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Il Consiglio di Stato respinge l’appello di società che intendeva aprire Sala scommesse vicino a“luoghi sensibili”

Il presidente del Consiglio di Stato, Pasquale De Lise (D), durante la sua relazione in occasione della cerimonia di apertura dell'anno giudiziario, oggi 8 febbraio 2011 a Palazzo Spada a Roma. ANSA/ ETTORE FERRARI

Ribadite la legittimità del Regolamento emanato dall’Unione dei Comuni dell’Alta Valdera e il valore delle misure di prevenzione e contrasto alla dipendenza dal gioco d’azzardo  per la tutela della salute.

Roma, 31 marzo 2021

Il Consiglio di Stato ha respinto l’appello di una società che intendeva aprire una sala scommesse nel comune di Casciana Terme – Lari, in provincia di Pisa. L’apertura della sala scommesse è impedita da quanto previsto nel Regolamento finalizzato a contrastare la diffusione delle sale giochi sul territorio emanato dall’Unione dei Comuni dell’Alta Valdera, a cui aderisce anche il Comune di Casciana Terme – Lari. Il Regolamento fa riferimento alla legge regionale della Toscana sulla dipendenza dal gioco d’azzardo. La sala scommesse sarebbe venuta a trovarsi a meno di 500 metri da due “luoghi sensibili” indicati nel Regolamento: un giardino pubblico e una struttura turistico-ricettiva extralberghiera (un agriturismo B&B).

Mettiamoci in gioco – campagna nazionale contro i rischi del gioco d’azzardo sottolinea l’importanza delle motivazioni addotte dal Consiglio di Stato nel respingere l’appello. L’organo giurisdizionale ha confermato la legittimità di individuare nei giardini pubblici un luogo sensibile, perché “ciò che rileva, infatti, è la circostanza che in questi luoghi si verifichino, per lungo tempo o a più riprese, aggregazioni o concentrazioni di soggetti particolarmente esposti al rischio della ludopatia e tanto accade anche per i giardini pubblici, frequentati notoriamente da persone giovani e anziane, categorie meritevoli della massima protezione secondo un principio di massima cautela da applicarsi in questa materia.”

Inoltre, il Consiglio di Stato ribadisce che “le misure volte alla prevenzione ed al contrasto di forme di dipendenza dal gioco d’azzardo lecito (c.d. ludopatia o GAP – gioco d’azzardo patologico) come quella in questione – consistente nella imposizione di una distanza minima delle sale giochi e scommesse dai luoghi c.d. sensibili e, cioè, nei quali si presume la presenza di soggetti appartenenti alle categorie più vulnerabili o comunque in condizioni contingenti di difese ridotte rispetto alla tentazione del gioco d’azzardo e all’illusione di poter conseguire attraverso di esso facili guadagni – rientrano principalmente nella materia della tutela della salute (v., ad esempio, Corte cost., 11 maggio 2017, n. 108 nonché Cons. St., sez. V, 11 luglio 2018, n. 4224, Cons. St., sez. III, 10 febbraio 2016, n. 578).”

Mettiamoci in gioco esprime, perciò, la propria soddisfazione per quanto deciso dal Consiglio di Stato che, ancora una volta, riconosce la piena legittimità dell’azione di contenimento del gioco d’azzardo svolta dai Comuni, in collegamento con le leggi regionali e nel rispetto del principio della difesa della salute dei cittadini.

Aderiscono alla campagna Mettiamoci in gioco: Acli, Ada, Adusbef, Ali per Giocare, Anci, Anteas, Arci, Associazione Orthos, Auser, Aupi, Avviso Pubblico, Azione Cattolica Italiana, Cgil, Cisl, Cnca, Conagga, Confsal, Ctg, Federazione Scs-Cnos/Salesiani per il sociale, Federconsumatori, FeDerSerD, Fict, Fitel, Fp Cgil, Gruppo Abele, InterCear, Ital Uil, Lega Consumatori, Libera, Missionari Comboniani, Scuola delle Buone Pratiche/Legautonomie-Terre di mezzo, Shaker-pensieri senza dimora, Uil, Uil Pensionati, Uisp.

Comunicato stampa (Mettiamoci in gioco)

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