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L’emergenza

Col prossimo autunno, il quadro politico nazionale tornerà ad acquistare una sua rilevanza che andrà a incidere sull’evoluzione economica del Paese. D’illusioni non ce ne facciamo e non intendiamo giustificare sistemi di contenimento che hanno destato anche le perplessità di chi li ha varati. Mentre si vorrebbe garantire l’affidabilità fiscale, non si comprendono certe “mosse” che dovrebbero assicurare un freno alla degenerazione economica nazionale.

La strategia, per ridurre i divari territoriali nazionali, resta un aspetto meramente teorico di una situazione che tende a mutare, in peggio, giorno per giorno. Il prossimo semestre andrà a dare corpo a un 2021 per il quale non riusciamo a vedere la “luce” della “ripresa”. I problemi del Paese, vecchi e nuovi, ora convivono e condizionano, pesantemente, i fatti nazionali. Non prevediamo possibili segnali di concreta ripresa e le manovre “tampone” non faranno che prolungare un’insufficienza economica che doveva essere esaminata parecchio tempo prima.

I provvedimenti di “proroga” fiscale possono essere una “boccata d’ossigeno”, ma non risolvono. Le imposte dovranno essere pagate per consentire una lenta ripresa della macchina socio/economica nazionale. I sostegni a “fondo perduto” restano più sulla carta che nella realtà del quotidiano. L’evasione fiscale resta uno dei mali più difficili da sradicare. Fortunatamente, se così si può scrivere, il populismo ha lasciato spazio al realismo di ogni giorno. Per tentare d’evitare il peggio, non ci resta che modificare certi comportanti politici e dare “certezze” che, ora, proprio non ci sono. L’emergenza nazionale s’è fatta più che palese. Cercheremo d’interpretarne gli sviluppi al servizio dei nostri Lettori.

Giorgio Brignola

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