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Tra tamponi e tamponati

L’Opinione di Roberto Chiavarini

Premetto che non sono un Avvocato ma ho una certa conoscenza delle materie giuridiche (trattando da tempo immemorabile temi legati ai diritti Umani, non potrebbe essere diversamente) e, in funzione di ciò, mi sono posto una domanda fondamentale che riguarda il motivo per il quale, il Potere, ha stabilito, recentemente, di disporre il Lockdown.

Ebbene, già da metà agosto 2020, è cominciato un tam tam tra la popolazione, a proposito dei tamponi.

Pian piano, si sono formate lunghe file di automobilisti, che si sono recati spontaneamente (?) presso gli avamposti creati dai governanti per svolgere il “Tamponamento” anti-covid.

Sappiamo che gli italiani hanno avuto, da sempre, una riluttanza per le file, soprattutto nell’era fascista.

Ma restando seduti in auto, le file si possono anche fare.

Ciò che mi sorprende, è il fatto che gli italiani, senza invito alcuno, si siano messi a fare le file indiane.

Mah…gli italiani.

Quelle file, mi hanno ricordato “certe” primarie politiche.

Bisogna dire che, i Tamponi fatti in auto, non meravigliavano più di tanto gli automobilisti, poiché, il tampone, è uno dei termini con il quale entrano in confidenza sin dalla prima lezione alla Scuola Guida.

Anzi, forse è il primo termine in assoluto, ovvero quando gli Istruttori avvertono gli aspiranti conducenti: attenzione che se tamponi l’auto che ti precede, hai sempre torto.

Tra Tamponi e tamponati, niente di straordinario e di sconosciuto nel vocabolario degli italiani, così tanto da poterli spaventare.

Fino a 12 ore di fila per un tampone.

Mi chiedo: “perché fatti in auto”?

Beh, con l’incedere dell’autunno e le prime piogge, le file a piedi potevano sconsigliare i cittadini dal mettersi in fila per 12 ore.

In auto, comodamente (?) seduti, si poteva invece fare.

Per quale motivo si siano formate quelle file, comunque, rimarrà sempre un mistero.

Ma torniamo ai tamponi e ai prelievi.

Ho conservato numerose foto e video di quei prelievi fatti per strada nelle automobili.

Adesso poniamo il caso che, un prelievo di così fatta natura, possa essere fonte di contenzioso tra due parti contrapposte in Tribunale.

Ebbene, sempre per ipotesi, poniamo il caso che, una delle due parti sostenga la validità scientifica di quel prelievo, quale prova inconfutabile.

E adesso ipotizziamo che, la controparte, si voglia opporre a quella prova, chiedendo al Giudice di invalidarla, ponendo alla base della sua richiesta, la inattendibilità di quella prova.

Per mia esperienza personale, dopo 20 anni di assistenza a mia madre, in fatto di tamponi, vaccini, virus e batteri, ritengo di potere formulare la seguente eccezione:

Premesso che

  • i tamponi devono essere praticati da personale sanitario specializzato per tale prelievo ed immediatamente identificabile, ovvero, l’operatore sanitario deve avere sulla sua tuta il “baigei” che contenga i suoi dati identificativi personali e il numero di autorizzazione per tale pratica rilasciato dall’ASL competente
  • il prelievo deve avvenire assolutamente in ambienti asettici e sterilizzati, ovvero in un ambiente protetto.

Rilevo, dunque, le seguenti eccezioni.

Appare, dal numeroso materiale fotografico e video in mio possesso, che, gli operatori sanitari (?) che operano per strada, si appoggino ritualmente sullo sportello delle auto, con la pancia e lo sterno, allungando il braccio all’interno dell’abitacolo, con in mano il lungo tampone senza protezione alcuna, già pronto per essere introdotto nelle cavità della bocca e del naso.

Sulla fiancata dell’auto, però, solitamente, si forma una vera e propria patina di batteri, di virus, di microorganismi, di materiale organico in decomposizione, proveniente dalle carcasse di animali e di insetti che muoiono lungo le vie dei centri urbani, oltre al materiale biologico e ad escrementi vari, la cui polverizzazione, si traduce in particelle infinitesimali che, disperdendosi nell’aria, vengono raccolte per strada dalle ruote in movimento (dove c’è di tutto e di più)  per essere  proiettate direttamente sulle fiancate delle auto, proprio la dove gli operatori sanitari si appoggiano con la loro bella tuta.

Non solo.

Nell’abitacolo, c’è una coltura di altri virus, batteri e microrganismi “catturati” dai tappetini di mouquette sintetica, trasportati dai passeggeri attraverso le scarpe che, a loro volta, hanno “catturato” in abbondanza sul selciato prima di entrare in auto.

Senza contare che, i filtri dell’aria condizionata, non saranno stati sanificati certo nelle ultime 8 ore.

Ebbene, se tali rilievi, fossero eccepiti davanti al Giudice, il Magistrato, non impiegherebbe neppure un secondo per invalidare la prova del tampone, perché prelevato in condizioni sanitarie precarie e gravemente esposte agli agenti inquinati, ovvero diversamente da un ambiente protetto.

Ma anche lo stesso tampone potrebbe essere inquinato “ab origine”, perfino al momento del suo confezionamento, se dovessero essere veri i video che circolano in rete.

Quindi mi chiedo: su quei tamponi oltre alle tracce di Covid, cosa c’è d’altro?

I sanitari che analizzano quei tamponi, informano immediatamente l’interessato sottoposto a prelievo e le strutture sanitarie, di tutte le altre presenze virali nella sua bocca?

Oppure, no?

E noi definiamo “contagiati” quei cittadini sottoposti ai tamponi, molti dei quali prelevati in quelle condizioni precarie e gravemente esposte agli agenti inquinati?

MA QUALE È LA FUNZIONE DELLA SALIVA IN BOCCA?

Vediamo come su Internet (salvo errori ed omissioni) venga descritta la funzione della saliva, prelevata con l’inserimento dei tamponi in bocca, che è una componente vitale del nostro organismo e, contrariamente da quanto erroneamente si immagini, essa non è un mero liquido che si forma nella bocca.

Funzionale alla masticazione, nonché alla digestione dei cibi, la saliva occupa un ruolo di rilievo nel processo di pulizia e disinfezione della bocca, in quanto contrasta il diffondersi di batteri, di virus e di micro organismi.

La saliva contiene enzimi, minerali e proteine, in particolare la proteina lattoferrina che, appunto non solo previene la formazione dei microorganismi, ma ne contrasta il diffondersi.

Quindi, in bocca, è estremamente normale identificare remote tracce di virus e batteri oramai resi inoffensivi dalla saliva (è un po’ come trovare “carcasse” di corpi di soldati su un campo di battaglia) e, quindi, sui tamponi, è altrettanto facile trovare perfino i “resti” del Coronavirus.

La saliva, per concludere brevemente, funge da unguento per il cavo orale, facilitando non solo la deglutizione, ma facendo da schermo protettivo dagli attacchi batterici all’intera struttura della bocca e della laringe.

La citazione della funzione della saliva in bocca, non va intesa come un estratto da un testo scientifico, ma come notizia deduttiva e sintetica, che può essere rappresentata e/o riformulata dagli addetti ai lavori, con altre definizioni e riferimenti scientifici più chiari ed articolati.

ROBERTO CHIAVARINI

Opinionista di Arte e Politica

Redazione Corriere Nazionale

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