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Pestaggi in carcere, Capece (Sappe): La Polizia penitenziaria è un’istituzione sana che non ricorre alla violenza

Pestaggi in carcere, Capece (Sappe): “Scioccato da quelle immagini vergognose, abbiamo bisogno di capire se nella catena di comando è sfuggito qualcosa.

La Polizia penitenziaria è un’istituzione sana che non ricorre alla violenza. Quando c’è stata la rivolta si sono accumulati tantissimo stress e tantissima tensione in questo personale perché i detenuti che stanno in quel carcere sono detenuti di alta sicurezza che hanno messo a ferro e fuoco il carcere.

La polizia penitenziaria è un’istituzione completamente abbandonata a se stessa. E’ cambiato il mondo penitenziario, è cambiata anche la tipologia di detenuti, veniamo insultati, aggrediti, ci sputano addosso, ormai si è perso il rispetto per l’uomo in divisa”

Donato Capece, segretario del Sappe (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria), è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

Sulle violenze nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. “Io sono rimasto scioccato dalle immagini che ho visto –ha affermato Capece-. Abbiamo bisogno anche noi di capire come e perché sia successo quello che abbiamo visto, la Polizia penitenziaria è un’istituzione sana che non ricorre alla violenza.

Abbiamo fiducia nella magistratura, abbiamo bisogno di capire se nella catena di comando è sfuggito qualcosa, io mi dissocio da quelle immagini vergognose, non è quella la polizia penitenziaria. Io ho fatto il comandante di reparto al Regina Coeli e posso assicurare che la Polizia penitenziaria non utilizza violenza.

Quando c’è stata la rivolta si sono accumulati tantissimo stress e tantissima tensione in questo personale perché i detenuti che stanno in quel carcere sono detenuti di alta sicurezza che hanno messo a ferro e fuoco il carcere. Abbiamo visto immagini di agenti feriti, col sangue sulle magliette.

Probabilmente chi comandava quel reparto doveva fare una perquisizione, ma la cosa gli è sfuggita di mano, sicuramente doveva fare diversamente perché non si può agire in quella maniera. I problemi del sovraffollamento e della grave carenza d’organico esistono.

La polizia penitenziaria è un’istituzione completamente abbandonata a se stessa. E’ cambiato il mondo penitenziario, è cambiata anche la tipologia di detenuti, veniamo insultati, aggrediti, ci sputano addosso, ormai si è perso il rispetto per l’uomo in divisa.

Coloro che si rendono autori di queste offese contro l’uomo in divisa non vengono puniti, questo rende più arrogante il detenuto, noi non possiamo andare a prestare servizio in carcere tutto il giorno a prendere le botte. Ribadisco però che questa cosa che è successa non si è mai vista e mai avremmo voluto vederla.

Ho chiesto all’amministrazione di cambiare il personale, anche perché in quel padiglione come facciamo ad andare in servizio mentre i detenuti brindano contro noi? Sta arrivando personale da alcune sedi del nord”.

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

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