La Poesia è per tutti
foto di copertina Federico Garcia Lorca
… la poesia non si mangia ma può diventare indispensabile
Rubrica culturale del Corriere di Puglia e Lucania, a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte
L’intento della rubrica è quello di sfatare l’idea che la poesia sia qualcosa di astruso e che possa piacere o non piacere. In realtà la poesia è nelle nostre vite più di quanto noi possiamo immaginare. Basti pensare alla commistione della poesia con le altre forme artistiche, per esempio alla musica pop, di cui essa è un riflesso.
Proporremo, ogni giorno, pochi grammi di poesia, legati ad un fatto del giorno o ad una data da ricordare sperando che, tra le mille incombenze quotidiane, ogni Lettore, possa ritagliarsi qualche minuto per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi.
Buona Poesia!
Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte
redazione@corrierepl.it
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Il 13 marzo 1897 nasceva a Kars, in Turchia, Yeghishe Charents, poeta, scrittore, patriota ed attivista politico armeno. La sua opera multiforme fu dedicata alle sue esperienze di combattente volontario durante gli anni del genocidio armeno, alla rivoluzione socialista, alla storia ed ai miti della tradizione armena. Comunista della prima ora, Charents aderì al partito bolscevico, ma con l’instaurarsi del terrore staliniano, negli anni trenta, si allontanò progressivamente dalle posizioni staliniste. Fu infine incarcerato ed assassinato durante le Grandi Purghe volute da Stalin, all’età di soli 40 anni. Tutti i suoi libri furono proibiti. Una giovane amica seppellì e in questo modo mise in salvo molti dei manoscritti del Poeta. Dopo la morte di Stalin, Charents venne riabilitato nel 1954. Le sue opere furono tradotte in varie lingue, da Anna Akmatova, Boris Pasternak, Arseny Tarkovsky, Louis Aragon.
Ode all’Armenia
Io della mia dolce Armenia amo la parola dal sapore di sole,
della nostra antica lira amo le corde dai pianti di lamento,
dei fiori color sangue e delle rose il profumo ardente
E delle fanciulle di Nayiri amo la danza morbida e agile.
Amo il nostro cielo turchese, le acque chiare, il lago di luce,
il sole d’estate e d’inverno la fiera borea stanante il drago,
le nostre pareti inospitali delle capanne sperdute nel buio
E delle antiche città amo la pietra dei millenni.
Non dimenticherò i nostri canti lamentosi, ovunque io sia,
non dimenticherò i nostri libri incisi con lo stilo, divenuti preghiera,
per quanto lacerino il cuore le nostre piaghe sprizzanti sangue,
amerò ancor più la mia Armenia amorosa, orfana, ardente di sangue.