Principale Politica Senza memoria non c’e’ futuro

Senza memoria non c’e’ futuro

CRISPIANO (TA)  – 25 Aprile 1945! Sono passati settantasei anni dalla Liberazione. Non è mai tempo per smettere di ricordare e pertanto di festeggiare. E’ stata << come una pietra miliare posta lungo una strada >>, fondamentale nella ricostruzione democratica della nostra nazione. Con la Liberazione <<La guerra era finita: la guerra civile, la guerra tra i cittadini della stessa patria era finita. Era ritrovata, nella libertà la patria comune: la parola patria, finalmente tornava ad avere un senso umano e fraterno>> (ibidem, Uomini e città della Resistenza, Parma, di Piero Calamandrei, Ed. Laterza).

La Repubblica Italiana, nata dalla Resistenza al fascismo e al nazismo; attraverso le lotte partigiane e l’azione delle forze armate anglo-americane; attraverso l’opposizione di intellettuali e politici contrari alla dittatura: perseguitati, minacciati, torturati e incarcerati, tra i quali si ricordano l’uccisione di Giacomo Matteotti e la morte di Giovanni Amendola, successive alle violenti percosse da lui subite ad opera di squadristi fascisti, dei  fratelli Carlo e Nello Rosselli, di Antonio Gramsci, di Piero Gobetti, di don Minzoni. Ha visto anche il sacrificio di molte altre vite umane, di semplici uomini e donne di ogni fede politica e di senza partito, che si spiega soltanto <<come adesione a un valore superiore>>.

<<La storia della famiglia Cervi, meglio di ogni altra, riassume in sé gli aspetti più umani, più naturali e più semplici della Resistenza, e insieme i suoi aspetti più puri e spirituali (…)Colla stessa naturale concordia con cui fino a ieri avevano coltivato i loro campi, colla stessa pacata e consapevole unanimità, senza iattanza e senza turbamento, la famiglia tutta unita va incontro alla morte(…) Ma i fratelli Cervi non sono poesia: sono storia, sono la nostra storia>>. E la storia <<non rinuncia a giudicare da che parte furono i valori umani e sociali, e da che parte furono gli istinti bestiali della cieca barbarie. La storia è fatta di una serie continua di scelte: anche l’Italia, dieci anni fa, fece una scelta. Tra la libertà e la servitù, tra il privilegio e la giustizia, tra l’umanità e la ferocia, il popolo fece la sua scelta; e questa si chiamò Resistenza. >>.(dal discorso commemorativo dei fratelli Cervi di Piero Calamandrei del 1954, in: I miei sette figli di Alcide Cervi, Einaudi, edizione 2014).

Spetta a noi fare memoria verso le giovani generazioni: dobbiamo tenere alto il ricordo. Perché non c’è futuro senza la consapevolezza del passato!

Il XXV aprile è stato un evento indimenticabile per la rinascita politica e spirituale, e dello sviluppo economico, sociale, civile e culturale del popolo italiano. L’Italia accolta e riabilitata nel consesso internazionale delle nazioni democratiche; l’Italia che entra a far parte nel 1951 della CECA (Comunità Economica Carbone Acciaio); l’Italia cofondatrice della CEE, con il trattato di Roma del 25.3.1957, che diventerà l’attuale Unione Europea. Significò l’uscita dalla miseria estrema delle masse popolari e contadine e dalla emarginazione di molte aree povere del sud Italia, (come si legge nel libro Cristo si è fermato a Eboli, scritto dal medico e pittore torinese Carlo Levi, confinato dal regime fascista ad Aliano in Lucania, non lontano da noi qui).

Oggi la popolazione italiana è chiamata a vincere altre sfide, a superare altre prove. La libertà e la democrazia riconquistate allora non sono mai scontate e definitive: vanno difese e rigenerate continuamente, perché quella triste storia non si ripeta più. Le tentazioni autoritarie e distruttrici sono sempre in agguato. In questo ultimo trentennio il populismo dell’ uomo solo al comando, dell’evocazione dei pieni poteri o dell’attacco al Palazzo nella demonizzazione della Politica, ha riportato indietro le lancette delle Istituzioni, del progresso democratico, economico e civile del nostro Paese.

Quanti non risparmiarono la propria vita per una patria libera e un avvenire migliore, lo fecero perché l’Italia diventasse una nazione fondata sulla solidarietà e sulla giustizia.

Antonio Conte (Agire Politicamente – Rete C3dem)

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