La Poesia è per tutti
foto di copertina Federico Garcia Lorca
… la poesia non si mangia ma può diventare indispensabile
Rubrica culturale del Corriere di Puglia e Lucania, a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte
L’intento della rubrica è quello di sfatare l’idea che la poesia sia qualcosa di astruso e che possa piacere o non piacere. In realtà la poesia è nelle nostre vite più di quanto noi possiamo immaginare. Basti pensare alla commistione della poesia con le altre forme artistiche, per esempio alla musica pop, di cui essa è un riflesso.
Proporremo, ogni giorno, pochi grammi di poesia, legati ad un fatto del giorno o ad una data da ricordare sperando che, tra le mille incombenze quotidiane, ogni Lettore, possa ritagliarsi qualche minuto per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi.
Buona Poesia!
Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte
redazione@corrierepl.it
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Il 20 aprile 1970, moriva a Parigi Paul Celan. Studiò in diverse scuole: la scuola pubblica ebraica, quella tedesca, nonché quella ucraina e rumena. Fu un ragazzo molto capace nell’apprendimento delle lingue. Su richiesta dei genitori, entrò nella Facoltà di Medicina di Tours, in Francia, ma la medicina gli interessava poco e dedicava tutto il tempo alla lettura di libri di autori come: Rolland, Proust, Camus, Peggy, Breton. Quando la Germania attaccò la Polonia, il percorso verso la Francia si chiuse e Celan decise di entrare all’Università di Chernivtsi. Nel luglio del 1940, l’Armata Rossa entrò a Bukovina. Da quel momento in poi fu profondamente interessato alla letteratura russa, leggendo Esenin e traducendo le sue poesie in tedesco. Ma il destino cambiò di nuovo bruscamente: la Germania attaccò l’Unione Sovietica e quindi il destino degli ebrei rumeni, incluso lui, fu segnato. Celan riuscì a sfuggire alla deportazione ma venne spedito in Romania, in campi di lavoro; perderà i genitori, catturati dai nazisti: il padre muore di tifo e la madre viene fucilata in un campo di concentramento in Ucraina. Nel suo lavoro, Celan sottolinea il tema dell’ebraismo, anche se continuò a scrivere in tedesco. E’ costretto a trasferirsi continuamente – a Bucarest, a Vienna, a Parigi.
Parla anche tu
Parla anche tu,
parla per ultimo,
dai voce alla tua parola.
Parla –
ma non separare il No dal Sì.
Dai alla tua parola anche il senso:
dalle l’ombra.
Dalle ombra a sufficienza,
dagliene tanta,
fino a saperla attorno a te divisa
tra mezzanotte e mezzogiorno e mezzanotte.
Guardati intorno:
vedi come ovunque tutto è vivo –
Vicino alla morte, eppure vivo!
Dice la verità, chi dice ombra.
Ma ora si restringe il luogo dove stai:
in quale posto andrai, spogliato delle ombre, dove?
Sali. Tenditi verso l’alto come puoi.
Più esile diventerai, irriconoscibile, più sottile!
Più sottile: un filamento,
lungo il quale cerca di calarsi nell’abisso, la stella:
per nuotare laggiù, proprio laggiù,
dove si guarda splendere: nella risacca
di parole erranti