Principale Politica Diritti & Lavoro Amazon ammette: dipendenti costretti a fare pipì nelle bottiglie

Amazon ammette: dipendenti costretti a fare pipì nelle bottiglie

Dopo averlo negato per mesi, l’azienda conferma che a volte questo accade per non perdere tempo nelle consegne

© Paul Hennessy / Afp
– Un magazzino di Amazon negli Stati Uniti

AGI – E’ purtroppo vero, e non è quindi solo una leggenda, il fatto che i dipendenti di Amazon sarebbero a volte costretti a fare pipì nelle bottiglie di plastica, per non perdere tempo nelle consegne. Lo stesso regista Ken Loach, nell’ultimo film “Sorry we missed you”, aveva rivelato questo agghiacciante particolare.

E dopo averlo negato per mesi, l’azienda ora lo ammette. “Sappiamo che i nostri autisti possono avere e hanno problemi a trovare i bagni a causa del traffico o perché percorrono strade fuorimano e questo è stato particolarmente frequente durante la pandemia di Covid, quando molti bagni pubblici erano chiusi”, è la sconvolgente confessione della società. 

Un’ammissione clamorosa che arriva dopo una polemica sollevata da un tweet di un membro democratico della Camera Usa, Mark Pocan. “Solo perché paghi i tuoi impiegati 15 dollari all’ora non ti rende un posto di lavoro all’avanguardia – aveva detto rivolgendosi al gigante dell’e-commerce – se costringi i tuoi impiegati a fare pipi’ nelle bottiglie di plastica”.

Inizialmente la società aveva smentito, ma poi diversi media americani avevano riportato numerose dichiarazioni di impiegati che testimoniavano l’esistenza di questa ‘pratica’, e alcuni di questi avevano riportato addirittura dei documenti interni che attestavano come fosse ben conosciuta anche dagli stessi dirigenti dell’azienda.

La società è stata quindi costretta a fare dietrofront: “Dobbiamo delle scuse a Pocan”, ha detto. La prima replica al parlamentare “non teneva conto degli autisti” e si era concentrata “erroneamente sui nostri centri di distribuzione”, dove i dipendenti possono “allontanarsi dalle loro postazioni di lavoro in qualsiasi momento” per visitare “le decine di bagni” a loro disposizione.

Il problema con gli autisti di Amazon è “di lunga data” e “riguarda tutto il settore”, ha fatto sapere la società sottolineando: “Vorremmo risolvere il problema. Non sappiamo come, ma cercheremo delle soluzioni”, ha promesso.

Pronta la replica di Pocan: “Sigh”, ha twittato. “Non si tratta di me ma dei vostri impiegati, che non trattate con sufficiente rispetto e dignità. Iniziate a riconoscere le condizioni di lavoro inappropriate che avete creato per tutti i vostri dipendenti”.

Amazon è sotto i riflettori negli Stati Uniti con il voto, sulla creazione di un sindacato in un magazzino in Alabama, che sarebbe il primo nel paese. I risultati non sono ancora stati annunciati.

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