Principale Politica Formigoni ha diritto alla pensione. Lo dice la legge

Formigoni ha diritto alla pensione. Lo dice la legge

La commissione Contenziosa del Senato ha dato ragione all’ex governatore della Lombardia ed ex senatore che aveva fatto ricorso contro la sospensione del suo vitalizio.

Roberto Formigoni ha diritto, per legge, alla pensione. Lo ha stabilito la commissione Contenziosa del Senato dando ragione all’ex governatore della Lombardia ed ex senatore che aveva fatto ricorso contro la sospensione del suo vitalizio dopo la condanna definitiva a a 5 anni e 10 mesi per corruzione.

Alla luce della legge del 2019 che ha convertito il dl sul Reddito di cittadinanza, i cittadini a cui va sospeso il pagamento dei trattamenti previdenziali sono coloro che, condannati in via definitiva (per reati che non sono di stampo mafioso o terroristico) si siano resi latitanti o siano evasi. Il che non corrisponde al caso di Formigoni che sta scontando la sua pena ai domiciliari.

I problemi con la giustizia dell’ex parlamentare ed ex presidente della Regione Lombardia risalgono all’aprile del 2012 quando scoppiò il caso Maugeri, una delle eccellenze della sanità lombarda. La procura di Milano dispose l’arresto di cinque persone, accusate di aver sottratto 56 milioni di euro dalle casse della Fondazione Maugeri. Tra gli arrestati, anche l’uomo d’affari Pierangelo Daccò, amico di Formigoni e uomo vicino a Comunione e Liberazione, di cui fa parte l’allora presidente della Lombardia. L’inchiesta si allarga coinvolgendo anche il San Raffaele.

Il processo si apre il 6 maggio 2014: secondo i pm di Milano, dalle casse della Maugeri sarebbero usciti soldi confluiti sui conti delle società di Daccò, che avrebbero garantito a Roberto Formigoni circa 8 milioni di euro tra contanti, viaggi, e la disponibilità di tre yacht. In cambio, Formigoni avrebbe favorito la Maugeri e il San Raffaele garantendo rimborsi indebiti. I pm chiedono 9 anni di carcere per Formigoni, imputato per associazione a delinquere e corruzione. La sentenza arriva nel dicembre 2016 con la condanna a 6 anni di reclusione. Pena aggravata dalla Corte d’Appello di Milano a 7 anni e 6 mesi. Poi la sentenza definitiva del 21 febbraio 2019 con la decisione della Corte di Cassazione che condanna il ‘Celeste’ a 5 anni e 10 mesi, con un leggero sconto di pena per prescrizione.

Formigoni finisce nel carcere di Bollate dal 22 febbraio al 22 luglio 2019, quando viene concessa la detenzione domiciliare, in quanto ultrasettantenne, come richiesto dalla difesa. Oggi un nuovo tassello.

AGI

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