Principale Politica Diritti & Lavoro La cultura prima di tutto : Maurizio Abbate, presidente dell’Enac

La cultura prima di tutto : Maurizio Abbate, presidente dell’Enac

“Investire in Cultura , dovrebbe significare  rispettare il nostro passato e garantire , al contempo, una prospettiva per il futuro. Un investimento negli italiani che spesso è ai  margini per mancanza di strumenti,incentivi e formazione.”Sono le parole di Maurizio Abbate presidente dell’Enac che ,raggiunto al telefono , cortesemente, mi offre e vi offre,   una disamina della situazione attuale.
Preliminarmente è d’uopo ricordare che Maurizio Abbate è stato eletto presidente, il 14 Dicembre 2016, nel corso dell’assemblea nazionale straordinaria, tenutasi a Bologna, che ha deliberato  la variazione della denominazione sociale dell’Ente.
E che è costantemente impegnato nella realizzazione di progetti in ambito culturale, sportivo e sociale. Per questo motivo, nonostante i numerosi impegni istituzionali dell’ente, accetta volentieri di essere inserito come relatore in convegni su tutto il territorio nazionale.

L’intervista.

1)L’eredità più grande che la fase storica che si sta chiudendo ci lascia è proprio l’incertezza sul futuro, la mancanza di risposte credibili ai tanti problemi che questo paese già aveva e che la crisi ha acuito. Il tema è centrale, soprattutto in un paese come l’Italia, dove  la storia  ha consegnato un patrimonio straordinariamente ricco. L’investimento in Cultura ,resta però, pari allo 0,19% del bilancio pubblico. Conseguenza diretta di questo sottofinanziamento è lo stato disastroso in cui si trovano anche le più preziose eredità del passato E vero che le risorse non ci sono ?

Non è vero che non ci sono. Vanno semplicemente destinate ad alcune priorità. E la cultura è una di queste.Investire in Cultura significa investire nel futuro. La nostra Costituzione affronta esplicitamente la questione nell’articolo 9, che recita “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. Ma è soprattutto nell’articolo 3 che illustra gli obiettivi ultimi di quest’azione di promozione e tutela: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Cultura, formazione sono le basi su cui creare un’Italia competitiva, capace di definire uguali condizioni di partenza per tutti, indispensabili per consentire ai talenti di esprimersi e di concorrere al benessere comune. Lo scorso novembre, presso piazza Montecitorio a Roma, abbiamo organizzato una manifestazione organizzata in tutela del mondo della cultura, dell’arte e del sociale. In quell’occasione abbiamo proposto di istituire un fondo speciale per le “Piccole Realtà Associative” proponendo, al fine di reperire i fondi necessari, di tassare le multinazionali come Amazon, Netflix e similari.

2)L ‘Enac ,l’ente culturale di cui lei è il presidente persegue tra i tanti obiettivi ,quello dell’’importanza strategica del comparto enogastronomico quale segmento ben definito di turismo che è andata  progressivamente crescendo nel corso degli anni in Italia. Da componente trasversale ad ogni tipologia di turismo ,l’enogastronomia ,è oggi assurta al ruolo di motivazione principale dello spostamento per certe fasce di utenti, collocandosi a tutti gli effetti fra i cosiddetti “turismi emergenti”.  La crescita di questo tipo di turismo è destinata a ridimensionarsi come una qualsiasi moda o al contrario, può radicarsi e costituire un’opportunità da dover cogliere?

Oggi, si assiste ancora ad un’imprecisa messa a fuoco dello stesso concetto di turismo enogastronomico, che viene troppo spesso ricondotto alla sola ricerca di prodotti e cibi tipici, mettendo in secondo piano la conoscenza delle motivazioni che spingono il turista all’esperienza enogastronomica, per il quale risulta invece essere fondamentale la scoperta più generale del territorio e delle risorse culturali, artistiche e storiche in esso presenti. Un turismo culturale a tutti gli effetti quindi, in cui non solo si ha l’opportunità di conoscere il territorio ma di viverlo, entrando in contatto con le sue genti, con le sensazioni che evoca, in poche parole di catturarne il “genius loci”. Il mio  lavoro è proprio quello di illustrare  il fenomeno per  scendere nello specifico del turismo enogastronomico, delineandone le caratteristiche e i vantaggi derivanti per chi decide di puntare su di esso, in particolare soffermandosi sul legame che esiste tra gastronomia di un territorio e la sua storia, le sue tradizioni, la sua gente.A breve l’ENAC sarà protagonista di una campagna sociale in difesa delle tradizioni enogastronomiche del nostro paese. Per noi è indispensabile partire dalla difesa dei territori e dei prodotti legati ad esso. Partendo dalla difesa dei prodotti locali, strettamente collegati alle numerose ricette regionali conosciute ed apprezzate in tutto il mondo, è possibile arginare la continua apertura di nuovi fast-food.Questi ultimi, tramite una politica commerciale aggressiva basata sul connubio basso prezzo e produzione di massa, portano i giovani a fare largo uso del cosiddetto cibo spazzatura. Patatine fritte, carne di bassa qualità e bevande gassate che, come confermato da molti studi, sono pericolose per cuore e arterie.Questo per il semplice motivo che mentre i prodotti italiani, inseriti nella dieta mediterranea, risultano salutari per l’organismo, quelli dei fast-food, al contrario, risultano ricchi di colesterolo, glucidi raffinati e grassi saturi.

3)Quali possono essere le strategie necessarie per una politica di valorizzazione ?

Generalmente per valorizzare un prodotto è necessario agire esaltando gli aspetti favorevoli e controllando quelli sfavorevoli. Fra le caratteristiche favorevoli dei prodotti tipici, vi è la qualità. Un prodotto ottenuto con tecniche artigianali, fa venire in mente mani esperte che con passione e tradizione compiono gesti precisi e lenti, gesti che sanno di racconti tramandati, di tecniche pazientemente apprese, gesti che nessuna macchina potrebbe sostituire, perché rispondono a quella caratteristica di unicità che si contrappone drasticamente alla caratteristica di serialità dei prodotti industriali. L’idea di qualità che scaturisce, non è soltanto l’idea romantica radicata nell’immaginario collettivo, è la realtà oggettiva dei prodotti tipici, e questa realtà comporta problematiche non difficilmente desumibili. Le imprese produttrici hanno spesso dimensioni modeste, scarso potere di mercato e non possono così usufruire di strategie e tecniche di marketing.Per rendere veramente efficace un prodotto che ha ottenuto una denominazioni di origine, geografica, o di tipicità, è necessario utilizzare strategie collettive di produzione e di mercato che raramente si concretizzano. D’altro canto però, i prodotti tipici si adattano bene alle forme di concorrenza non basate sul prezzo ma sulla qualità, prestandosi bene alla vendita al consumo presso i negozi di specialità alimentari ed ai settori specializzati della grande distribuzione. 

4)Nelle sue parole ritornano termini come “usi, tradizioni, cultura”, termini che sottintendono tutti ad un concetto comune, quello di tipicità

In genere, per “tipico” si intende qualcosa di caratteristico, per lo più – almeno nell’ambito alimentare – legato ad una regione o località specifica di origine del prodotto. E’ la possibilità di venire a contatto con prodotti realizzati altrove che rende rilevante la tipicità. I piani strategici per la valorizzazione, prevedono la possibilità di accordi fra Stato, Regioni ed altri enti pubblici territoriali al fine di realizzare gli obiettivi istituzionali di fondo previsti dalla normativa attraverso l’integrazione, nel processo di valorizzazione concordato, delle infrastrutture e dei settori produttivi collegati. Gli accordi possono riguardare anche beni di proprietà privata, previo consenso degli interessati. Per raggiungere l’obiettivo di valorizzazione dei beni o prodotti che la legge prevede e gli operatori sul mercato auspicano è pertanto indispensabile una visione strategica che si basi efficacemente sul partenariato pubblico-privato.  Incrementare la fruibilità dei beni storico-artistici e costruirci intorno un’offerta integrata di servizi, rappresenta un modo sicuro affinché i visitatori trovino la permanenza, e quindi l’alloggio nel territorio.

5) I settori tecnici dell’Enac sono molteplici (Cultura,Sport,Discipline Olistiche,Musica,Cinema ed arti audiovisive,Formazione,DisabilitàBullismo e Cyberbullismo,Tradizioni popolariFiscale terzo settore.)Con riferimento alle tradizioni popolari ,abbiamo parlato di tutela del territorio attraverso un turismo enogastronomico,ma la rievocazione storica vi rientra? 

Negli ultimi anni questo fenomeno è stato sempre più oggetto di attenzioni per il sempre maggior numero di persone che ne sono entrate a far parte.La rievocazione storica è stata spesso confusa con attività folkloristiche o feste paesane. Tuttavia, malgrado vi siano feste di tipo rievocativo o feste e sagre in cui avvengono spettacoli di rievocazione, lo scopo della rievocazione storica propriamente detta rimane l’intento di valorizzare e riscoprire le tradizioni storico-culturali di un popolo.
———————————————————————-*L’Ente svolge una politica d’intervento in tutti i settori dedicati al tempo libero in particolare in quelli orientati verso il sociale. Questo significa, pertanto, che gli obiettivi non sono solo finalizzati alla soddisfazione degli interessi e dei bisogni degli associati ma bensì per promuovere una partecipazione reale degli iscritti alle attività che hanno come scopo quello di favorire il bene comune attraverso il principio della solidarietà attiva.

Il corriere nazionale (www.corrierenazionale.net) è l’organo di stampa ufficiale dell’Enac offrendone una copertura delle notizie relative ad ogni attività sia  a livello nazionale che territoriale con sezioni dedicate ad ogni regione.

Daniela Piesco

VICE Direttore Progetto Radici

Www.progetto-radici.it

Redazione@progetto-radici.it

redazione@corrierenazionale.net

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