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La rete dei Sindaci del Sud al contrattacco per le risorse da destinare al Mezzogiorno

Non elemosine, ma richiedere  il 68%  delle risorse del piano nazionale

Giovanni Mercadante 

Finalmente  qualcosa si muove e non lasciare al Governo centrale il destino del Sud. Non più Sindaci dormienti, ma una presa di posizione con un risveglio di coscienza. 

Un’azione che si è concretizzata con un protocollo d’intesa, come fa sapere il comunicato stampa diramato dal Palazzo di Città, con cui la Giunta comunale con delibera n. 30 del 9 aprile 2021 ha approvato il protocollo di intesa della Rete dei Sindaci “Recovery Sud” che è stata promossa dal sindaco di Acquaviva delle Fonti Davide Carlucci e riunisce i sindaci meridionali nel richiedere al Governo nazionale l’assegnazione del 68% delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza così come stabilito dall’Unione Europea.

Entro il 30 aprile dovrà essere presentato il cronoprogramma dettagliato in cui sono contenute le aree di intervento.

La rete dei Sindaci del Sud nasce per organizzare una risposta istituzionale alla grave crisi di rappresentanza del meridione che a giudizio dei primi cittadini ha portato a una serie di risultati negativi per i territori amministrati.

Evidenzia le disparità di trattamento fra i Comuni del Nord e quelli del Sud dell’Italia dove continua ad aggravarsi il divario economico.

La Rete propone di: varare un piano straordinario di assunzioni, nella misura di almeno 5.000 progettisti specializzati nei programmi comunitari in tutto il Mezzogiorno (oltre i 60.000 proposti dall’ANCI); garantire livelli essenziali delle prestazioni sanitaria, scolastica, assistenziale e di trasporto e, di concerto con l’ANCI, assicurare una casa a tutti, realizzare un effettivo efficientamento energetico e di rigenerazione del patrimonio edilizio esistente pubblico e privato attraverso piani di recupero dei centri storici, avviare piani di recupero delle acque reflue per il riuso in agricoltura, piani di adattamento ai cambiamenti climatici con priorità d’intervento sul versante sia idrogeologico, per la tenuta stessa dei territori a rischio, definire una strategia dei rifiuti coerente con il quadro specifico di impoverimento del suolo e con l’obiettivo prioritario del riciclo; sostenere l’internazionalizzazione delle produzioni agroalimentari,  sviluppare i Distretti del Cibo e a potenziare i Gruppi di Azione Locale, eliminare gli impacci burocratici che limitano l’erogazione e l’attuazione di finanziamenti; coinvolgere i percettori del Reddito di cittadinanza in progetti di utilità sociale, in particolare nella tutela di boschi, delle aree verdi in genere e del miglioramento dell’arredo urbano; superare le carenze infrastrutturali attraverso l’alta velocità ferroviaria, come evidenziato dai promotori di “Vogliamo anche al Sud treni più veloci”; varare un robusto intervento in linee di bus elettrici o a idrogeno e un Piano per la Bike economy del Sud.

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