La Poesia è per tutti
foto di copertina Federico Garcia Lorca
… la poesia non si mangia ma può diventare indispensabile
Rubrica culturale del Corriere di Puglia e Lucania, a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte
L’intento della rubrica è quello di sfatare l’idea che la poesia sia qualcosa di astruso e che possa piacere o non piacere. In realtà la poesia è nelle nostre vite più di quanto noi possiamo immaginare.
Basti pensare alla commistione della poesia con le altre forme artistiche, per esempio alla musica pop, di cui essa è un riflesso.
Proporremo, ogni giorno, pochi grammi di poesia, legati ad un fatto del giorno o ad una data da ricordare sperando che, tra le mille incombenze quotidiane, ogni Lettore, possa ritagliarsi qualche minuto per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi.
Buona Poesia!
Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte
redazione@corrierepl.it
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Il 6 maggio 1859, nasce ad Amsterdam Willem Kloos, importante rappresentante dei Tachtigers (Movimento degli Ottanta).
Era figlio di un sarto; la madre morì nel 1860 e il padre si risposò nel 1861. Studiò lettere classiche all’Università di Amsterdam. Le sue prime poesie furono ispirate al poeta inglese Shelley.
Uno “slogan” di Kloos molto citato è che l’arte deve essere l’espressione più personale dell’emozione più personale. Per Kloos forma e contenuto sono inseparabili e il principio da seguire è quello contenuto nella formula l’art pour l’art (l’arte per l’arte).
Il poeta ha due strumenti per descrivere ciò che è nella sua anima: musicalità e immaginazione; egli pensava che ogni singola sensazione portasse con sé la propria immagine. Alla fine del 1885 scrisse il romanzo “Julia. Un racconto dalla Sicilia”, insieme al suo amico Albert Verwey.
Il libro, che era un’imitazione di Beets e del suo stile antiquato, nacque come uno scherzo per prendere in giro i critici letterari del tempo. Lo scherzo riuscì, anche se la rivista più importante di quel periodo, ‘De Guids’, non reagì.
Nella brochure a ‘L’incapacità della critica letteraria olandese’ Kloos e Verwey rivelarono che si era trattato di uno scherzo. In seguito ci furono dei contrasti all’interno del movimento dei ‘Tachtigers’.
Van Eeden pensava che il socialismo avrebbe migliorato l’arte, mentre Kloos pensava che il socialismo avrebbe portato un livellamento nell’arte. Cominciò a soffrire di psicosi e a bere.
Nel 1900 sposò Jeanne Reyneke van Stuwe, scrittrice di romanzi sociali. Le sue poesie continuarono a essere pubblicate dalla ‘Nieuwe Guids’, con cui il poeta continuò a collaborare fino alla sua morte, nel 1938.
Io sono un Dio nel profondo dei miei pensieri
Io sono un Dio nel profondo dei miei pensieri,
e siedo nell’intimità della mia anima in trono
su me e tutto il governo, secondo i comandamenti
di guerre vinte con i miei poteri.
E quando un’armata di oscuri cavalieri
mi si leva contro e si ritrae, messa in fuga
dal mio gesto e dalla lucente corona:
io sono un Dio nel profondo dei miei pensieri.
Eppure a volte senza fine bramo stringere
il tuo adoratissimo corpo tra le braccia,
e singhiozzando forte, con tutto l’ardore
e l’orgoglio e la calma gloria morire
sulle tue labbra in un fiume impetuoso
di baci, dove non troverei più le parole.