Principale Estero Gli inglesi hanno più fiducia nei vaccini degli italiani?

Gli inglesi hanno più fiducia nei vaccini degli italiani?

Sembrerebbe così a leggere i social. Il successo del piano vaccinale in Inghilterra alza l’umore dei britannici che attribuiscono un sentiment positivo al Governo del 14% superiore a quello degli italiani verso l’esecutivo Draghi.

In Inghilterra il piano vaccinale procede con efficienza e velocità, oltre la metà dei cittadini britannici ha ricevuto la prima dose del vaccino anti Covid-19, l’andamento dei contagi è in forte riduzione e il numero dei decessi è il più basso degli ultimi sei mesi.

Un successo fino ad ora costruito su basi organizzative e logistiche molto solide, ma soprattutto grazie alla forte accelerazione nella corsa all’acquisto del siero: la Gran Bretagna ha infatti siglato contratti per la fornitura di 100 milioni di dosi del vaccino AstraZeneca e 40 milioni di dosi di Pfizer BioNTech, superando l’Europa (e L’Italia) nella corsa contro il tempo per mettere in sicurezza il paese.

Differenze nelle somministrazioni giornaliere di vaccini che non sfuggono ai cittadini e di conseguenza anche il sentiment sui governi cambia a seconda dell’efficienza nella gestione della pandemia.

In rete l’apprezzamento dell’audience inglese nei riguardi del Governo è nettamente superiore a quella espressa dall’audience italiana. In Inghilterra, infatti, l’apprezzamento dell’operato di Boris Johnson in merito alla gestione delle vaccinazioni è del 14,9% superiore rispetto a quello degli italiani per la gestione del Governo Draghi. Un apprezzamento direttamente proporzionale alla maggiore quantità di dosi giornaliere di vaccini che in Inghilterra si riesce a somministrare alla popolazione.

Come ripetono i virologi una pandemia è un evento “trasformazionale”, in continuo cambiamento, da monitorare e tracciare; esattamente come le conversazioni delle opinioni pubbliche sul loro svolgimento, in particolare sui vaccini in queste settimane abbiamo osservato un cambio di sentiment verso le principali sigle farmaceutiche delle quali si parla più spesso (AstraZeneca, Pfizer, Moderna e Sputnik).

Grazie agli algoritmi di intelligenza artificiale di *Kpi6 anche questa settimana abbiamo registrato un valore di sentiment negativo molto alto generalmente sui vaccini da parte dell’audience. Attraverso l’analisi, svolta in tempo reale, tuttavia si osserva sentiment negativo su diversi aspetti inerenti le vaccinazioni: ritardi nella somministrazione alla popolazione, logistica, scarsi approvvigionamenti da parte delle aziende fornitrici e potenziali effetti collaterali.

Una opinione negativa, quindi, non esclusivamente collegata ai contenuti pubblicati da persone ostili alle vaccinazioni (no vax), ma espressa anche da molte persone che vorrebbero vaccinarsi, ma che ancora subiscono i ritardi dovuti alle scarse dosi di siero disponibili, e dagli ostacoli organizzativi.

Tuttavia proprio su AstraZeneca, il vaccino più somministrato in Italia e Inghilterra, e anche il più discusso, l’apprezzamento degli utenti nel nostro paese è cresciuto passando dal 13% di alcuni giorni, fa al 17% attuale.

Un sentiment positivo comunque molto inferiore a quello che si osserva in Inghilterra, attualmente al 37%; la recente sospensione, poi revocata, necessaria per dare tempo all’European Medicines Agency EMA di effettuare i controlli su alcuni rari effetti collaterali (trombosi), non sembra aver compromesso la fiducia degli inglesi.

In questo contesto non mancano le critiche all’Unione Europea e alla gestione complessiva del piano vaccinale, ma Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea, rilancia l’obiettivo ambizioso di vaccinare il 70% della popolazione entro l’estate.

AGI – Agenzia Italia 

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