La Poesia è per tutti
foto di copertina Federico Garcia Lorca
… la poesia non si mangia ma può diventare indispensabile
Rubrica culturale del Corriere di Puglia e Lucania, a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte
L’intento della rubrica è quello di sfatare l’idea che la poesia sia qualcosa di astruso e che possa piacere o non piacere. In realtà la poesia è nelle nostre vite più di quanto noi possiamo immaginare. Basti pensare alla commistione della poesia con le altre forme artistiche, per esempio alla musica pop, di cui essa è un riflesso.
Proporremo, ogni giorno, pochi grammi di poesia, legati ad un fatto del giorno o ad una data da ricordare sperando che, tra le mille incombenze quotidiane, ogni Lettore, possa ritagliarsi qualche minuto per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi.
Buona Poesia!
Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte
redazione@corrierepl.it
^^^
Il 14 giugno 1940 nasce a Modena Francesco Guccini, uno dei maggiori cantautori italiani. Alla vena trasgressiva della ballata rock americana, aggiunge spesso un’esplicita vocazione esistenziale e introspettiva nella quale finisce col riconoscersi un’intera generazione. Insegnante di letteratura italiana presso il Dickinson College di Bologna (1965-85), ha tradotto brani di autori stranieri.
Saldamente ancorato alle proprie radici culturali e con una vocazione di cantastorie che costruisce la sua cifra poetica, ha composto brani che sono espressione di impegno politico e sociale oltre che artistico. Di particolare rilievo la dimensione poetica dei testi, che gli è valsa nel 1992 il premio Montale. Ricordiamo canzoni di grande successo come Auschwitz, La locomotiva, Il vecchio e il bambino e l’album Via Paolo Fabbri 43. E’ anche autore di numerosi scritti, soprattutto romanzi. Fra alti e bassi, come per tutti i cantautori, ha inciso diciannove album dei quali cinque dal vivo.
Il vecchio e il bambino
Un vecchio e un bambino si preser per mano
e andarono insieme incontro alla sera;
la polvere rossa si alzava lontano
e il sole brillava di luce non vera…
L’ immensa pianura sembrava arrivare
fin dove l’occhio di un uomo poteva guardare
e tutto d’ intorno non c’era nessuno:
solo il tetro contorno di torri di fumo…
I due camminavano, il giorno cadeva,
il vecchio parlava e piano piangeva:
con l’ anima assente, con gli occhi bagnati,
seguiva il ricordo di miti passati…
I vecchi subiscon le ingiurie degli anni,
non sanno distinguere il vero dai sogni,
i vecchi non sanno, nel loro pensiero,
distinguer nei sogni il falso dal vero…
E il vecchio diceva, guardando lontano:
“Immagina questo coperto di grano,
immagina i frutti e immagina i fiori
e pensa alle voci e pensa ai colori
e in questa pianura, fin dove si perde,
crescevano gli alberi e tutto era verde,
cadeva la pioggia, segnavano i soli
il ritmo dell’ uomo e delle stagioni…”
Il bimbo ristette, lo sguardo era triste,
e gli occhi guardavano cose mai viste
e poi disse al vecchio con voce sognante:
“Mi piaccion le fiabe, raccontane altre!”