Principale Politica Condono o premio ingiustificato agli evasori?

Condono o premio ingiustificato agli evasori?

Ma il condono proposto dal Governo Draghi, su pretesa –illegittima- di capitan fracassa, è paragonabile al perdono cattolico? A mio avviso NO! Il perdono cattolico viene concesso solo in seguito a un vero pentimento. Il che presuppone che il reo confessi i suoi peccati nella loro interezza e chieda di essere sottoposto a severe afflizioni. Nel caso del condono proposto dal Governo Draghi non è previsto il pentimento e non è richiesta alcuna afflizione. Anzi! Con questo condono l’evasore non è esentato dalle sole sanzioni previste dalla legge, ma addirittura dal pagamento delle tasse evase. Una vera e propria remissione del debito. Non sono il solo a pensarla così. Altre persone molto più autorevoli di me hanno manifestato un profondo disappunto per le decisioni governative in merito.

Il condono fiscale approvato dal Governo Draghi e voluto dalla Lega? Diciamo che è un condono “de minimis”. Poteva andare peggio, però anche a piccole dosi un veleno è sempre un veleno”. Pier Luigi Bersani che, come è universalmente noto, non è uno che parla tanto per parlare, ha espresso un giudizio molto duro nei confronti dell’attuale Governo Draghi, condizionato dalla Lega del grande pensatore Salvini.

Soprattutto in materia condoniana (da condono). Mi si perdoni l’uso improprio del neologismo che, però, rappresenta adeguatamente un concetto vecchio, molto gradito agli evasori che, con la loro condotta, indeboliscono gravemente i pubblici servizi. Si tratta di una vecchia abitudine da tutti esecrata, una pratica utilizzata in passato per incrementare il bilancio pubblico. Ora, però, il condono non è un affluente delle pubbliche entrate, ma, piuttosto, un emissario impropriamente giustificato dalla situazione virale che affligge il nostro Paese. IMPROPRIAMENTE, perché si condonano comportamenti criminali posti in essere in epoche precedenti alla diffusione del morbo. “Tra l’altro, a differenza di altri condoni, questo condonino costa. Non è che incassi. Se non ricordo male, per la copertura, dobbiamo mettere 500 milioni di euro”. Sono frasi pronunciate sempre da Bersani durante la trasmissione Dimartedì del 23 marzo 2021.

Appare chiaro che il dovere civico di contribuire al finanziamento dei servizi pubblici (sanità, giustizia, scuola, ordine pubblico, forze armate, welfare ecc.) è considerato da certa politica politicante un modo per punire i ricchi che, POVERINI!, hanno stipendi e prebende rilevanti che, BONTA’ LORO, costituirebbero il frutto di immensi sacrifici e di assunzione di enormi responsabilità da cui sarebbero esenti i lavoratori dipendenti! Dunque, l’evasione fiscale sarebbe, sempre a loro dire, un modo per rimediare all’ingiusto assalto del FISCO e, quindi, costituirebbe una legittima difesa contro la mannaia dello Stato che, nei confronti dei ricchi, si comporta come un boia.

Ora, a prescindere da ogni altra considerazione, è da stabilire se gli alti stipendi e ogni altra prebenda siano da considerare normali. Io credo che, entro limiti ragionevoli, lo siano. Il fatto è che alcune remunerazioni non lo sono. Anzi, sono ben al di là di ogni ragionevole limite. Una certa differenziazione di stipendi può essere lecita, purchè non sia scandalosamente ingiusta e offensiva rispetto alla massa dei cittadini che vivono con redditi al di sotto della sopravvivenza. Vi sono principii del nostro ordinamento costituzionale che non possono essere disattesi. Lo Stato ha il dovere di produrre norme volte all’attuazione dei principi di solidarietà politica, economica e sociale. A tutela dei cittadini che, ricordo, hanno pari dignità sociale. Senza distinzione di censo! Uno dei rimedi è di obbligare tutti i cittadini a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Questo condono è un premio ai furbi (furbo da fur furis=ladro) e uno schiaffo agli onesti che pagano regolarmente le tasse consentendo l’erogazione dei servizi essenziali a tutti i cittadini, ivi compresi quelli che le tasse le evadono.

Raffaele Vairo

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