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“Gran ballo” della scuola in Calabria, apre e chiude quasi a giorni alterni

Da novembre a oggi, il Tar ha annullato le ordinanze della Regione e del Comune di Catanzaro. Tra lezioni in presenza e didattica a distanza gli studenti continuano a essere disorientati 

©  AGF –  Scuola, coronavirus

La Regione Calabria, con il presidente facente funzioni, Nino Spirlì, chiude le scuole di ogni ordine e grado, il Tribunale amministrativo regionale le riapre. Non una, nemmeno due, ma tre volte. E’ successo a novembre dello scorso anno, a gennaio 2021 e in questi ultimi giorni, tra dispositivi e nuove ordinanze.

Il Comune di Catanzaro, con il sindaco Sergio Abramo, chiude tutte le scuole di ogni ordine e grado, fino alle festività pasquali, ma il Tar le riapre. Anche a Crotone, nei mesi scorsi, dopo un’ordinanza di chiusura del sindaco Vincenzo Voce, ed in altri centri, grandi e piccoli della regione.

Oggi il Tar della Calabria ha accolto il ricorso promosso da un gruppo di genitori di Catanzaro, difesi dall’avvocato Gaetano Liperoti, contro l’ordinanza di chiusura delle scuole di ogni ordine e grado emanata dal sindaco del capoluogo.

In particolare è stata ritenuta priva di adeguata istruttoria la nota dell’Asp di Catanzaro che suggeriva l’adozione della misura, essendo “manifestamente incoerente” il riferimento all’approssimarsi delle vacanze pasquali nel cui periodo sarà attuato il lockdown nazionale, “che dovrebbe piuttosto costituire ragione giustificativa del mantenimento e non della soppressione della didattica in presenza nello scorcio finale del corrente mese di marzo. “Viene ribadito – commenta Liperoti – che le chiusure indiscriminate di tutte le scuole di ogni ordine e grado sono misure sproporzionate, se non sorrette da ragioni particolarissime ed eccezionali e che quindi i sindaci, nell’emettere ordinanze di questo genere, devono prima eseguire un’accurata istruttoria con precisi dati di riferimento, che nel caso erano del tutto assenti”. Ora il sindaco Abramo sta valutando l’opportunità di emettere una nuova ordinanza di chiusura, supportata dai dati dei contagi, almeno fino a Pasqua.

Intanto, però, a pagare il prezzo più alto di tutti questi ‘balletti’ sono gli studenti, i loro genitori, il corpo docente e tutto il personale del mondo scolastico.

Oggi la didattica a distanza, domani lezioni in presenza, dopodomani non si sa. Ogni giorno un punto interrogativo che certamente non aiuta, anzi. E’ un punto interrogativo che pesa come un macigno sul presente dei ragazzi e, soprattutto, sul loro futuro. AGI

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