Principale Politica Diritti & Lavoro Le frasi sbagliate dell’impenitente Travaglio

Le frasi sbagliate dell’impenitente Travaglio

Il presidente Anffas: “Siamo convinti che Travaglio non ha pregiudizi sulle persone con disabilità e che le sue “modalità comunicative” sono frutto di un modo diffuso di utilizzare la disabilità in termini dispregiativi, ma appare in tutta evidenza che Marco Travaglio evidentemente fa fatica a comprendere il peso che l’uso improprio di tali frasi ha sulle vite delle persone con disabilità. Decisamente non si rende conto che si rischia di vanificare con una sola frase gli sforzi che da decenni tutto il movimento delle persone con disabilità”

Registriamo con un misto di tristezza e rabbia l’uso improprio da parte del giornalista Marco Travaglio di una frase che per stigmatizzare, in negativo, un dato comportamento o discorso si riferisce, quale termine di paragone, ad un bambino ritardato. Frase che risulta pubblicata, in bella vista, sull’editoriale di Travaglio de “Il Fatto Quotidiano” del 23 marzo 2021.

Episodio questo che colpisce ancor di più perché fa seguito a quanto lo stesso Travaglio aveva già posto in essere nel settembre 2017. Infatti, già in tale occasione, il giornalista, presumiamo sempre in analogo contesto e con il medesimo approccio culturale, aveva utilizzato la seguente frase “Andate pure avanti a trattarli come mongoloidi”. Ciò come si ricorderà accadeva nel corso della trasmissione Otto e Mezzo de La7 e quindi in un contesto che raggiunge milioni di spettatori.

Allora avevamo apprezzato ed accettato le pronte scuse di Travaglio ma ora in che modo pensa di venire fuori da questo ulteriore scivolone?

Eravamo e restiamo convinti che Travaglio non ha pregiudizi sulle persone con disabilità e che le sue “modalità comunicative” sono frutto di un modo diffuso di utilizzare la disabilità in termini dispregiativi” afferma Roberto Speziale, presidente nazionale Anffas “ma appare di tutta evidenza che Marco Travaglio evidentemente fa fatica a comprendere il peso che l’uso improprio di tali frasi ha sulle vite delle persone con disabilità. Decisamente non si rende conto che si rischia di vanificare con una sola frase gli sforzi che da decenni tutto il movimento delle persone con disabilità, in particolare intellettive e con disturbi del neurosviluppo, stanno facendo per contrastare pregiudizi, cliché e stereotipi che continuano purtroppo a circondare le persone con disabilità intellettive. Pregiudizi, cliché e stereotipi che sono ancora purtroppo estremamente radicati nella nostra società, anche se non sempre vengono alla luce in modo esplicito”.

Continua il presidente “Ma quando, come in questo caso, questi “pensieri” vengono esternati tramite parole offensive e termini dispregiativi, il danno che ne deriva rischia di essere irreparabile. Noi persone con disabilità, genitori e familiari siamo sinceramente stanchi di continuare ad assistere a tanta superficialità, soprattutto quando questa proviene dal mondo dell’informazione e da suoi autorevoli esponenti e non siamo più disposti ad assistere, in silenzio, a frasi terribili che hanno accompagnato e continuano, purtroppo, ad accompagnare la vita dei cittadini con disabilità. Stereotipi che, invece, andrebbero “banditi” dal nostro linguaggio e sostituiti da messaggi positivi ed inclusivi”.

“Tutto questo accade, tra l’altro, a soli due giorni di distanza dalla Giornata Mondiale sulla Sindrome di Down del 21 marzo ed in prossimità dell’Anffas Day, della Giornata Nazionale delle Disabilità Intellettive e Disturbi del Neurosviluppo, rispettivamente il 27 e 28 marzo, e della Giornata sulla consapevolezza sull’Autismo, il 2 aprile. Giornate che ribadiscono i diritti delle persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo, l’importanza di garantire pari opportunità e diritti e che celebrano il fatto che le diversità costituiscono un valore aggiunto alla nostra società, non un problema”.

Prosegue: “Quindi a prescindere da questo ennesimo spiacevole episodio e nella speranza che Marco Travaglio vorrà porre immediato riparo alla sua “infelice” frase gli chiediamo di darci, invece, una mano, a contrastare ogni forma di rappresentazione, in negativo, della condizione di disabilità assumendo consapevolezza dell’importanza che ciò riveste soprattutto da parte di chi con le parole ci lavora e le cui frasi arrivano a milioni di persone. L’auspicio è di riscontrare un sincero ripensamento ma che questo sia definito, vero e sincero”.

“È con questo auspicio che Anffas invita ufficialmente Marco Travaglio a partecipare all’evento associativo del 27 marzo p.v.” conclude il presidente “in tal modo siamo certi che, oltre a chiarire la portata delle sue frasi, potrà rendersi maggiormente conto di quello che è la realtà della disabilità e di quanto sia importante conoscere in nostro mondo e di quanta strada ci sia ancora da fare per garantire alle persone con disabilità, dignità, vita autonoma ed indipendente ed una vita di qualità in una società accogliente e pienamente inclusiva”.

Sull’episodio da segnalare anche gli interventi del giornalista Gianluca Nicoletti

Foto: Ag. Sintesi

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