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Il governo Draghi incassa la fiducia al Senato con 262 si, 40 no e 2 astenuti

Sono almeno 15 i senatori M5s che hanno votato no alla fiducia al governo Draghi. Si tratta di Granato M5s, Gianuzzi M5s, Lamura M5s, Lanutti M5s, Lezzi M5s, Mantero M5s, Mininno M5s, Moronese M5s, Morra M5s, Ortis M5s, Abate M5s, Angrisani M5s, Corrado M5s, Crucioli M5s, Di Nitto M5s. Secondo il regolamento del Senato, che prevede 10 senatori per la costituzione del gruppo parlamentare, i dissidenti M5s possono costituire una compagine a se’ stante. Devono pero’ risolvere il problema del collegamento col simbolo elettorale. Sono risultati assenti alla votazione inoltre Garutti, Nocerino, Vanin, Auddino, Botto e Dessi’. Nel misto hanno votato contro Fattori, Giarrusso, Nugnes, Ciampolillo, Martelli. Mentre Drago si e’ astenuta. Dunque, resta alta la tensione nel Movimento, dove il dissenso non si placa.

“Il suo discorso ci ha veramente convinto ad accordargli una fiducia consapevole, e’ stato un discorso di verita’ e’ stato chiaro e concreto negli obiettivi e consapevole della criticita’ del mondo reale, mondo reale che tante volte e’ mancato in quest’aula e che tante volte abbiamo evocato. Presidente lei trovera’ dei senatori di Forza Italia leali. Lei ha proposto delle ricette che noi condividiamo, ricette che abbiamo proposto da sei mesi”, ha detto la capogruppo di Forza Italia, Annamaria Bernini.

Fiducia convinta anche dal Pd, che con il capogruppo Andrea Marcucci, riconosce che “la messa in sicurezza dell’Italia e’ cio’ che ci impone quell’unita’ da lei, signor presidente, evocata nel suo intervento. Noi veniamo da un’esperienza di governo sostenuta fino in fondo, un governo che ha ottenuto risultati importanti abbiamo apprezzato molto il quadro internazionale in cui ci ha collocato, dall’irreversibilita’ dell’euro. Dobbiamo metterci tutti a disposizione del paese, tutti siamo chiamati a fare il nostro dovere, di aiutare e supportare la nostra comunita’ nazionale che viene da un periodo molto complesso. Noi abbiamo il dovere di fare bene e di fare presto”.

Mentre l’ex ministra del governo Conte II, Teresa Bellanova, sottolinea: “Oggi qui, in questa aula, crediamo siano evidenti i motivi per cui abbiamo avuto ragione indicando i rischi dell’immobilismo del precedente governo. Il paese non puo’ rinunciare al riformismo prioritario e’ servire l’interesse pubblico, nel suo programma troviamo molte delle nostre parole d’ordine, non ci siamo mai appassionati alla domanda se il suo sarebbe stato un governo tecnico o politico, sfido chiunque a non ritracciare un impianto politico nel suo intervento. Io piu’ che tecnici vedo, tra i banchi del governo, persone di differenti esperienze ben consapevoli del compito a cui sono stati chiamati”.

Per il leader della Lega, Matteo Salvini, “la fiducia al suo governo, che e’ convinta, significa dare piu’ forza all’Italia in Europa. La sovranita’ appartiene al popolo e il popolo puo’ cedere quote di sovranita’ l’Europa e’ casa nostra, l’Europa che vogliamo e’ quella del benessere, della crescita, della tutela della vita e della famiglia, non e’ l’Europa dell’austerita’ e dei vincoli bilancio. Questo sia il governo che si contraddistingue per serieta’ concretezza e velocita’”. Un si’ condizionato arriva dal M5S, che con il capogruppo Ettore Licheri promette: “Il nostro si’ non sara’ mai un si’ incondizionato, sara’ un si’ vigile, un si’ guardingo, lei non dia mai per scontato il nostro si’, noi le romperemo le scatole. Dia corpo e gambe all’intuizione di Beppe Grillo: dotare il paese di un ministero della transizione ecologica”. Il ruolo dell’opposizione al governo Draghi e’ affidato al partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia, che assicura un’opposizione “patriottica, Il gruppo di Fdi non votera’ la fiducia al suo governo, in maniere piu’ convinta dopo aver ascoltato il suo intervento e la sua replica”, la dichiarazione del capogruppo, Luca Ciriani.

“Vi ringrazio per la stima che avete dimostrato ma anche questa dovrà essere giustificata e validata nei fatti dall’azione di governo da me presieduto”, ha detto il presidente Draghi, che ha anche incassato l’appoggio senza riserve di Pd, Italia Viva e Forza Italia. Anche Matteo Salvini ha parlato di “fiducia (…) convinta, da parte mia e della Lega”, perché “significa dare più forza all’Italia in Europa”. Ma non ha rinunciato a puntualizzare: “Se garantisce salute e lavoro, evviva l’Europa. Se impone disoccupazione e chiusure, e sbaglia a ordinare i vaccini, criticarla non è un diritto ma un dovere di ogni cittadino di questo Paese”.

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