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Il trionfo dei Maneskin all’Eurovision Song Contest

Il loro brano “Zitti e buoni” ha sbancato Rotterdam, conquistando il successo grazie al televoto, mentre la giuria di qualità li aveva piazzati al quinto posto. La vittoria mancava all’Italia dal 1990

© AFP – I Maneskin all’Eurovision Song Contest

Dopo il Festival di Sanremo, l’Eurovision Song Contest: i Maneskin fanno il pieno nel 2021 e riportano in Italia un trofeo che mancava dal 1990. Il loro brano “Zitti e buoni” ha sbancato Rotterdam, conquistando il successo grazie al televoto, mentre la giuria di qualitaà li aveva piazzati al quinto posto.

È la terza volta che l’Italia vince l’Eurovision, la prima fu con Gigliola Cinquetti, quindi con Toto Cutugno e adesso con la band romana che dall’essere composta da artisti di strada è diventata una realtà europea. E il quartetto ha pianto di gioia all’annuncio della vittoria – serata trasmessa in diretta su Rai1 -, per poi riproporre il brano rock. E da regolamento, il prossimo anno tocchera’ all’Italiano organizzare l’Eurovision Song Contest.

Venerdì la band capitanata da Damiano aveva lanciato un appello su Instagram: “Dalle strade di Roma al grande palco dell’Eurovision. Abbiamo bisogno del vostro supporto. Cambiamo la storia”. I bookmakers davano l’Italia vincente. Il premio mancava dal Bel paese da 31 anni. Due anni Mahmood e la sua “Soldi” erano quasi riusciti nell’impresa, ma poi l’artista si era dovuto accontentare del secondo posto. La speranza che questa fosse la volta buona c’era. D’altronde, “Zitti e buoni”, tratta dal secondo album della band di Monteverde “Teatro d’ira”, è la canzone più ascoltata su Spotify fra quelle in gara.

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© AFP

I Maneskin all’Eurovision Song Contest

Damiano, Vic, Ethan e Thomas hanno sfidato ieri sera 25 artisti con l’obiettivo di dimostrare che “in Italia non c’è solo il melodico, ma anche il rock” .

Per l’Eurovision i Maneskin avvano dovuto rimettere mano a “Zitti e buoni”: la versione è ridotta a tre minuti e con il testo ripulito. Secondo il regolamento della kermesse infatti non erano consentite parolacce nei testi delle canzoni. “Non ci ha fatto piacere dover cambiare il testo – avevano ammesso tempo fa – ma c’è anche del buon senso, abbiamo dovuto seguire le regole dell’Eurovision, altrimenti ci squalificavano. Siamo ribelli ma non scemi. Noi vogliamo esprimerci con la nostra musica, siamo molto orgogliosi, da lì potrebbero aprirsi altre porte, le parolacce non sono il fulcro della canzone”.

Ex compagni di liceo, Damiano e soci hanno raggiunto la notorietà nel 2017 con la partecipazione all’undicesima edizione di X-Factor. Sfumato il gradino più alto del podio, i Maneskin non passano inosservati e nonostante il secondo posto, firmano un contratto con l’etichetta Sony Music, con cui pubblicano l’EP “Chosen”.

L’anno dopo esce il primo album in studio del gruppo: Il ballo della vita, da cui è tratto il singolo-tormentone “Torna a casa”. Nell’ottobre del 2020 arriva “Vent’anni”. Il singolo che anticipa il secondo album “Teatro d’ira”, è una rock ballad che il gruppo dedica alla propria generazione.

In poco più di tre anni, la giovane band romana ha portato a casa 15 dischi di platino e 6 dischi d’oro e la vittoria della kermesse canora più famosa famosa l’Italia. Mancava solo l’Eurovision. agi

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