora una doppia premiazione nel Karate – sport all’esordio olimpico – con l’oro di Luigi Busà nel Kumite dei 75 kg e il bronzo di Viviana Bottaro nel Kata.

Un capitolo a parte va ritagliato per le eccellenze nostrane dell’atletica leggera: mattatore della compagine azzurra – già di per sé da record per numero di atleti partecipanti (384, con una quasi parità di genere) è stato senza dubbio Lamont Marcell Jacobs, oro nei 100 metri (primo finalista italiano di sempre) e nella staffetta 4×100. Chiude infine Gianmarco Tamberi, oro nell’alto e primo vincitore della specialità al maschile.

L’età media registrata dagli “ori azzurri” a Tokyo 2020 è stata di 26,33 anni (contro i circa 25 di Rio 2016), mentre quella dei medagliati italiani in generale è stata di 26,84 (più bassa di mezzo punto rispetto a Rio, di due anni più giovane comparata a Londra 2012 e di tre, invece, nei confronti di Pechino 2008). Le discipline premiate sono state in totale 19, il numero più alto da Atene 2004 (quando c’era anche la pallanuoto femminile). La Lombardia è stata la regione d’Italia più proficua, con 16 riconoscimenti, seguita dal Veneto (due regioni quindi apparentemente “pronte” per la XXV edizione dei Giochi olimpici invernali di Milano-Cortiina 2026). Le città “più medagliate” sono state Roma, con 6, seguita da Napoli, con 4.

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La “stranezza” dell’Olimpiade “migliore di sempre”

Dal ‘The KihinkanTakanawa Manor House’ nel cuore di Tokyo, sede della lussuosa e prestigiosa Casa Italia, il presidente del Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), Giovanni Malagò, ha tenuto un’accurata conferenza stampa esaminando dati, esprimendo concetti e facendo il punto sulla situazione attuale e futura dei successi azzurri in maniera molto chiara: “40 medaglie sono tante, io ero convinto che saremmo arrivati a 39, l’avevo detto alle persone a me più care anche perché – lo faccio da sempre – faccio tutto con il 13, moltiplico tutto per 13, aggancio il 13 nelle scelte della mia vita”, ha dichiarato il numero uno del CONI.

[…]Casa Italia è stata una cosa bellissima, chissà cosa sarebbe stata la nostra Olimpiade senza Casa Italia… In questi giorni ho ricevuto un diluvio di complimenti dai colleghi membri del CIO, comprese le federazioni internazionali e i comitati organizzatori delle prossime Olimpiadi. Abbiamo dato visibilità alle nostre aziende che ci hanno dato fiducia e, tengo a dire che, la credibilità dello sport italiano, definito leale, è ai massimi livelli. Abbiamo reso felice un Paese: questa è stata l’Olimpiade migliore di sempre e non è impossibile ripetere le 40 medaglie di Tokyo, ma dobbiamo occuparci solo di sport: basta perdere giornate, tempo ed energie, come abbiamo fatto negli ultimi anni. Mi auguro che il futuro del CONI sia nella vita istituzionale del Paese: lo merita per la storia, per il presente e per il futuro”, ha poi aggiunto Malagò.

Il dirigente non si è lasciato sfuggire, successivamente, l’occasione di elogiare Thomas Bach, l’attuale presidente del Comitato Olimpico Internazionale (di cui anche Malagò è membro a titolo individuale), dipingendolo come un “gigante sotto tutti i punti di vista”, per poi affermare che “questa è stata una scommessa, clamorosamente vinta dal CIO, con Tokyo 2020 e le autorità giapponesi”. Ha altresì ricordato la “sfortuna” che ha colpito il canottiere Bruno Rosetti, positivo al Coronavirus ad un’ora e mezza prima della finale: “Ringrazio Bruno Rosetti che, per un beffardo destino della vita – dopo 5 anni di sacrifici – quella mattina a quell’ora – un’ora e mezza prima della finale – è risultato positivo e non ha potuto salire sulla barca. Rosetti è stato l’emblema della stranezza di questa Olimpiade”.

Il numero uno del CONI, infine, si è soffermato anche sull’aspetto “geopolitico” del carniere azzurro: “A Tokyo 2020, su 205 Paesi presenti, sono andati a medaglia 93 nazioni, ossia il 47% (a Rio 87, a Londra 85, a Pechino 86). […]Sono cresciute anche le nazioni vincitrici di almeno un oro, con 65 premi contro i 59 di Rio e i 54 di Pechino”.

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CONI, più di 7 milioni di euro per i nostri vincitori

Con il bronzo finale di oggi ottenuto dalle “Farfalle” nella ginnastica ritmica, tocca quindi quota 40 il numero delle medaglie che gli azzurri portano a casa dal Giappone. Un bottino che supera nettamente il precedente record (36) risalente a Los Angeles 1932 e Roma 1960. Le tante sopracitate “prime volte” hanno reso l’impresa dello sport italiano, attualmente, la più grande di sempre.

Dal CONI, si dice, sarebbero pronti 7 milioni e 50mila euro di premio (€180.000 in caso di podio d’oro, €90.000 per l’argento e €60.000 per il bronzo), come riconoscimento per tutti i medagliati di Tokyo. Tanti soldi forse, che però non riescono a rubare la scena al fatto che l’Italia abbia vinto qualcosa in ogni suo giorno di gara, cosa mai accaduta in precedenza. E nemmeno al dato che – sempre per la “prima volta” – i Giochi olimpici del 2020 hanno visto la partecipazione di atleti provenienti da tutte le Regioni e Province autonome d’Italia, statistica che lascia ben sperare sulle prospettive future di alcuni nostri settori sportivi nazionali, spesso così “diversamente seguiti” dal Calcio.

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Antonio Quarta

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

Il Corriere Nazionale

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