Principale Attualità & Cronaca Vaccinati con la prima dose 10,1 milioni di italiani, uno su sei

Vaccinati con la prima dose 10,1 milioni di italiani, uno su sei

Nell’ultima settimana la media delle somministrazioni è stata di 291mila dosi al giorno, da qui a giungo dovrebbero arrivare in Italia come stima ‘prudenziale 45 milioni di dosi.

Oltre 10,1 milioni di prime dosi somministrate, una media di 291mila al giorno nell’ultima settimana, l’83,8% di dosi inoculate su quelle consegnate (14,3 su 17,1 milioni).

La campagna vaccinale “sta accelerando”, ha sottolineato il ministro della Salute Roberto Speranza nella sua informativa di ieri alla Camera e i numeri sembrano confermarlo ma il traguardo indicato dallo stesso ministro – somministrare entro giugno “la prima dose al target sopra i 60 anni, dove si sono concentrati il 95% dei decessi” – non appare facilissimo da raggiungere.

A scandire indirettamente tempi e modi dell’’impresa’ è sempre l’ordinanza del 9 aprile del commissario straordinario all’emergenza, generale Francesco Paolo Figliuolo, che – su input del premier Draghi – fissava un rigoroso “ordine di priorità” valido per tutte le regioni: prima gli over 80 e le persone “con elevata fragilità” (più familiari conviventi, caregiver, genitori/tutori/affidatari), poi le persone di età compresa tra i 70 e i 79 anni e i 60-69 anni.

Parallelamente va completata la vaccinazione di tutto il personale sanitario e sociosanitario e, a seguire, delle altre categorie considerate prioritarie dal Piano nazionale.

Solo a obiettivo raggiunto, a meno di indicazioni diverse nel frattempo, si potrà pensare a ‘forzare’ il criterio anagrafico magari privilegiando determinate categorie produttive o aree geografiche di particolare interesse turistico: il tutto in accordo con le realtà locali e, naturalmente, in presenza di una adeguata disponibilità di dosi.

In effetti, ad oggi ha avuto la prima dose solo un italiano su 6: e secondo l’ultimo report settimanale del governo gli over 80 che hanno ricevuto la prima dose di vaccino sono il 76,09% e quelli già immunizzati poco meno della metà (il 45,19%) mentre quasi un quarto, il 23,9% – in numeri assoluti poco più di un milione – è ancora in attesa della prima dose.

E se le percentuali di immunizzati cominciano a essere davvero considerevoli – in media tre su 4 – sia tra gli operatori sanitari sia tra gli ospiti delle Rsa, la situazione appare molto meno incoraggiante tra i 70-79enni: quelli che hanno ricevuto la prima dose sono il 30,14%, quelli che hanno avuto entrambe le dosi appena il 3,4%. Mentre 4,2 milioni di persone appartenenti a questa fascia d’età sono ancora in attesa della prima.

Alla struttura commissariale si continua a lavorare a pieno ritmo e si confida di poter raggiunger presto l’obiettivo del mezzo milione di vaccinazioni al giorno, ma per arrivarci – e restare su quella media – è indispensabile che il cronoprogramma delle forniture sia rispettato.

Tra dicembre e marzo sono arrivate 14 milioni di dosi, da qui a giugno dovremmo riceverne oltre il triplo: la stima ‘prudenziale’ su cui lavora Figliuolo è di 45 milioni.

È di due giorni fa la notizia che Pfizer anticiperà per l’Unione europea 50 milioni di dosi dal quarto al secondo trimestre (il 13,46%, poco meno di 7 milioni, è destinato all’Italia).

E tra pochi giorni potrebbe giungere il via libera dell’Ema per Johnson&Johnson. Che se anche fosse ‘limitato’ a certe fasce d’età, essendo monodose, darebbe un contributo importante alla campagna.

AGI

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