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Segnali timidi di vitalità per il Bari che vince grazie ad Antenucci che si sblocca

Rinfrancati con l’antibiotico vincente contro la Paganese, al Bari convalescente di Carrera toccava un impegno apparentemente difficile sul campo delle Vibonese, solita e tipica squadra rognosa che, al pari di tutte le altre, quando vede biancorosso diventa un toro furioso, metamorfosi non contemplata se dovesse guardare i colori di altre squadre contro cui diventa furiosa il minimo sindacale. Però oggi, stranamente, l’avversario non è stato furioso. Ogni tanto ci sta, per fortuna del Bari. Una vittoria di platino trovata nell’uovo di Pasqua.

Per la squadra barese, al di là di tutto, era importante vincere per sperare in un miracoloso aggancio nel confronto diretto di sabato prossimo contro l’Avellino.

Bisognava entrare in campo come undici leoni, come squadra, con un grande spirito, senza aver paura dell’avversario, ma in realtà è bastato un compitino da appena sufficienza per vincere anche se qualcosina in più della gara scorsa si è intravista. Son mancate la cattiveria e l’esigenza di chiudere la gara così da non avere più problemi. Ma questo è uno dei soliti limiti, un classico, ormai imprescindibile.

Non un primo tempo da ascrivere tra i migliori diecimila del mondo, tutt’altro, Bari lento, senza cattiveria e poco aggressivo, però abbiamo visto una squadra compatta che ha commesso qualche errore, ed il vantaggio del Bari su rigore da parte di Antenucci (battuto in modo non del tutto impeccabile, segno della persistenza del malessere che aleggia sul giocatore), obiettivamente, è parso non meritato perché le azioni degne di nota, da ambedue le squadre, non ce ne sono state, i portieri sono stati inoperosi e, forse, il pareggio sarebbe stato più giusto, ma il calcio, si sa, è imprevedibile. Unico tiro verso la porta, peraltro fuori di un soffio, è stato di Antenucci sul finale di tempo.

Nel secondo tempo il Bari ha arretrato pericolosamente il baricentro lasciando il campo alla Vibonese, a cui è mancato sempre quel quid in più per rendersi pericolosa, ed il Bari è sembrato averlo capito così è riuscito ad uscire dal suo guscio e gestire bene la gara pur senza strafare.

Statella è stato l’unico che ci ha provato da fuori area ma la sua precisione è risultata sbagliata. Poi D’Ursi è andato vicino al raddoppio ma il portiere ha compiuto un autentico miracolo negandogli il gol. Ancora Antenucci è andato vicinissimo al gol quando si è trovato da solo davanti al portiere calabrese che, ancora una volta, in vena di miracoli pasquali, ne ha compiuto un altro.

Il Bari ha continuato a dettare i tempi della partita mostrando un pizzico di personalità, partita che, man mano, si è andata a spegnersi senza alcun sussulto calabrese. Da registrare l’esordio del giovane Manè entrato al posto di Marras ad un minuto dalla fine. Per il ragazzo rimarrà un bel ricordo.

Strano il calcio. La Vibonese si è mostrata una squadra davvero scarsa che non si è procurata alcuna occasione da gol, ed il Bari, che non ha avuto alcun patema, ha vinto la gara solo su rigore. Incredibile, ma la sintesi della gara è questa. Segno che, nonostante tutto, il Bari è ancora convalescente.

Sta di fatto che, comunque, c’è da registrare la seconda vittoria consecutiva (oggi la classica vittoria sporca), e che Antenucci si è sbloccato dopo due mesi. Tuttavia bisogna migliorare molto per fare progressi, e tempo non ce n’è.

Antenucci finalmente, da un verso, rompe il ghiaccio, dall’altro sbaglia un gol che solitamente segna. E già, perché è proprio intorno alla crescita del numero sette che si possono coltivare speranza per i playoff, e non si può sperare molto se si continuerà a giocare come oggi o come contro la Paganese ma soprattutto se Antenucci continuerà a balbettare.

Non ci aspettava chissà che squadrone oggi, sia inteso, ma quanto meno si è visto un elettrocardiogramma attivo che ha dato segni di moderata vitalità, ed i tre punti sono di platino considerando anche la sconfitta dell’Avellino. Adesso si andrà in Irpinia con una ragionevole speranza di riaprire il campionato, ma ci vorrà un altro Bari, non questo di oggi.

La vittoria di oggi avvalora le speranza di Carrera che diceva di continuare a coltivare speranze nell’acciuffare il secondo posto che non è ancora a portata di mano, e vincendo ad Avellino l’obiettivo non è del tutto impossibile, anche se bisogna risparmiare energie per i playoff.

Insomma in vista dell’ultimo chilometro occorre ancora uno sprint finale fatto di testa, gambe, fisicità e, perché no, anche un po’ di fortuna, quella che è mancata la Bari quest’anno. Occorre crederci, insomma, perché se si entrerà in campo senza personalità e senza lo spirito necessario sarà dura espugnare il Partenio.

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