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Il Museo Piersanti e la sua collezione. Un legame che unisce Gravina e Benedetto XIII

È appena uscito dalle stampe, grazie al contributo del Comune di Matelica, in provincia di Macerata, e della ditta F.lli Gionchetti di Matelica, ed è già in libreria, il volume Il Museo Piersanti e la sua collezione. Studi e ricerche per i 100 anni dalla nascita. Il volume, che si apre con un’incoraggiante introduzione della dott.ssa Maria Giannatiempo López, già funzionaria della Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici delle Marche, protagonista, insieme a don Piero Allegrini, dell’attività di valorizzazione del Museo condotta tra anni Novanta e primi anni Duemila,  raccoglie gli atti del convegno che si è svolto al Teatro Piermarini di Matelica il 17 e il 18 febbraio 2018, un evento pensato per celebrare il primo secolo di vita del Museo Piersanti con relazioni di studiosi di altissimo livello.

Le giornate di studi erano state curate dall’allora direttore del Museo, don Piero Allegrini, e dalla storica dell’arte Giulia Spina, e organizzate con il patrocinio del Comune di Matelica e il contributo di Halley Informatica, la Galleria Frascione Arte e la Fondazione Federico Zeri di Bologna. Per due ragioni, la pubblicazione parla pugliese.

La prima. Il Museo Piersanti conserva le collezioni di Venanzio Filippo Piersanti, cerimoniere pontificio, nella prima metà del Settecento, anche del papa pugliese e gravinese, Benedetto XIII. Quale fosse il rapporto tra il pontefice gravinese e il suo cerimoniere lo possiamo desumere da un documento del 1763: «Scrittura pro veritate Sopra il Pubblico Domestico oratorio della Famiglia Piersanti-Matelica». In esso, infatti, vi si legge: Avendo Monsignor Venanzio Filippo Piersanti Cappellano Segreto e Maestro di Cerimonie Pontificie fatta una ragguardevole raccolta delle più insigni Reliquie di Nostro Signore Gesù Cristo, della Beatissima Vergine, de SS. Apostoli, e di altri Santi, ed essendosi degnata la gloriosa, e sempre venerata memoria di Benedetto XIII di consagrargli un Altare Portatile, desideroso di arricchire perpetuamente la città di Matelica sua patria di sì preziosi doni, supplicò il Detto Pontefice di collocare il Suddetto altare, e dette Reliquie nell’Oratorio della sua Casa posta in detto luogo, e di concedere al medesimo quelli Privilegij e Sagre Indulgenze, che si fosse compiaciuto compartirgli. Aderì il Detto Pontefice ad una istanza sì pia e nel di lui special

Breve in data 23 marzo 1729 nel concedere l richiesti Privilegij ed Indulgenze […]. A Monsignor Venanzio Filippo Piersanti, nato tra l’altro proprio nel 1688, anno del terremoto di Benevento, spetta la committenza della versione di Matelica del quadro di Pier Leone Ghezzi raffigurante

il Miracolo di San Filippo Neri al cardinale Vincenzo Maria Orsini. L’opera fu realizzata per la cappella di famiglia nella chiesa matelicese dedicata al santo fondatore dei Padri dell’Oratorio, ma attualmente si trova in deposito al Museo Piersanti vista l’inagibilità di quel complesso causata terremoto del 2016.

Le testimonianze riferite a Papa Orsini possono essere così condensate e sintetizzate attraverso cimeli, effetti personali, documenti e reperti d’archivio, oltre che a riferimenti conografici: il cappello pontificio, un busto in cartapesta, uno spolvero, il calamaio, un quadro che riproduce il pontefice, lo stemma della famiglia Orsini unitamente a quello della famiglia Piersanti, la tabella di scrutinio che portò all’elezione dell’allora arcivescovo cardinale di Benevento, i cinque volumi delle funzioni pontificali svolte e presiedute da Benedetto XIII. Proprio su quest’ultimo aspetto, ed è il secondo legame che unisce il recente volume alla Puglia e a Gravina, lo studioso Giuseppe Massari, da anni dedito valorizzazione e riscoperta del più illustre dei figli gravinesi, svolse la sua relazione sullo  specifico tema: “I Diari delle funzioni pontificali fatte da Benedetto XIII durante il suo Pontificato: tesori d’archivio del Museo Piersanti”.

Copie in originale, pari a quelle conservate presso la Biblioteca Casanatense di Roma, perciò preziose e rare, dell’impegno pastorale e liturgico dell’anziano pontefice.

È appena uscito dalle stampe, grazie al contributo del Comune di Matelica, in provincia di Macerata, e della ditta F.lli Gionchetti di Matelica, ed è già in libreria, il volume Il Museo Piersanti e la sua collezione. Studi e ricerche per i 100 anni dalla nascita.

Il volume, che si apre con un’incoraggiante introduzione della dott.ssa Maria Giannatiempo López, già funzionaria della Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici delle Marche, protagonista, insieme a don Piero Allegrini, dell’attività di valorizzazione del Museo condotta tra anni Novanta e primi anni Duemila,  raccoglie gli atti del convegno che si è svolto al Teatro Piermarini di Matelica il 17 e il 18 febbraio 2018, un evento pensato per celebrare il primo secolo di vita del Museo Piersanti con relazioni di studiosi di altissimo livello.

Le giornate di studi erano state curate dall’allora direttore del Museo, don Piero Allegrini, e dalla storica dell’arte Giulia Spina, e organizzate con il patrocinio del Comune di Matelica e il contributo di Halley Informatica, la Galleria Frascione Arte e la Fondazione Federico Zeri di Bologna. Per due ragioni, la pubblicazione parla pugliese. La prima. Il Museo Piersanti conserva le collezioni di Venanzio Filippo Piersanti, cerimoniere pontificio, nella prima metà del Settecento, anche del papa pugliese e gravinese, Benedetto XIII. Quale fosse il rapporto tra il pontefice gravinese e il suo cerimoniere lo possiamo desumere da un documento del 1763: «Scrittura pro veritate Sopra il Pubblico Domestico oratorio della Famiglia Piersanti-Matelica».

In esso, infatti, vi si legge: Avendo Monsignor Venanzio Filippo Piersanti Cappellano Segreto e Maestro di Cerimonie Pontificie fatta una ragguardevole raccolta delle più insigni Reliquie di Nostro Signore Gesù Cristo, della Beatissima Vergine, de SS. Apostoli, e di altri Santi, ed essendosi degnata la gloriosa, e sempre venerata memoria di Benedetto XIII di consagrargli un Altare Portatile, desideroso di arricchire perpetuamente la città di Matelica sua patria di sì preziosi doni, supplicò il Detto Pontefice di collocare il Suddetto altare, e dette Reliquie nell’Oratorio della sua Casa posta in detto luogo, e di concedere al medesimo quelli Privilegij e Sagre Indulgenze, che si fosse compiaciuto compartirgli. Aderì il Detto Pontefice ad una istanza sì pia e nel di lui special

Breve in data 23 marzo 1729 nel concedere l richiesti Privilegij ed Indulgenze […]. A Monsignor Venanzio Filippo Piersanti, nato tra l’altro proprio nel 1688, anno del terremoto di Benevento, spetta la committenza della versione di Matelica del quadro di Pier Leone Ghezzi raffigurante

il Miracolo di San Filippo Neri al cardinale Vincenzo Maria Orsini. L’opera fu realizzata

per la cappella di famiglia nella chiesa matelicese dedicata al santo fondatore dei Padri

dell’Oratorio, ma attualmente si trova in deposito al Museo Piersanti vista l’inagibilità

di quel complesso causata terremoto del 2016  Le testimonianze riferite a Papa Orsini possono essere così condensate e sintetizzate attraverso cimeli, effetti personali, documenti e reperti d’archivio, oltre che a riferimenti conografici: il cappello pontificio, un busto in cartapesta, uno spolvero, il calamaio, un quadro che riproduce il pontefice, lo stemma della famiglia Orsini unitamente a quello della famiglia Piersanti, la tabella di scrutinio che portò all’elezione dell’allora arcivescovo cardinale di Benevento, i cinque volumi delle funzioni pontificali svolte e presiedute da Benedetto XIII. Proprio su quest’ultimo aspetto, ed è il secondo legame che unisce il recente volume alla Puglia e a Gravina, lo studioso Giuseppe Massari, da anni dedito valorizzazione e riscoperta del più illustre dei figli gravinesi, svolse la sua relazione sullo  specifico tema: “I Diari delle funzioni pontificali fatte da Benedetto XIII durante il suo Pontificato: tesori d’archivio del Museo Piersanti”. Copie in originale, pari a quelle conservate presso la Biblioteca Casanatense di Roma, perciò preziose e rare, dell’impegno pastorale e liturgico dell’anziano pontefice.

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