Principale Arte, Cultura & Società Poesia. ‘Pane e…Quotidiano’

Poesia. ‘Pane e…Quotidiano’

Quotidiano

La Poesia è per tutti

foto di copertina  Federico Garcia Lorca

… la poesia non si mangia ma può diventare indispensabile

Rubrica culturale del Corriere di Puglia e Lucania, a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte

L’intento della rubrica è quello di sfatare l’idea che la poesia sia qualcosa di astruso e che possa piacere o non piacere. In realtà la poesia è nelle nostre vite più di quanto noi possiamo immaginare. Basti pensare alla commistione della poesia con le altre forme artistiche, per esempio alla musica pop, di cui essa è un riflesso.

Proporremo, ogni giorno, pochi grammi di poesia, legati ad un fatto del giorno o ad una data da ricordare sperando che, tra le mille incombenze quotidiane, ogni Lettore, possa ritagliarsi qualche minuto per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi.

Buona Poesia!

Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte

redazione@corrierepl.it

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Il 9 marzo 1883 nasceva a Trieste Umberto Saba, poeta scrittore e aforista italiano. Ebreo per parte di madre, iniziò studi commerciali. La sua formazione fu però essenzialmente autodidattica. Aprì  nella sua Trieste una piccola libreria antiquaria e sotto la sua insegna stampò la prima edizione del Canzoniere. Durante la seconda guerra mondiale dovette vivere nascosto a Roma, poi a Firenze, per sfuggire alla persecuzione razziale. In quel periodo gli furono di conforto l’amicizia di Eugenio Montale e Carlo Levi. Nel dopoguerra visse a Roma, poi si trasferì a Milano dove rimase per dieci anni collaborando con il Corriere della Sera. Tra i riconoscimenti ricevuti vi sono il primo “Premio Viareggio” per la poesia del dopoguerra, (1946), il “Premio dell’Accademia dei Lincei” nel 1951, e il “Premio Taormina”.

Amai

Amai trite parole che non uno
osava. M’incantò la rima fiore
amore,
la più antica e difficile del mondo.

Amai la verità che giace al fondo,
quasi un sogno obliato che il dolore
riscopre amica. Con paura il cuore
le si accosta, che più non l’abbandona.

Amo te che mi ascolti e la mia buona
carta lasciata al fine del mio gioco.

 

 

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