La Poesia è per tutti
foto di copertina Federico Garcia Lorca
… la poesia non si mangia ma può diventare indispensabile
Rubrica culturale del Corriere di Puglia e Lucania, a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte
L’intento della rubrica è quello di sfatare l’idea che la poesia sia qualcosa di astruso e che possa piacere o non piacere. In realtà la poesia è nelle nostre vite più di quanto noi possiamo immaginare. Basti pensare alla commistione della poesia con le altre forme artistiche, per esempio alla musica pop, di cui essa è un riflesso.
Proporremo, ogni giorno, pochi grammi di poesia, legati ad un fatto del giorno o ad una data da ricordare sperando che, tra le mille incombenze quotidiane, ogni Lettore, possa ritagliarsi qualche minuto per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi.
Buona Poesia!
Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte
redazione@corrierepl.it
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Il 7 aprile 1770, nasce William Wordsworth, poeta romantico inglese. Ebbe i natali a Cockermouth, nella regione dei Laghi, dove visse gran parte della sua vita, dopo la parentesi degli anni giovanili segnati dell’entusiasmo per la rivoluzione francese. Con Coleridge pubblicò le Lyrical Ballads (1789), manifesto della nuova poesia romantica, che insegnò a guardare la natura e introdusse, con la sua “lingua comune”, l’attenzione al ‘genius loci’ e alla poetica della memoria, influenzando tutta la letteratura successiva. La sua fama presso i contemporanei si deve soprattutto alla lirica dal carattere filosofico e meditativo, alle accorate denunce “ecologiche” dei guasti portati dall’industrialismo. Proponiamo ‘Daffodils’, tra le sue poesie più amate.
Giunchiglie
Vagavo solo come una nuvola
che galleggia in alto, oltre valli e colline,
quando all’improvviso ho visto una folla,
una moltitudine di giunchiglie dorate,
accanto al lago, sotto gli alberi,
svolazzare e danzare nella brezza.
Continue come stelle che splendono
e scintillano sulla via lattea,
si stendevano in una linea infinita
lungo il margine di una baia.
Ne vidi diecimila a colpo d’occhio
che scuotevano le teste in una danza vivace.
Le onde ballavano al loro fianco ma loro
superavano le scintillanti onde in allegria
un poeta non poteva che essere felice
in una compagnia così gioconda
io le fissavo sempre di più ma pensavo poco
alla ricchezza che quello spettacolo mi aveva portato
perché spesso, quando sto sdraiato sul mio giaciglio
distratto o pensoso,
loro lampeggiano su quell’occhio introspettivo
che è la beatitudine della solitudine
allora il mio cuore si riempie di piacere
e danza con le giunchiglie
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I wandered lonely as a cloud that floats
On high o’er vales and hills
When all at once I saw a crowd
A host, of golden daffodils
Continuous as the stars that shine
And twinkle on the milky way
They stretched in never-ending line Along
The margin of a bay
Beside the lake, beneath the trees
Fluttering and dancing in the breeze
Ten thousand saw I at a glance
Tossing their heads in sprightly dance
The waves beside them danced but they
Out-did the sparkling waves in glee
I gazed and gazed but little thought
What wealth the show to me had brought
A poet could not be but gay
In such a jocund company
For oft when on my couch I lie
They flash upon that inward eye
In vacant or in pensive mood
Which is the bliss of solitude
And then my heart with pleasure fills
And dances with the daffodils
And then my heart with pleasure fills
And dances with the daffodils
I wandered lonely as a cloud
That floats on high oer vales and hills
When all at once I saw a crowd
A host, of golden daffodils
Continuous as the stars that shine
And twinkle on the milky way
They stretched in never-ending line Along
The margin of a bay
And then my heart with pleasure fills
And dances with the daffodils
And then my heart with pleasure fills
And dances with the daffodils