Principale Arte, Cultura & Società Giovanni Sessa, la Pandemia Democratica (Intervista)

Giovanni Sessa, la Pandemia Democratica (Intervista)


a  cura di Roby Guerra

Per “L’eco della Germania Segreta. Si fa di nuovo Primavera (Oaks, 2021), suo ultimo libro già in presentazione in diverse sedi, il filosofo d’Avanguardia Tradizionale, Giovanni Sessa … dichiara:  “….nasce da uno sguardo sconsolato sul presente epi-demico, non prodotto, come ingenuamente pensano in molti, dal diffondersi del virus Covid-19 ma, a mio giudizio, fase terminale di processi storici-politici-esistenziali impliciti nella storia e nel DNA delle democrazie liberali.”.

Intervista a Giovanni Sessa: 

*Autore di numerosi libri (Julius Evola e l’utopia della tradizione-Oaks, 2019; Tradizione. Demitizzare la modernità-Historica, 2019);  La meraviglia del nulla. Vita e filosofia di Andrea Emo.(Bietti, 2014, ecc.). Responsabile  della Scuola Romana di Filosofia Politica, scrive su Heliopolis, Barbadillo, Ereticamente, il Borghese e altre riviste culturali.  

D – Giovanni a proposito di segreti, che cosa cela la dittatura quasi mondiale in corso?

R – Studiosi delle provenienze culturali più diverse, hanno, fin dalla prima quarantena del 2020, cercato di mettere in luce i pericoli politici impliciti nell’epidemia e nel suo “controllo” sociale. Tra i tanti, vanno citati almeno gli illuminanti contributi in tema forniti da Giorgio Agamben, Aldo Maria Valli, Gianluca Montinaro, Gennaro Malgieri e Giuseppe del Ninno. 

Credo che, per comprendere quanto sta accadendo, sia necessario lasciarsi alle spalle le visioni “complottiste” che, come sempre, paiono spiegare tutto ma, proprio per questo, non spiegano un bel nulla. Sarebbe, al contrario, opportuno, come ho già detto più sopra, leggere gli eventi più recenti, alla luce delle degenerazione oligarchico-finanziaria delle democrazie liberali (Governance), i cui prodromi erano evidenti fin dalle scelte immediatamente successive al secondo conflitto mondiale. 

Tali premesse epidemiche si fecero lapalissiane nella tormentata storia della costituzione dell’Unione Europea, per non dire dell’assunzione delle decisioni di indirizzo politico-economico di quest’ultima. Mi pare che il virus sia stata l’occasione che tali élites attendevano impazienti per uscire dal cul de sac nel quale erano andate ad impantanarsi a causa delle politiche di austerità, pauperiste ed espropriative della sovranità popolare. Le scelte liberiste, il controllo dei bilanci statali, sono falliti da tempo: quale occasione migliore per dare una sterzata radicale a tutto ciò, se non la pandemia da Coronavirus? 

Ecco allora, in un lasso di tempo brevissimo, i medesimi padroni del vapore farsi paladini delle politiche della spesa pubblica, giustificate dalla necessità di determinare la ripresa post-pandemica e assai utili, peraltro, a sottrarre consenso politico ai “sovranisti”, in una fase “emergenziale” che “impone” la riduzione delle libertà personali. La situazione è certamente difficile. Ma proprio come nelle corde dell’insegnamento di Löwith e di uno degli ultimi lasciti teorici del mondo classico, lo stoicismo: «non bisogna mai sperare, ma neppure disperare». 

 

D – Giovanni, la cultura oggi è solo memoria per il futuro o certo Reset Finanziario… diventerà prima o poi un boomerang e molti giustamente faranno la fine dello Zar o di Luigi XIV?

In una fase come quella che stiamo attraversando è proprio alla cultura che bisogna guardare. Innanzitutto, per rafforzare gli strumenti atti ad interpretare il tempo presente ma anche per individuare modelli che possano ispirare un’azione politica mirata al superamento della attuale condizione di crisi, ripeto crisi della democrazia liberale, non semplicemente esito dell’epidemia in senso sanitario. 

Spero che le pagine degli autori che ho attraversato nel mio libro siano utile viatico per comprendere che l’origine è, come rilevò Klossowski, sempre possibile, a condizione che gli uomini tornino a sentirsi, come diceva Nietzsche, non più oziosi turisti nel giardino della storia, appagati abitatori del nichilismo, consumatori-consumati dalle merce, in attesa di Redenzione o della fine del Kaly-Yuga, ma creatori, in sintonia con la physis, di nuove primavere dionisiache del mondo. 

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