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Dichiarazione di Roma, Draghi: liberalizzare i brevetti. L’Ue stanzia fondi per realizzare i vaccini “in loco” nei Paesi poveri

di Myriam Di Gemma

ROMA- Condivisione: è la parola magica per fermare la pandemia. Sì, proprio così: la redistribuzione solidale dei vaccini, condividendo brevetti e know-how, ucciderà il Covid 19 nel mondo.

E’ uno dei principi della Dichiarazione di Roma, redatta e firmata dal G20, alla fine dei lavori del Global Health Summit, a Roma nella splendida cornice di Villa  Pamphilj. In presenza, solo Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione Europea, e Mario Draghi,  presidente italiano del G20.  Tutti gli altri potenti della Terra, in collegamento virtuale.

Il vertice dunque ha fatto il punto sulla tutela della salute mondiale, evidenziando che non siamo affatto “fuori” dall’emergenza sanitaria. “Solo quando tutto il mondo sarà vaccinato, saremo liberi, ma fino ad allora sarà ancora emergenza pandemia”: lo ha ammesso Draghi, anche se al termine dei lavori, nella conferenza stampa finale, si è respirata una ventata di ottimismo soprattutto perché i big delle aziende farmaceutiche hanno promesso dosi massicce di vaccini ai Paesi poveri.

“Gli impegni presi – aggiunge Draghi – sono forti e sinceri e senza dubbio, saranno mantenuti. Le aziende hanno messo in gioco la loro reputazione e i brevetti verranno utilizzati per la liberalizzazione dei vaccini”.

“Siamo certi – conferma von der Leyen – che Pzifer (1miliardo di dosi), Johnson&Johnson (200milioni di dosi) e Moderna (100 milioni di dosi) manterranno la promessa (le dosi verranno  vendute a prezzo di costo agli Stati a basso reddito e a prezzo ridotto a quelli a medio reddito, ndr) . La dichiarazione di Roma è storica e rivoluzionaria per la prima volta tutti quanti assieme rispetteremo i punti di riferimento, tra questi c’è il multilateralismo. Ciò significa “NO” al nazionalismo sanitario: le filiere di approvvigionamento devono restare aperte. Un altro punto della Dichiarazione di Roma è la Salute Integrata: la biodiversità, il cambiamento climatico e l’attività dell’uomo incidono sulla Natura e potrebbero essere fattori scatenanti probabili pandemie”.

E riguardo le filiere, la Presidente della Commissione europea dice:“Stiamo imbastendo ottimi rapporti con Usa e Regno Unito riguardo il sistema aperto affidabile efficiente e sicuro delle filiere di approvvigionamento: non ci saranno più blocchi riguardo materie prime”.

“La forza di questa dichiarazione – continua Draghi – è nella sincerità degli impegni presi. C’è stato il desiderio di rimediare alle ingiustizie verificatesi durante la pandemia nel periodo più difficile. L’errore è stato chiudersi in se stessi e ignorare il resto del mondo. Ma ora noi abbiamo promesso 300 milioni di euro per il programma COVAX. E’ molto importante attrezzarsi per una prossima pandemia e in questo l’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) avrà un ruolo fondamentale poiché avrà l’ultima parola sulla proprietà intellettuale dei brevetti sui vaccini. Puntiamo alla liberalizzazione temporanea e circoscritta dei brevetti, che non metta a repentaglio l’incentivo ad innovare per le aziende farmaceutiche”.

Un’idea che mette tutti d’accordo anche se Von der Leyen, sottolinea (come è stato già approvato con la Dichiarazione di Doha), che la sospensione deve essere volontaria, garantendo la tutela della proprietà intellettuale. A tal proposito, la Commissione europea a giugno avanzerà una proposta all’Organizzazione Mondiale del Commercio.

L’Ue dunque si impegnerà a donare 100 milioni di dosi oltre a 300 milioni di euro per supportare la produzione dei vaccini “in loco” in Africa.

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