Principale Attualità & Cronaca Le reali motivazioni del rinvio dell’85esima edizione della Fiera del Levante

Le reali motivazioni del rinvio dell’85esima edizione della Fiera del Levante

Scarsa l’adesione delle aziende o Covid?Per dirla tutta, operatori commerciali e relativi avventori e visitatori possono coesistere in promiscuità con operatori sanitari e ammalati? Alziamo il velo pietoso steso e guardiamo cosa c’è sotto.

Di Daniela Piesco

Il rinvio al 2022 dell’85esima edizione della Fiera Campionaria del Levante , che come ogni anno si sarebbe dovuta a tenere a Bari,il prossimo settembre ,è un vero e proprio affondo non solo per la città ospitante,ma per l’intero Mezzogiorno:si perde infatti, l’occasione di riposizionare la Fiera in un momento in cui il Sud ha l’attenzione dell’Europa.

Ad annunciarlo è stato l’ente organizzatore Nuova Fiera, chiarendo che si tratta di una decisione «legata alla scarsa adesione delle aziende per le difficoltà finanziarie, per la mancanza di materie prime e di prodotti disponibili, in conseguenza delle ripetute restrizioni adottate dai governi per contenere la pandemia. Un quadro che rispecchia perfettamente la situazione in cui versano migliaia di piccole e medie imprese in grandissima difficoltà».

Si rompe una tradizione che neppure il Covid aveva interrotto lo scorso anno

Lo scorso anno, infatti,nonostante i difficilissimi mesi di lockdown, la Campionaria 2020 si tenne, anche come auspicio di ripresa. Oggi la società che gestisce spiega che non farla è ‘Una scelta essenzialmente legata alla scarsa adesione delle aziende per le difficoltà finanziarie…’.

Una motivazione sicuramente valida, molte piccole e medie aziende che affittavano i padiglioni della Campionaria non sono in grado di sostenere gli alti costi degli affitti che, comunque, potevano essere ridotti in ragione delle riconosciute difficoltà economiche e finanziarie.

In realtà la mancata adesione è conseguente anche , alla promiscuità dei luoghi a destinazione fieristica con quelli a destinazione sanitaria vista la presenza nello spazio fieristico di un Ospedale Covid.

Del resto, lo stesso sindaco di Bari,Decaro,ha eccepito l’impossibilità di mantenere le strutture sanitarie in zona destinata urbanisticamente ad attività fieristiche :

«Ad oggi la priorità di tutti è salvaguardare e tutelare la salute dei cittadini e sostenere le aziende nell’attività di ripresa. Nonostante il processo di ripresa in corso – prosegue Decaro – le difficoltà che in questi mesi hanno vissuto le imprese sono reali e tangibili su diversi fronti e la mancata partecipazione all’appuntamento della Fiera del levante e ad altre fiere nazionali è uno di questi. Le incognite legate all’emergenza pandemica sono ancora tante e la stretta del Governo, che ancora è in via di definizione, non permette una serena programmazione di tante attività».

Piuttosto l’Ente organizzatore                          della Nuova Fiera ha anche il timore di non poter rispettare impegni a lungo termine in considerazione delle variabili dovute all’andamento dei contagi da dalla variante Delta, oltre alle problematiche relative all’utilizzo del Green Pass: «Rinviare la Campionaria è un atto dovuto che si compie nel rispetto di chi aveva deciso di esserci, e a cui non si vuole chiedere di aggiungere alla fiducia un rischio – ha aggiunto l’ente – Siamo al lavoro per un ritorno in grande stile della 85edizione che si terrà nel 2022».

Ma a questo punto appare lecito chiedersi
se la Fiera del Levante non si dovesse più tenere perché si continua a pagare il fitto di 111mila euro al mese per le strutture sanitarie ubicate nei padiglioni a maggior ragione se non si realizzano le entrate della Campionaria?

L’ ‘ospedale in Fiera viene mantenuto per una manovra di salvaguardia degli equilibri economico-finanziari dell’Ente Fiera?

Invero le prime polemiche nacquero a pandemia ancora imperante

L’idea del governatore Emiliano di fare dell’ospedale in Fiera un grande punto di riferimento per le emergenze in tutto il Mediterraneo non trovó tutti d’accordo soprattutto nella casa comunale dove ribadirono la necessità di spazi dedicati esclusivamente ad eventi fieristici.

A maggior ragione oggi, che la pandemia con migliaia di ricoveri è alle spalle, nell’ospedale Covid non ci sono più ricoveri la posizione di Emiliano appare poco condivisibile.

Allo stesso tempo approvare due varianti urbanistiche (una per destinare quegli spazi a centro per la formazione medica e un’altra per realizzare nuovi padiglioni espositivi) è un’operazione istituzionale lunga e di difficile realizzazione.

Non solo: il giorno dopo la fine dello stato di emergenza, l’ospedale avrebbe dovuto essere smontato per evitare il pagamento di indennità per occupazione abusiva.

Ma il problema principale forse è che non esiste ancora un confronto vero con la Regione che neghi improvvisazione e sprechi.

Si sottolinea infatti che la vicenda è già costata ai pugliesi 25 milioni di euro, e che la necessità della Fiera di ottenere in cambio 30mila metri quadrati di spazi fieristici sarebbe sempre a spese della Regione.

D’altro canto c’è chi ritiene che lo stop in argomento sia un bene

La fiera per molti si era trasformata da evento rappresentativo in cui si metteva in mostra l’economia del Meridione a rassegna dal sapore fin troppo folcloristico, da celebrazione del tempo che fu. Forse non è un male che la campionaria della Fiera del Levante si debba fermare per un anno (la seconda volta nella storia della Fiera, dopo l’interruzione dal 1940 al 1946 causata dalla Seconda guerra mondiale).Non è un male perché potrebbe servire a ripensare un format che sconta il tempo che passa.

La Fiera,invero, si trascina con un modello vecchio: sempre uguale nella sua presentazione estetica e senza aver mai tenuto nel minimo conto l’irruzione della trasformazione digitale sia nell’offerta dei prodotti sia nelle relazioni tra le imprese e tra aziende (B2B) e consumatori (B2C).

La Fiera non è riuscita ad abbandonare il profilo di “vetrina” e non ha saputo guardare alle evoluzioni, cambiando il suo orientamento al prodotto in orientamento al mercato.

In sintesi,a conclusione del ragionamento fatto,appare evidente che :

la decisione di collocare l’ospedale in Fiera è stata una follia che ha mostrato la miopia di una classe dirigente incapace di valutare soluzioni senza esborso di denaro pubblico .

Ciò posto si profila un’inquietante retroscena che pone dubbi sul fatto che ,in realtà,la scelta effettuata è stata fatta per trovare una via di fuga per cancellare una Fiera incapace di rispondere ai nuovi bisogni del mercato.

Fu vera gloria?

Daniela Piesco Vice Direttore Radici

Membro comitato direttivo Corriere Nazionale

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