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Imprenditoria femminile all’arrembaggio

imprenditoria femminile

Le giovani donne manovrano con forza l’imprenditoria femminile, dopo un’annata di stenti nella totalità del settore lavorativo che riprende autorità

Dopo lunghe lotte – storiche e attuali – per il raggiungimento della parità di genere, le donne prendono posto autorevolmente nel settore imprenditoriale. Una società arretrata persiste ad avere l’uomo come immagine dell’imprenditore, ma i tempi si sono evoluti e la modernizzazione del mondo del lavoro ha incluso totalmente la figura femminile.

Cosa dicono i dati sull’imprenditoria femminile?

L’Osservatorio per l’imprenditorialità femminile Unioncamere – InfoCamere indica la graduale risalita della nascita di startup femminili degli ultimi mesi. E’ la tenacia e la voglia di mettersi in gioco delle under 35 a plasmare le statistiche, registrando un aumento dell’8,1% del primo trimestre: sulle 26.044 imprese femminili dello scorso anno, il 2021 presenta un incremento di 26.299, quindi una crescita dell’1%. Tuttavia l’imprenditoria maschile resta maggiore rispetto a quello femminile con un aumento del 9,5%. Tra le regioni con un numero più rilevante di “imprese rosa” ad oggi abbiamo Lombardia, Lazio, Campania e Sicilia; di cui la Lombardia resta il leader per il tasso di femminilizzazione con ben 179.748.

In quali settori investono le donne?

L’emergenza epidemiologica ha raso al suolo molti settori, soprattutto quelli del turismo, assistenza alle persone e tessile, gli ambiti a cui sono tradizionalmente propense le donne. Ma alcune delle ditte indipendenti al femminile sono direzionate anche all’ambito STEM, ovvero la tipologia lavorativa inerente a scienza, tecnologia, ingegneria e matematica, percorsi che fino a qualche tempo fa sarebbe stato del tutto inconcepibile in termini di interesse femminile. Spiacevole è sapere che il Covid ha avuto un impatto più violento sulle startup femminili che sulle attività maschili, molte delle quali si son viste obbligate ad abbassare la saracinesca.

Sostegni finanziari per le imprese rosa

E’ stata istituita la nuova Legge di Bilancio che prevede un fondo d’investimento con una dotazione di 20 milioni, per incentivare le donne ad avviare attività imprenditoriali per gli anni 2021 e 2022. Ma la sfida reale riguarda il Recovery Plan; secondo Valentina Meliciani: “C’è un capitolo che riguarda la coesione, dedicato a donne e giovani, ma le azioni specifiche si esauriscono lì, mentre nelle sezioni dedicate alla transizione digitale e alla transizione verde, non c’è traccia di una valutazione dell’impatto di genere delle varie misure. Questa frammentazione rischia di ridurre l’efficacia dei provvedimenti stessi o addirittura di aumentare le differenze di genere. Eppure non possiamo fallire questa partita”.

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

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