Principale Politica Il Ddl Zan non fa un passo avanti: resta il muro Pd-M5s

Il Ddl Zan non fa un passo avanti: resta il muro Pd-M5s

Il confronto in maggioranza sulla legge per il contrasto dell’omofobia continua serrato e la riunione che si è tenuta questa mattina a Palazzo Giustiniani, al momento non è servita per sbloccare l’impasse. I partiti si vedranno nuovamente alle 15

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– Un manifestazione Lgtb

Pd e Movimento 5 stelle non cedono: il ddl Zan deve andare in Aula la prossima settimana, il testo approvato dalla Camera non deve essere modificato e la proposta di mediazione fatta dal presidente della commissione Giustizia, Andrea Ostellari, viene bollata come “irricevibile”.

Il confronto in maggioranza sulla legge per il contrasto dell’omofobia continua serrato e la riunione che si è tenuta questa mattina a Palazzo Giustiniani, al momento non è servita per sbloccare l’impasse. I partiti si vedranno nuovamente alle 15.

La proposta del relatore Ostellari di eliminare ogni riferimento all’identità di genere, non piace né ai dem né ai 5 stelle. “Così non va bene – dice il vice capogruppo Pd, Franco Mirabelli – Se si toglie, non c’è nessuna tutela della transfobia, per questo è irricevibile”, spiega. Alessandra Maiorino, conferma la linea del Movimento 5 stelle e punta l’indice contro Italia viva, che al vertice ha chiesto di rinviare di 24 ore il voto dell’Aula sul calendario in programma alle 16,30 di oggi. “Noi non abbiamo mai cambiato idea”, dice, “c’è una forza politica che sta cercando di cambiare le carte in tavola, ed è Italia viva. Non si capisce il perché di questo improvviso cambio di opinione, visto che ha votato la legge alla Camera”.

La parlamentare conferma che i 5s faranno “di tutto per mantenere il progetto presentato, cioè andare in Aula la prossima settimana”, e a chi le fa notare che così si rischia di non avere i voti per approvare il testo risponde: “Se Iv garantisse i suoi, ci sarebbero, è molto semplice”.

Lega e Forza Italia chiedono tempo per analizzare la proposta di mediazione consegnata dal relatore. “Ci sembra una buona base di partenza – afferma Massimiliano Romeo, presidente dei senatori leghisti – Abbiamo chiesto 24 ore di tempo per fare approfondimenti e valutazioni, e per evitare che si vada in Aula e ci si scontri sul calendario, perché non sarebbe un bel messaggio da parte di una maggioranza di governo”. Per la Lega, prosegue, “il tema vero è la volontà di contrastare qualsiasi tipo di discriminazione legato all’orientamento sessuale. Bisogna togliere l’aspetto legato alla fluidità sessuale, che è quello maggiormente divisivo di questa legge e che a nostro giudizio va escluso”.

Anche Annamaria Bernini, capogruppo di FI, critica chi vuole andare subito in Aula. “Chi vuole andare al voto oggi pomeriggio lo fa a rischio della vita della legge Zan. Non e’ quello che vogliamo, noi vogliamo una mediazione che la faccia sopravvivere. E a chi sostiene che le eventuali modifiche al Senato comporterebbero dei problemi alla Camera, dico che basta un accordo politico per farla passare anche a Montecitorio in una settimana“, sostiene prima di lanciare una frecciata al segretario del Pd. “Il ‘prendere o lasciare’ di Enrico Letta, che ha politicizzato il ddl Zan, ha messo in difficoltà anche chi voleva piccole modifiche come FI, noi non possiamo obbedire al leader del Pd”.

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