Principale Arte, Cultura & Società Poesia. ‘Pane e…Quotidiano’

Poesia. ‘Pane e…Quotidiano’

Quotidiano

La Poesia è per tutti

foto di copertina  Federico Garcia Lorca

… la poesia non si mangia ma può diventare indispensabile

Rubrica culturale del Corriere di Puglia e Lucania, a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte

L’intento della rubrica è quello di sfatare l’idea che la poesia sia qualcosa di astruso e che possa piacere o non piacere. In realtà la poesia è nelle nostre vite più di quanto noi possiamo immaginare. Basti pensare alla commistione della poesia con le altre forme artistiche, per esempio alla musica pop, di cui essa è un riflesso.

Proporremo, ogni giorno, pochi grammi di poesia, legati ad un fatto del giorno o ad una data da ricordare sperando che, tra le mille incombenze quotidiane, ogni Lettore, possa ritagliarsi qualche minuto per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi.

Buona Poesia!

Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte

redazione@corrierepl.it

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Il 22 maggio 1948 si spegneva a Chicago Claude McKay, poeta e romanziere di origine giamaicana, il cui Home to Harlem è stato il romanzo più popolare scritto da un nero americano del suo tempo. Prima di andare negli Stati Uniti nel 1912, scrisse due volumi di versi dialettali giamaicani, Songs of Jamaica e Constab Ballads (1912). Si recò a New York nel 1914, dove contribuì regolarmente a The Liberator, allora una delle principali riviste di politica e arte d’avanguardia. Lo shock del razzismo americano lo distolse dal conservatorismo della sua giovinezza. Con la pubblicazione di due volumi di poesie, Spring in New Hampshire (1920) e Harlem Shadows (1922), McKay emerse come la prima e più militante voce del Rinascimento di Harlem. Dopo il 1922, visse successivamente in Unione Sovietica, Francia, Spagna e Marocco. In tutte le sue opere ha cercato tra la gente comune un’identità nera distintiva, sostenendo le piene libertà civili e la solidarietà razziale. Nel 1940 divenne cittadino statunitense. Il suo Selected Poems (1953) è stato pubblicato postumo. 

AI  DEMONI  BIANCHI

Pensi che non sappia essere anche feroce e violento?

Pensi che non saprei impugnare una pistola?

E stendere dieci come te per ognuno

dei miei fratelli neri uccisi, bruciati da te?

Non illudererti, per ogni tua azione

io potrei uguagliarti – superarti: non sono un figlio d’Africa,

nero di quella terra nera dove neri fatti sono accaduti?

Ma l’Onnnipotente tirò la mia anima

nell’oscurità e disse: Anche tu sarai un raggio di luce

per un po’ brucerai sulla terra oscurata.

Metto la tua faccia scura tra le bianche

tu dimostri quanto vali;

prima che il mondo sia inghiottito dalla notte,

per mostrare la tua piccola luce: vai avanti, vai avanti!

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