Principale Arte, Cultura & Società Poesia. ‘Pane e…Quotidiano’

Poesia. ‘Pane e…Quotidiano’

La Poesia è per tutti

foto di copertina  Federico Garcia Lorca

… la poesia non si mangia ma può diventare indispensabile

Rubrica culturale del Corriere di Puglia e Lucania, a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte

L’intento della rubrica è quello di sfatare l’idea che la poesia sia qualcosa di astruso e che possa piacere o non piacere. In realtà la poesia è nelle nostre vite più di quanto noi possiamo immaginare. Basti pensare alla commistione della poesia con le altre forme artistiche, per esempio alla musica pop, di cui essa è un riflesso.

Proporremo, ogni giorno, pochi grammi di poesia, legati ad un fatto del giorno o ad una data da ricordare sperando che, tra le mille incombenze quotidiane, ogni Lettore, possa ritagliarsi qualche minuto per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi.

Buona Poesia!

Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte

redazione@corrierepl.it

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Il 10 maggio 1961 è nato, ad Alessandria, Roberto Cotroneo, giornalista, scrittore e critico letterario italiano. Ha studiato Filosofia all’università di Torino e pianoforte al Conservatorio di Alessandria. Dal 2004 è editorialista dell’“Unità” e collaboratore di “Panorama”.
Nel 2003 esce per Mondadori Chiedimi chi erano i Beatles. Lettera a mio figlio sull’amore per la musica, un racconto sulla musica vista attraverso storie, ricordi, pensieri e grandi suggestioni.
Ha curato il volume delle “Opere” di Giorgio Bassani per la collana di classici “i Meridiani” di Mondadori (1998) e ha scritto saggi su Fabrizio De André e Francesco Guccini. Alcuni suoi racconti sono pubblicati in varie antologie. I suoi libri sono tradotti in molti paesi del mondo.
Finalista al Premio Campiello, nel 1996, con Presto con fuoco,  nel 1999 vince il premio Fenice-Europa con il libro L’età perfetta. Ha scritto e pubblicato anche libri di poesie: I demoni di Otranto (2012), L’innocenza dell’errore (2014), In quest’alba dove ricomincia il tempo (2016)

Non conforta

l’assenza non è neppure

un dolore con cui avvolgersi,

come fosse una coperta

necessaria,

per quanto non voluta.

L’assenza non è la curva

della strada.

L’assenza è

un miraggio rovesciato.

Viviamo di apparizioni

divine e terrene.

E non sappiamo capire

quell’assenza che è un fruscio,

il cigolare sommesso di una porta,

la linea d’ombra che va a spegnere

il bianco di un muro,

il grigio di certi pomeriggi,

appena prima che arrivi

un tramonto,

quando il sole si è deciso

a sfumare sotto l’orizzonte,

ma non ha deciso di farlo

nel solito modo,

quello che piace a tutti.

L’assenza non è

un telefono muto,

quella è la morte.

L’assenza è un telefono

che squilla una volta soltanto

e smette

prima che tu dica

“Pronto…”

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