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Di Gregorio (pd): Verde Amico e Cementitaly. In pericolo quasi 200 posti di lavoro

“Il lavoro nella provincia di Taranto è una questione che bisogna affrontare senza  allarmismi e demagogia e tentando di non ripetere gli errori del passato”. Lo afferma il consigliere regionale Vincenzo Di Gregorio (Pd).

“Ho partecipato – spiega – ai lavori della VI Commissione regionale che ha affrontato due vertenze che riguardano da vicino la provincia di Taranto: il progetto Verde Amico ex Isola Verde e lo stabilimento Cementitaly già Cementir. Le due realtà complessivamente occupano poco meno di 200 unità (130 Verde Amico, 51 Cemitaly) per le quali il futuro occupazionale è incerto. La riunione ha chiarito alcune incognite. Questo è sicuramente un elemento positivo perché ci consente di capire quali interventi adottare, ma dobbiamo ancora lavorare alla loro soluzione”.

“Per Verde Amico – aggiunge il consigliere regionale – abbiamo una certezza, riferitaci dalla task force: Regione e ministero dell’Ambiente rifinanzieranno il progetto scaduto il 24 febbraio scorso.  Il vero nemico, però, è il tempo. Dobbiamo fare in modo che non trascorrano mesi tra la firma della delibera Cipe e la sua pubblicazione. Superato questo step dovremo accelerare, nel totale e incondizionato rispetto delle regole, le procedure di selezione e riassorbimento del personale. Comprendo e condivido, pertanto, le preoccupazioni espresse dal sindacato. E a tal fine investirò personalmente della questione l’assessore regionale Sebastiano Leo al fine di valutare la possibilità di accompagnare questa fase di attesa con un percorso autonomo di formazione che possa dare respiro ai lavoratori e alle famiglie in difficoltà”.

Più difficile si presenta la vertenza Cementitaly. “Dalle notizie emerse in commissione – continua l’esponente Pd – le possibilità di una ripresa produttiva del sito sono residue. I problemi che potremmo avere di fronte sono, quindi, di duplice natura: da un lato il futuro occupazionale delle maestranze; dall’altro la messa in sicurezza e la bonifica degli impianti in caso di mancato riavvio”.

Secondo Di Gregorio “si tratta di una vicenda complessa che  richiede il coinvolgimento del Governo e che, per certi aspetti, potrebbe trovare accoglimento nell’ambito del CIS Taranto. In assenza di ripresa della produzione, ai lavoratori va garantito un percorso di sostegno al reddito e di aggiornamento professionale. Ma aggiungo che questa vertenza, pur nella sua drammaticità, potrebbe rappresentare il primo esempio di chiusura di un ciclo industriale cui deve seguire la necessaria riconversione produttiva ed occupazionale  in chiave ecosostenibile. Si tratta di una vera sfida che si vince solo con l’impegno di tutti e avendo ben chiara una cosa: non un solo posto di lavoro dovrà essere perduto”.

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

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