Principale Politica Draghi, l’economia riparte ma la pandemia non e’ finita

Draghi, l’economia riparte ma la pandemia non e’ finita

 “A piu’ di un anno dall’esplosione della crisi sanitaria, possiamo finalmente pensare al futuro con maggiore fiducia”. Cosi’ il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha esordito nel suo intervento all’Adunanza solenne di chiusura dell’Anno accademico dell’Accademia nazionale dei Lincei. Nel suo discorso il Premier ha parlato dell’efficacia della campagna vaccinale che dopo mesi di isolamento ha permesso la ripresa delle interazioni sociali, dell’economia e dell’istruzione. “La pandemia pero’ non e’ finita, avremo a che fare con le sue conseguenze e una di queste e’ il debito” ha detto Draghi, specificando che sara’ proprio l’argomento della lezione di oggi. La crisi economica dovuta alla pandemia non ha eguali, scegliere una recessione, rispetto a una depressione e’ stata una decisione consapevole dei governi ed il costo di questa scelta e’ stato proprio il debito.

“I sussidi hanno comportato un aumento del debito pubblico e i prestiti bancari garantiti hanno comportato un aumento del debito privato, la quale fase di crescita potrebbe ancora non essere terminata -continua Draghi spiegando che il governo continuera’ a sostenere i lavoratori dopo i traumi subiti-. Mantenere una politica di bilancio espansiva e’ aiutare la crescita. Le previsioni attuali della Commissione indicano un aumento del PIL quest’anno in Italia e nell’UE del 4,2% e credo che queste stime verranno riviste al rialzo. La fiducia di consumatori e imprenditori sta tornando”. Per riparare i danni della crisi dobbiamo pero’, ha spiegato il Premier, raggiungere tassi di crescita piu’ elevati e sostenibili oltre che riflettere sulle conseguenze che la digitalizzazione avra’ sui lavoratori con meno competenze e lavoro a rischio. Per questo “Intendiamo mettere in campo politiche attive del lavoro che permettano di acquisire le conoscenze necessarie per le nuove professioni” ha precisato Draghi che ha posto poi l’accento sulla necessita’ di puntare sugli investimenti, le riforme e l’inclusione di donne e giovani nel mercato del lavoro. “Il debito puo’ unirci e rafforzarci o dividerci, dipendera’ dall’uso delle risorse. Tuttavia, non tutti i Paesi della zona euro sono ugualmente in grado di utilizzare la politica di bilancio come strumento di stabilizzazione e dobbiamo ragionare su come permettere agli Stati membri di emettere debito sicuro. La discussione sulla riforma del Patto di Stabilita’, per ora sospeso fino alla fine del 2022, e’ l’occasione ideale per farlo”. Ha detto il Presidente del Consiglio spiegando che una risposta credibile a questo problema consentirebbe di migliorare la capacita’ della zona euro di rispondere alle crisi e allo stesso tempo rafforzerebbe ulteriormente l’indipendenza della BCE.

Avviandosi alle conclusioni, Draghi ha sollevato la riflessione sulla profonda trasformazione che le nostre societa’ si apprestano ad affrontare, prima fra tutte la transizione energetica. “Per l’Italia, questo e’ un momento favorevole, in cui torna a prevalere il gusto del futuro, viviamolo appieno, con determinazione e con

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