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Un lampo di Cianci regala la vittoria al Bari. Buona la prima per Carrera

“James Bond, Agente 007”, ovvero Massimo Carrera, “Dalla Russia con amore”, l’allenatore a cui spetta di raccogliere i cocci di una crisi evidente e cercare di riattaccarli.

Cambiare progetti tattici, tecnici, dirigenziali in un botto per ottenere un risultato positivo – diciamocelo – non era affatto facile, né si poteva credere nelle solite bacchette magiche. Certo, c’era molta curiosità nel vedere all’opera la mano di Carrera, mani perennemente in tasca, uomo di poche parole e di molti fatti, neo allenatore prescelto dalla famiglia De Laurentiis per rilanciare le ambizioni della società. Un allenatore che non cerca alibi badando al sodo.

Tra l’altro il Bari, oltre alla sfiga, sconta anche l’involuzione in tutti i sensi, la stessa che ci si aspettava accadesse alla Ternana ed invece non solo gli umbri continuano a marciare a passi da record senza dare l’impressione di volersi fermare (ma, tanto, ormai il Bari deve badare al secondo posto), ma il rallentamento lo ha fatto proprio la squadra biancorossa che, come se non bastasse, ha subito anche la rimonta dell’Avellino. Insomma gli interpreti per scrivere una commedia tragica ci sono tutti. A ciò vada ad aggiungersi il non secondario elemento della mancanza di mezza squadra titolare e si tiri la linea.

Ma oggi, senza sei titolari e con l’innesto di sei ragazzini della Berretti, non c’era nulla da sbagliare se la squadra voleva tornare a camminare, ma soprattutto si aspettava una reazione, di un moto di orgoglio, una parvenza di concentrazione e di cattiveria agonistica. Ternana o Avellino o Catania non dovevano essere un problema, occorreva badare a se stessi prima di perdere l’ultimo tram per il secondo posto. E, tutto sommato, una mezza risposta positiva è arrivata.

Primo tempo equilibrato che ha mostrato un Bari convalescente, diverso da quello di Auteri, con un nuovo modulo (4-2-3-1) senza sei titolari, molto contratto, imballato alla ricerca di se stesso, confuso e poco concreto. Poche le idee, lento giro-palla, pressoché zero le occasioni da gol tranne quella occorsa a D’Ursi su un cross di un Marras differentemente dal Monopoli che si è mostrata più squadra rodata nonostante le numerose assenze. A ciò si vada ad aggiungere il solito impegno maggiore in quanto l’avversario era il Bari. Per la squadra bianco-verde da segnalare un palo, poi solo azioni di intensità più che di pericolosità. Qualche giocatore, poi, ci ha messo del proprio per contribuire agli errori, come Lollo che ha sbagliato tanto non azzeccandone una, non a caso sostituito ad inizio ripresa.

Il secondo tempo è stato caratterizzato dagli esordi di Cianci (al posto di Candellone alla sua ennesima brutta prestazione) e del baby Mercurio, da un gioco più propositivo del Bari, col Monopoli che non è mai arrivato in zona Frattali, ma soprattutto dal gol vincente di Cianci che ha squarciato il silenzio del San Nicola e dato un lampo al gioco.

Inizia, dunque, con una vittoria l’avventura barese di Carrera con un Bari non bello, in rodaggio e convalescente ma vincente.

Vittoria doveva essere e vittoria è stata, insomma, soprattutto alla luce della vittoria contemporanea dell’Avellino che ormai, come per la Ternana, non si ferma più.

La foto è quella della baresità che rivitalizza un Bari anemico e brutto, e al di là del gol, quando è entrato il giocatore di Bari vecchia, è cambiato lo spirito del Bari. Una dimostrazione che il Bari non può prescindere dai baresi, anche Mercurio che ha esordito se l’è cavata bene. Un segno di coraggio da parte dell’allenatore che, evidentemente, ha ricordato i suoi trascorsi a Bari e i “baresi” che giocavano con lui provando a dare la svolta coi due giocatori locali gettati in campo, scelta vincente. Questo gol speriamo rilanci la scuola barese.

Non è un fenomeno Cianci, sia inteso, ma si è visto, col suo subentro, uno spirito diverso, la gente, i tifosi si sono sentiti rappresentati. Sarebbe ora di bandire certi giocatori forestieri che vengono a Bari a passeggiare senza impegnarsi.

Un gol che ha dato un’emozione forte ad una gara scadente fino a quel momento. L’ingresso di Cianci ha regalato uno spirito diverso perché per 70-80 minuti il Bari ha fatto poco tranne con D’Ursi e Marras oggi dotati di un buon allure.

Speriamo che la vittoria di oggi sia un segno del destino anche perché il Monopoli ha preso un palo che ha fatto vedere recenti fantasmi. E se la palla non è entrata, chissà, forse è un segnale del destino. Certo, è inutile pretendere tutto e subito, occorrerà del tempo per ingranare, ma iniziare con una vittoria sofferta l’era Carrera può avere un significato importante. Si doveva soffrire e si è sofferto come era nelle previsioni, ma il segnale della vittoria è forte. C’è un secondo posto da conquistare e da mantenere.

Massimo Longo

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