Principale Ambiente, Natura & Salute Vaccino solo prima dose per tutti è “una cagata pazzesca”

Vaccino solo prima dose per tutti è “una cagata pazzesca”

Di Erasmo Venosi

L’incredibile, continua sfilata in televisione di personaggi che a giugno avevano sottoscritto il documento sulla sostanziale “morte “del coronavirus è davvero scandalosa. Domenica scorsa ne ho ascoltato, uno dei firmatari, dalla Annunziata. Il ‘Luminare’ strologa sulla sola vaccinazione a tutti che, a suo dire andrebbe bene, ricalcando la soluzione britannica. Leggendo i giornali sembra, che anche il Presidente del Consiglio porterà avanti questa soluzione.

La risalita della curva dei contagi e la presenza di mutazioni del virus probabilmente indurranno, a modificare la strategia di inoculazione dei vaccini che è quella prevista dalla sperimentazione clinica (trial clinici) e che, sulla base di quei risultati le autorità sanitarie le hanno autorizzati.

Tutti i vaccini approvati compresi quello russo, i due cinesi, tranne quello della Jhonson & Jhonson prevedono 2 somministrazioni, a distanza di 3 o 4 settimane l’una dall’altra per raggiungere il massimo dell’efficacia e della protezione immunitaria. L’unica autorità sanitaria, che ha modificato la strategia vaccinale è stata la JCVI del Regno Unito il 30 dicembre scorso. Ha modificato il protocollo di somministrazione raccomandando di inoculare il vaccino, a più persone possibile anche a costo di non iniettare la seconda dose nei tempi previsti.

Verrebbe elevato l’intervallo tra le due dosi fino a tre mesi. La Pfizer ha comunicato che non ha evidenze, per dire quale sarà la risposta del sistema immunitario e quindi l’efficacia del vaccino, alterando le tempistiche testate nella terza fase del trial clinico.

OMS sulla base dei dati in suo possesso ha affermato, che la seconda dose può essere inoculata non oltre le sei settimane dalla prima. Un parere diverso, ma molto condivisibile è quello espresso dal capo della Food and Drug Administration USA, che le modifiche sulle tempistiche è legittimo proporle, ma dentro la procedura dei trial clinici. Diversamente si opera non supportati da evidenze scientifiche.

Chiarissimo in proposito l’infettivologo Vella professore ordinario alla Cattolica di Roma, secondo il quale la modifica del protocollo di somministrazione reca con sé un ulteriore rischio da non sottovalutare ovvero la dilazione delle dosi sarebbe un errore perché porterebbe ad un’immunità parziale ed è proprio quella condizione che spinge il virus a mutare. Vella sottolinea che più il virus  è lasciato libero e più si  replica e muta. Riporta come esempio la mutazione brasiliana nata a Manaus proprio dove il virus si è replicato di più. Sulla efficacia del vaccino sono disponibili i dati della Pfizer e quelli della vaccinazione in Israele. A tre settimane dalla inoculazione della prima dose, la protezione è del 52%. IL Prof Vella è molto critico verso la decisione del Governo del Regno Unito e sottolinea, che una sola dose porta a una immunità parziale, che determina la condizione che spinge il virus a mutare. Vella sostiene che proprio l’immunità parziale è stata la condizione riscontrata quando per il virus dell’aids, l’HIV “sono stati usati farmaci antiretrovirali con dosaggi non appropriati: il virus ci impiega pochissimo a diventare resistente.

Ed è il medesimo meccanismo che accade con gli antibiotici perché, se non vengono usati correttamente, si favorisce il formarsi dei fenomeni di resistenza”. Vella conclude affermando che se non si rispettano le tempistiche della vaccinazione, il rischio è sottoporre il virus a una pressione che non è sufficiente per bloccarlo. È meglio avere un po’ meno persone con un’immunità totale che tante persone con un’immunità parziale. Intanto il direttore generale di OMS chiede alle aziende che producono i vaccini di rinunciare al brevetto osservando che comunque riceverebbero un rimborso almeno parziale e costituito da royalties per ciò che producono. Il problema? L’opposizione di molti governi che ritengono la scelta un errore perché un taglio agli utili finanziari delle aziende costituisce una azione di contrasto per l’innovazione. Capito? Un delirio efficientista ed eugenetico di governicchi pro tempore che incidono  sulla vita di tanti poveri  Cristi nel nome del progresso fondato sulla innovazione .

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