Principale Arte, Cultura & Società Commenti su una poesia di Alda Merini.

Commenti su una poesia di Alda Merini.

Le poesie spiegano il mondo, la vita e gli interstizi dell’esistenza e curano anche alla maniera dell’arte. Ecco qui una poesia delicata come un uccello senza ali ma forte come una canzone d’amore.

Alda Merini

Io ero un uccello

dal bianco ventre gentile,

qualcuno mi ha tagliato la gola

per riderci sopra,

non so.

Io ero un albatro grande

e volteggiavo sui mari.

Qualcuno ha fermato il mio viaggio,

senza nessuna carità di suono.

Ma anche distesa per terra

io canto ora per te

le mie canzoni d’amore. 

Color verde foglia

Color verde foglia si espande nel cielo, mosso dal vento. Lucente l’argento saluta il mio animo. Il verde color foglia non è un colore ma sono sfumature di pensiero che librano nel cielo.  L’equilibrio fra i vedi mi sorprende e mi strugge.  Io qui senza ali non riesco a raggiungere le mie foglie e il cielo, ma vedo solo la cappa color verde. Cerco il verde nella città camminando lentamente, come un uccello che non sa volare: il verde dell’erba raggrinzita nel cemento, come rughe di esperienza risulta bella vicino a cocci di bottiglia, vetro laminato e schegge puntute. Senza ali non riesco a volare fino alla chioma dell’albero che mi nasconde il cielo o lo lascia intravedere in scaglie. Mi arrampico sul tronco e mi lascio aiutare dal mio becco, salto dopo salto, raggiungo il ramo. Il sole abbagliante, mi acceca e mi riposo sul ramo. Forse per questo non ho ali per non essere abbagliata. Mi riposo sul ramo. Passa un albatro. Si è perso salgo sulle sue spalle, proprio in mezzo alle ali giganti c’è come una sedia fatta per me. Mi accovaccio insieme andiamo ad esplorare il mare. Gli vorrei raccontare che prima ero anch’io un albatro ma sono abbagliata dal luccichio del mare. Mi riposo tra le sue ali e mi addormento.

Barbara Gabriella Renzi

La poesia è una forma di resistenza. Un pensiero su Alda Merini.

Sappiamo tutti che Alda Merini visse l’inferno del ricovero psichiatrico. Sappiamo tutti quali erano le condizioni di vita di chi entrava tra quelle pareti bianche, asettiche e spersonalizzanti. Sappiamo tutti quanto invece fosse dotata di vitalità, entusiasmo e passione la nostra cara Alda. Possiamo quindi immaginare quanto sia stato doloroso per lei vivere in un tale ambiente.

Ma cosa ne fa un poeta, in questo caso una poetessa, del dolore? Può la poesia lenirlo oppure non ha alcun potere su di esso?

Mi sono chiesta tante volte se, quando nasceva in me l’esigenza di scrivere versi, era essa dettata dalla sofferenza o piuttosto dalla gioia. Scrivere è dare un’eco ai nostri interrogativi, ai dubbi, a ciò che colma il nostro cuore, sia in senso positivo che negativo.

Se fossi stato così anche per la Merini, come commentare questa bellissima poesia?

Sicuramente il primo pensiero o meglio la prima immagine che evoca in me è quella di qualcosa di grande e maestoso, come appunto le ali di bel volatile, a cui viene impedito di manifestarsi nella sua forma autentica. In natura esistono creature e creazioni dalle forme inconsuete e bizzarre. In natura tutto è ammesso, non sono richiesti formalismi. Alda era come questo grande uccello forse dai colori bizzarri e dalle forme inconsuete ma tale era e giustamente reclamava il diritto a esistere. Invece l’umanità da sempre ha cercato di emarginare il diverso e di trattare la malattia mentale come qualcosa di pericoloso meritevole di una ghettizzazione.

“Qualcuno ha fermato il mio viaggio” scrive Alda. Quel “qualcuno” sono le istituzioni, gli uomini che non l’hanno amata, tutti coloro che hanno saputo accogliere la sua diversità, cercando di annientare il dono che era in lei. Invano. Scrive infatti la Merini nell’ultima strofa: “Ma anche distesa per terra/ io canto ora per te/ le mie canzoni d’amore”. La poesia non si può sconfiggere con le minacce e le privazioni.

La poesia è una forma di resistenza. Nella poesia tutto trova un posto, anche il dolore. E tutti noi abbiamo bisogno del coraggio di poetesse come Alda Merini.

Chiara Rantini

I quadri sono di Barbara Gabriella Renzi (LULE)

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

LASCIA UNA RISPOSTA

Inserisci il tuo commento, grazie!
Inserisci il tuo nome qui, grazie

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.