Principale Ambiente, Natura & Salute Vaccini, recuperare la fiducia più che obbligo nonostante AstraZeneca

Vaccini, recuperare la fiducia più che obbligo nonostante AstraZeneca

L’OMS ha creato il termine “vaccine hesitancy” per definire il rifiuto di vaccinarsi, la riluttanza verso i vaccini. La mette tra le prime dieci maggiori minacce per la salute globale. Il gruppo sociale chiamato no-vax è un movimento che usa soprattutto le reti sociali e il web per fare propaganda contro i vaccini. Contrastarli vuol dire comunicare in maniera efficace per annullare le bugie, le falsificazioni sui vaccini restituendo fiducia nei medici. Bisogna trasformare la sfiducia in fiducia. Bisognerebbe fare l’opposto di quello fatto in Italia a seguito dei problemi avvenuti, in correlazione o meno con il vaccino di AstraZenica. Un vaccino a vettore virale dove un adenovirus depotenziato “trasporta” un gene che causa la malattia Covid 19 stimolando il sistema immunitario a intervenire per distruggere il coronavirus.

IL Governo ha annunciato provvedimenti legislativi contro i sanitari che hanno ritenuto di non vaccinarsi, ma abbiamo motivo di ritenere che si stia valutando l’obbligatorietà del vaccino nel tempo ottenuta attraverso una corretta informazione e l’istituzione di una anagrafe vaccinale nazionale. Tantissimi cittadini s’interrogano sull’esistenza del legame tra vaccini ed effetti più o meno gravi. La chiave di volta sta nel rassicurare fornendo dati completi e un’organizzazione efficiente che raccoglie dati in maniera rigorosa mettendoli poi a disposizione anche di centri di ricerca e Università.

UNA STORIA TORMENTATA

L’opposto di quanto avviene ed è avvenuto sul problema vaccino AstraZenica. Un buon approccio alla sorveglianza post vaccinale o fase quattro è offerto dalla Gran Bretagna. Nella sua fase quattro ha rilevato nei primi sessanta giorni 227 morti in vaccinati con l’mRna vaccino della Prizer, e 275 con quelli di AstraZenica. Inoltre viene fatta una suddivisione per tipologia di decesso per esempio un ictus, una trombosi antecedente la morte. L’AIFA ha pubblicato recentemente il suo secondo Rapporto e riguarda il periodo che va da inizio vaccinazioni il 27 dicembre scorso fino al 26 febbraio scorso e riguarda il vaccino AstraZenica per il 3% dei 4.118.277 vaccinati a quella data. Le segnalazioni di effetti sono state poco più di 30 mila e di questi 44 sono stati gravi con riserva di verificare che la causa sia stata la vaccinazione. Traducendo nei primi 62 giorni di vaccinazioni su 4.118.277 somministrazioni ci sono stati 44 morti ossia uno su ogni centomila vaccinati. Su più di 4 milioni di somministrazioni i vaccini AstraZenica sono stati 123.548. Assurdo che nel Rapporto l’Agenzia Italiana del Farmaco non indica né il tipo di vaccino (Moderna? Pfizer? Astrazenica?) a cui collegare l’evento avverso o il decesso. La società AstraZenica dopo gli eventi occorsi e che hanno portato alla sospensione del vaccino in Europa, valutazione del rischio da parte dell’Autorità di regolamentazione europea Ema e suo riuso come vaccino ha presentato i risultati di un grande studio. Risultati positivi e giudicati tali da molti ricercatori, ma contestati da una grande agenzia statunitense che ha messo in dubbio le affermazioni sull’efficacia del vaccino. Esito pervenuto una settimana dopo che EMA e OMS hanno ritenuto sicuro il vaccino.

NO! AD ASTRAZENICA, PER GLI STATI UNITI

AstraZenica è stato approvato in oltre 100 paesi ma non negli Stati Uniti. Il  National Institutes of Allergy and Infectious Diseases (NIAID) degli Stati Uniti ha affermato che un comitato indipendente di monitoraggio della sicurezza dei dati (DSMB) che supervisiona lo studio aveva  manifestato la  preoccupazione che AstraZeneca aveva prodotto   “informazioni obsolete” che fornivano una visione incompleta dell’efficacia del vaccino. Efficacia che secondo DSMB non è del 79% ma variabile tra il 69 e il 74%. AstraZenica ha recepito declassando l’efficacia al 76%. Sulla sicurezza del vaccino Astrazenica ci sono le pilatesche dichiarazioni di EMA “il vaccino è  sicuro e non  associato a un rischio più elevato rischio  di coagulazione del sangue in generale, ma non si  può  escludere un legame con due condizioni di coagulazione molto rare e gravi, una delle quali colpisce i vasi sanguigni che drenano il cervello”. Quindi? Indicare tale rischio nelle istruzioni per l’uso del vaccino!

Su Science del 24 marzo in una pubblicazione dal titolo “AstraZeneca reports powerful COVID-19 protection in new vaccine trial | Science | AAAS (sciencemag.org)  si  legge che “In un lavoro inedito, scienziati in Norvegia e Germania hanno riportato un possibile meccanismo con cui il vaccino potrebbe aver causato rare condizioni di coagulazione del sangue, nonché un possibile trattamento”.  Trasparenza, rigore e assenza di calcoli aziendali e politici sono gli ingredienti per la ricostituzione della fiducia nei vaccini in generale. La storia tormentata di questo vaccino più volta richiamata dalla immunologa Prof. Viola non ha scalfito minimamente le certezze dell’Agenzia Italiana del Farmaco e dell’Istituto Superiore di Sanità e mentre emergono negli USA elementi nuovi e alcuni paesi dell’Europa settentrionale sembrano che non hanno ripreso la somministrazione di questo vaccino, noi tranquillamente continuiamo.

Erasmo Venosi, astrofisico già prof associato Uni Sapienza

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