Principale Arte, Cultura & Società Poesia. ‘Pane e Quotidiano’

Poesia. ‘Pane e Quotidiano’

Quotidiano

La Poesia è per tutti

foto di copertina  Federico Garcia Lorca

… la poesia non si mangia ma può diventare indispensabile

Rubrica culturale del Corriere di Puglia e Lucania, a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte

L’intento della rubrica è quello di sfatare l’idea che la poesia sia qualcosa di astruso e che possa piacere o non piacere. In realtà la poesia è nelle nostre vite più di quanto noi possiamo immaginare. Basti pensare alla commistione della poesia con le altre forme artistiche, per esempio alla musica pop, di cui essa è un riflesso.

Proporremo, ogni giorno, pochi grammi di poesia, legati ad un fatto del giorno o ad una data da ricordare sperando che, tra le mille incombenze quotidiane, ogni Lettore, possa ritagliarsi qualche minuto per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi.

Buona Poesia!

Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte

redazione@corrierepl.it

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Il 5 giugno 1898, a Fuente Vaqueros, vicino Granada, nasce  Federico Garcia Lorca. Nato in  una famiglia di proprietari terrieri, vive un’infanzia serena.

Nel 1915 si iscrive all’università di Granada. In questi anni stringe amicizia con importanti rappresentanti della cultura spagnola, come il poeta Antonio Machado. All’inizio degli anni Venti si reca a Madrid.

Qui entra in contatto con artisti famosi come il pittore Salvador Dalì, il regista Luis Buñuel e il poeta Juan Ramón Jiménez.

Contemporaneamente si dedica alla scrittura di lavori teatrali. Dopo la laurea viaggia molto, soprattutto tra Cuba e gli Stati Uniti. Accetta l’incarico da parte del governo di fondare un gruppo teatrale che diffondi in tutto il Paese le opere del teatro classico spagnolo e che si richiami alle tradizioni popolari. Per quattro anni dirige così la compagnia teatrale La Barraca, che organizza rappresentazioni gratuite nelle campagne.

L’esordio avviene nel 1921 con il Libro de poemas (Libro di poesie), seguito da Cancione (Canzoni, 1927) e Poema del cante jondo (1931). Uno dei capolavori della maturità è il Llanto por Ignacio Sánchez Mejías (Lamento per Igacio Sánchez Mejías, 1935), poemetto in quattro parti dedicato alla morte, durante una sfortunata corrida, del grande torero amico del poeta.

Tutta la sua poesia è centrata principalmente sui temi del destino e della morte. Nel 1936 scoppia la guerra civile spagnola; il 19 agosto Federico García Lorca è fatto prigioniero, portato a Viznar e brutalmente fucilato, senza alcun processo.

Mia viva morte, amore delle viscere

Mia viva morte, amore delle viscere,
io aspetto invano una parola scritta
e penso, con il fiore che marcisce,
che se non vivo preferisco perderti.
L’aria è immortale. E la pietra nessuna
ombra conosce, né, immobile, la scansa.
Non ha bisogno nel profondo il cuore
del freddo miele che sparge la luna.
Ti sopportai. Mi lacerai le vene,
tigre e colomba, sulla tua cintura
in un duello di gigli e veleno.
Calma la mia follia con le parole,
o nella notte dell’anima oscura
per sempre, lascia ch’io viva sereno.

Alberi

Alberi,
eravate frecce
cadute dall’azzurro?
Che terribili guerrieri vi scagliarono?
Sono state le stelle?

Le vostre musiche vengono dall’anima degli uccelli,
dagli occhi di Dio,
da una perfetta passione.
Alberi!
Le vostre radici rozze si accorgeranno
del mio cuore sotto terra?

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

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