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I conti non tornano in Regione Puglia. Sedicimila posti di lavoro a rischio ma viene reintrodotta l’indennità di fine mandato!

Appena appresa la notizia il 5 agosto, diffusa da Antonella Laricchia, assente in quella seduta, che il consiglio regionale aveva votato un emendamento come riportato dal quotidiano La Repubblica edizione barese e da questo quotidiano, i commenti sono stati scandalizzati, ma è tutto legittimo.

“Torna l’assegno di fine mandato per i consiglieri regionali. Con un emendamento “per articolo aggiuntivo” al ddl 142 sui debiti fuori bilancio, all’unanimità il Consiglio regionale nell’ultima seduta prima della pausa estiva del 27 luglio ha reintrodotto il “trattamento indennitario”, che era stato abolito nel novembre 2012 insieme ai vitalizi.”

L’ammontare dell’indennità “è fissato nella misura dell’ultima mensilità dell’indennità di carica lorda percepita dal consigliere cessato dal mandato, moltiplicata per ogni anno di effettivo esercizio del mandato. In caso di morte del beneficiario l’assegno di fine mandato è versato agli eredi”. Sull’indennità di carica “è operata una trattenuta obbligatoria nella misura dell’1 per cento, a titolo di contributo per la corresponsione dell’assegno”.

Notizia di oggi è che l’esborso totale ammonterebbe a quattro milioni di euro.

A questo punto il punto di partenza e non di arrivo è questo: non tutto ciò che è penalmente irrilevante è moralmente lecito.

Questo vuol dire che ogni consigliere regionale è libero di percepirla e disporre di questa indennità ma visto che era stata abolita, era necessario, opportuno, doveroso ripristinarla?

Non era un atto dovuto. Esisteva la discrezionalità.

Per evitare che la situazione prosegua a macchia di leopardo è opportuno che una norma nazionale eviti queste “aggiunzioni” che mortificano i tanti cittadini indigenti e inducono a non avere fiducia nelle istituzioni poste a tutela del bene comune cioè di tutti non di alcuni, di pochi, di una oligarchia, di una casta.

Qualcuno è già disponibile a rinunciare come la ex consigliera Elena Gentile.

Benissimo, è auspicabile che tutti gli altri la seguano e soprattutto questi soldi risparmiati abbiano una destinazione d’uso precisa.

Sarebbe interessante visto che nessuno si è opposto e la proposta proveniva da tutti i capigruppo in Regione, comprendere perché. Io non lo comprendo e non posso giustificarlo.

Oltre tutto questi “lavoratori” non hanno accantonato nulla come i normali lavoratori dipendenti.

E quindi riprendo il grido dei sindacati confederali che a fine maggio lanciavano numeri sconvolgenti per la fine del blocco dei licenziamenti segnalando che in Puglia sono a rischio sedicimila posti di lavoro.

Certo i quattro milioni sono briciole, infatti se dividiamo 4 milioni di euro per 16.000 viene una somma pari a 250 euro a testa ma come diceva Santa Madre Teresa di Calcutta è sempre una goccia di acqua dolce in un mare di acqua salata.

Sarebbe una bella testimonianza di come la sorte di ogni famiglia pugliese sta a cuore ad ogni consigliere, indurrebbe altresì le imprese ad avere più fiducia nelle istituzioni non dimenticando che a livello nazionale a maggio c’erano 99 tavoli aperti e duecentomila posti di lavoro a rischio, una vera bomba sociale, induca i politici a rimboccarsi le maniche e non a riempirsi le tasche.

La misura è colma e un freno deve venire dallo Stato centrale con norme che limitino l’autonomia legislativa delle regioni in materia di indennità  senza alcun criterio di perequazione che viola la Costituzione nella sua ratio prima che nei singoli articoli.

Uno slogan di alcuni anni fa diceva “E’ ora, è ora potere a chi lavora” penso quel tempo sia arrivato. Le tre medaglie d’oro raggiunte dagli atleti pugliesi dopo sacrifici immensi siano un monito per tutti questi anonimi atleti che hanno dedicato una vita allo sport, il loro lavoro, per questo  sono degni di alzare la nostra bandiera.

Spero che ogni cittadino, soprattutto il politico sia orgoglioso e degno della mia terra, la Puglia e del mio tricolore, la bandiera dell’Italia.    

Il Corriere di Puglia e Lucania ha sempre fatto ed è sempre pronto a fare la sua parte. 

Dario Patruno

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

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