Principale Politica La Pandemia: una buona occasione per attuare una efficace stretta totalitaria

La Pandemia: una buona occasione per attuare una efficace stretta totalitaria

Ben 24 leader mondiali hanno lanciato un appello per sottoscrivere un trattato sulla pandemia globale, col pretesto di “prevenire future pandemie”, distribuire vaccinazioni e attuare una governance globale su base terapeutica.

Il primo ministro britannico Boris Johnson, il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Angela Merkel, il capo dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), così come altri 20 leader mondiali, hanno unito le loro forze per scrivere una lettera congiunta con l’apparente intenzione di ottenere il sostegno popolare per il loro  piano globalistico. Scrivendo sul britannico The Telegraph , in contemporanea con altre pubblicazioni come Le Monde in Francia, i leader hanno dichiarato la loro intenzione di “costruire un’architettura sanitaria internazionale più solida che proteggerà le generazioni future”.

Definendo il Covid-19 come la “più grande sfida che la comunità globale si è trovata (peraltro del tutto impreparata)  ad affrontare dagli anni ’40” ad oggi , i 24 leader hanno deciso,  in sintonia con le previsioni di (non meglio identificati) esperti mondiali che  vanno sostenendo che “ci saranno altre pandemie e altre gravi emergenze sanitarie” che ”prevenire è sempre meglio che curare”. Occorre, quindi, per un verso tutelare la salute delle persone e delle famiglie e per altro verso evitare che il lockdown sanitario si trasformi in un gravissimo lockdown economico e sociale. Insomma c’è da toccare ferro.

La domanda, però, non è se, ma quando, cosa fare e come fare per prevenire ed affrontare le future paventate sciagure pandemie globalizzate.Nessun governo o agenzia multilaterale può affrontare da sola questa minaccia”, hanno dichiarato, “Insieme, dobbiamo essere meglio preparati per prevedere, prevenire, rilevare, valutare e rispondere efficacemente alle pandemie in modo altamente coordinato. La pandemia di Covid-19 è stata un duro e doloroso promemoria che ci ha tragicamente ricordato che  nessuno è al sicuro finché tutti non sono al sicuro. Affermazione, quest’ultima, che rivela, chiaramente, l’influenza di cui gode il fondatore del World Economic Forum (WEF) e globalista fanatico Klaus Schwab sui 24 leader.

Una dichiarazione che di per sé pone più di un interrogativo circa la fiducia che tali leader ripongono nelle loro tanto lodate, ma pericolosesperimentali iniezioni, non sufficientemente testate per la fretta di immettere sul mercato milioni di dosi di vaccini e introitare ricavi da capogiro. In proposito, comunque, i leader hanno riaffermato il loro obiettivo comune di vaccinazione a livello planetario, descrivendolo come “bene pubblico globale”. Slogan  ripetuto a gran voce in queste settimane  da Radicali, PD, Massoneria, il Sole 24 Ore, Mario Draghi: 

“la salute è un bene globale, quindi va gestito da un governo unico globale”. Nel loro manifesto si legge che per  raggiungere quel “bene pubblico” e garantire una rapida diffusione dei vaccini in tutto il mondo, i 24 globalisti hanno avviato un loro trattato internazionale: “Crediamo che le nazioni dovrebbero lavorare insieme per un nuovo trattato internazionale per la pandemia con preparazione e risposta. Un impegno collettivo così rinnovato rappresenterebbe una pietra miliare nell’intensificare la preparazione alla lotta e prevenzione della pandemia al più alto livello politico. Questo trattato si baserebbe sui principi dell’OMS: “L’obiettivo principale di questo trattato sarebbe quello di promuovere un approccio a tutto il governo e a tutta la società, rafforzando le capacità nazionali, regionali e globali e la resilienza a future pandemie”,hanno dichiarato i leader“.

Ciò include il potenziamento della cooperazione internazionale per migliorare, ad esempio, i sistemi di allarme, la condivisione dei dati, la ricerca e la produzione e distribuzione locale, regionale e globale di contromisure mediche e di salute pubblica come vaccini, medicinali, diagnostica, strutture sanitarie, adeguata protezione personale ed attrezzature ad alta diagnostica”. Grazie, inoltre, all’approccio “One Health” dei leader, si baserebbe sul principio di una connessione tra “la salute degli esseri umani, degli animali e del nostro pianeta”. (Papa Bergoglio e Greta finalmente esauditi). Con un linguaggio che ricorda l’ agenda del Great Resetpromossa dal WEF e da Klaus Schwab, i leader hanno affermato che il nuovo trattato porterebbe rimedio a una carenza di interessi nazionali e ad accresciute preoccupazioni internazionali: “Un trattato dovrebbe portare a una più reciproca responsabilità e responsabilità condivisa, trasparenza e cooperazione all’interno del sistema internazionale e con le sue regole e norme “.

In questo modo appare più che evidente che il tanto deprecato “Sovranismo è servito”! Nessuna parte della società sarebbe esentata dall’essere coinvolta nel nuovo trattato, qualunque cosa possa sembrare, con i leader mondiali che sottolineano che “lavoreremo con i capi di stato e di governo a livello globale, e tutte le parti interessate, compresa la società civile e settore privato.”, siamo, purtroppo di fronte ad “totalitarismo esplicito”

Dichiarando che il coronavirus, che ha avuto origine a Wuhan, in Cina, aveva “sfruttato le nostre debolezze e divisioni”, i leader hanno chiarito quali saranno le loro responsabilità: “garantire che il mondo apprenda le lezioni della pandemia Covid-19” e “Cogliere questa opportunità e unirsi come una comunità globale per una cooperazione pacifica che si estende oltre questa crisi”. La proposta dovrebbe essere ulteriormente discussa tra i leader nazionali al vertice del G7 di giugno in Cornovaglia nel Regno Unito, dove Boris Johnson si unirà ai suoi omologhi provenienti da Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Stati Uniti e UE.i firmatari hanno avvertito che il loro nuovo piano “richiederà tempo e richiederà un impegno politico, finanziario e sociale sostenuto per molti anni”.

Non dimentichiamoci, infine, del fatto che Draghi aveva già anticipato questo tema inserendolo nel programma del suo governo e rilanciando l’accesso equo e universale ai vaccini. Per l’Italia l’accesso equo, universale e di massa ai vaccini è un imperativo non negoziabile. Questa stessa  posizione è stata espressa e ribadita da Mario Draghi nella sua prima riunione del G7 in qualità di presidente del Consiglio: “Ogni intervento deve vedere la salute come “un bene comune globale e pertanto va tutelata con regole condivise” Non solo. Il premier ha indicato una via forse inconsueta, la lotta contro la pandemia deve andare di pari passo con la lotta contro i cambiamenti climatici e per la tutela della biodiversità: “favoriremo la trasformazione green e le transizioni energetiche pulite che riducano le emissioni e creino buoni posti di lavoro verso emissioni pari a zero entro il 2050”.

I sette leader .sostengono  “Accelereremo lo sviluppo e la diffusione di vaccini a livello mondiale; collaboreremo con l’industria per aumentare la capacità di produzione, anche attraverso licenze volontarie; miglioreremo la condivisione delle informazioni, come il sequenziamento di nuove varianti; e promuoveremo pratiche trasparenti e responsabili e la fiducia nei vaccini”. Ma proprio questa è la grande menzogna: la salute è per essenza un “bene personale” e “individuale”. I Padroni la vogliono però trasformare in bene “comune” per imporre la vaccinazione periodica obbligatoria, strategia che non serve alla nostra “salute”, ma serve a renderci tracciabili dai sensori, in vista della digitalizzazione totale della moneta (reddito universale).

Giacomo Marcario

Comitato di Redazione dl Corrierepl.it

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