Principale Economia & Finanza La Web Tax non trova luce

La Web Tax non trova luce

Dubbi e rinvii riguardano ancora la tassa per i giganti del WEB. Siamo al terzo rinvio per la tassa dei colossi digitali nel nostro Paese. Il 9 marzo il MEF ha comunicato che è pronto a modificare i termini per il versamento e la dichiarazione dell’imposta sui servizi digitali, disposizione introdotta con Legge 30 dicembre 2018.

Nel dettaglio della modifica

Il termine originario per il pagamento era previsto il 16 febbraio con dichiarazione il 30 marzo ma nel decreto legge di metà gennaio è stato disposto un rinvio delle cartelle esattoriali e con esso anche il pagamento della tassa sui colossi del web, posticipata di 30 giorni. Oggi la modifica sposta ulteriormente la data al 16 maggio il termine per il versamento dell’imposta e al 30 giugno il termine per la dichiarazione. Il rinvio ha alla base sia un ritardo interno dell’Agenzia delle Entrate nella decisione della questione Web Tax sia il possibile accordo che si dovrebbe siglare nei prossimi mesi a livello OCSE.

La Web Tax in Italia

La Web Tax Italia ha una storia travagliata e discussa. Da ultimo si è affrontato il 19 febbraio tra Agenzia e rappresentanti delle multinazionali su quale criterio adottare nell’ambito della sua applicazione. Criterio di cassa o di competenza? Il criterio originario era di competenza, ma alla fine la scelta è ricaduta sul criterio di cassa che ha sollevato non poche lamentale.

Il rinvio dell’applicazione dell’imposta si ipotizza sia legato sia ad un ipotesi di risoluzione della questione a livello di G20  e, quindi, una soluzione che agisca allo stesso modo tra tutti gli Stati membri o ad una soluzione in ambito europeo. Potrebbero, quindi, verificarsi ulteriori rinvii da parte del MEF almeno fino al 9-10 giugno quando si incontreranno i ministri delle finanze del G20. Sia che si adotti una soluzione a livello OCSE o a livello Europeo sembra che la tassazione italiana sia destinata a non trovare applicazione. In ogni caso, le risorse che deriveranno da questa tassa contribuiranno ad ampliare le fonti di finanziamento dell’UE  e, anche, a finanziare il Recovery Fund.

Nei prossimi mesi avremo qualche dettaglio in più sullo sviluppo della situazione.

Di Luca Antonio Esposito

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